altare, opera isolata - bottega vercellese (seconda metà sec. XVIII)

altare, 1750 - 1799

Posto su due gradini di epoca moderna, ha il piano della mensa anch'esso non peertinente, sorretto da un contraltare decorato da volute poste sugli spigoli e da un fronte decorato da riquadrature in marmo marrone, grigio e da una cornicetta gialla. Dietro la mensa vi è il dossale con doppia gradinata convessa, sormontata da due lesene pofilate in marmo nero con capitelli corinzi dorati che inquadrano una nicchia dov'è posta l'immagine della Vergine. Le due lesene sorreggono un'archirave con timpano spezzato, con ai lati due angeli dorati e due posti internamente ad esso

  • OGGETTO altare
  • MATERIA E TECNICA marmo/ intaglio/ sagomatura/ scultura/ modanatura/ intarsio
  • MISURE Profondità: 130
    Altezza: 700
    Larghezza: 310
  • AMBITO CULTURALE Bottega Vercellese
  • LOCALIZZAZIONE Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta dell'altare della "Madonna degli Infermi" ed è collocabile cronologicamente nella seconda metà del Settecento. La sua ubicazione non è tuttavia quella originaria, piochè da quello che afferma Chicco (G. C. FACCIO, G. CHICCO, F. VOLA, Vecchia Vercelli, Vercelli 1979, p. 306) l'altare era situato nella seconda cappella laterale destra, ed era stato costruito pochi mesi dopo la cessazione della peste del 1630, mentre come si legge nell'iscrizione del prof. Boucheron, posto in un vano dellasacrestia, venne donato dal Consiglio Civico di Vercelli. Non avendo alcun elemento per la datazione dell'opera, e uniche notizie reperibili sono quelled el Chicco, ma la datazione proposta dallo studioso pare essere improbabile, poichè stilisticamente presenta una struttura architettonica con elementi decorativi, quali ad esempio i semi-pilastri dell'alzata, che fanno pensare alle architetture delle porte del salone di Palazzo Gozzani S. Giorgio a Casale Monferrato, progettato da Nicolas di Robilant e affidato per l'esecuzione al Bonvicini nel 1778 (N. CARBONERI, Mostra del Barocco piemontese, rchitettura, Torino 1963, pp. 73-75). Quest'ultino, insieme a I. A. Galletti, preparò il progetto per la ricostruzione del Convento degli Agostiniani, addossato alla chiesa, i cui lavori vennero eseguiti dal capomastro Longhi nel 1780 (M. CASSETTI, Storia e architettura di antichi conventi, monasteri e abbazie della città di Vercelli, Vercelli 1976, pp. 94-95). La presenza di questi due architetti nel complesso di S. Bernardo è significativa poichè sono la testimoninza di una cultura che tende all'irrigidimneto compositivo e ad uno schematismo con precorrimenti neoclassici. Tali elementi sono indicativi anche per l'altaer in esame che, nel corso dei secoli, subì diverse trasformazioni. Dopo il colera del 1835 la devozine della Vergine si accrebbe e nel 1836-37 C. E. Arborio Mella ricevette l'incarico di eseguire dei lavori di ampliamento della ciesa, tra i quali venne contemplata la costruzione di una nuova cappella della Madonna e nella quale venne risistemato l'altare marmoreo, mentre attorno all'ancona venne posta una cornice in lamina di mrame argentato con il lato superiore lievemente sagoamto e un motivo di nubi su cui un angioletto sostiene un cartiglio (il Chicco parlava di una cornice d'argento). In questo lavoro di ristrutturazione il Mella peertanto compie il recupero dell'altare benchè sia in contrasto con le sue concezini che tendono a riporrtare l'architettura delle forme neogotiche e neoromaniche. Egli però non è nuovo al recupero archeologico di opere di particolare valore, inserendoli in contesti a lui più congeniali. E' il caso del recupero della mensa d'altare dell'antica basilica di S. Eusebio, riutilizzata per la costruzione dell'altare delle reliquie del Duomo vercellese, eseguito nel 1836 (E. CASTELNUOVO, M. ROSCI (a cura di), Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna, catalogo della mostra, Torino 1980, V. III, p. 1388). Nel caso dell'altare in esame, l'rchitetto vercellese fu probabilmente costretto a riutilizzarlo proprio per la devozine popolare attribuita all'immagine della Vergine degli infermi e inserirlo nella nuova cappella da lui progettata
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100026997
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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