storie della vita di Maria Vergine
dipinto,
Lanino Bernardino (1509-1513/ 1582-1583)
1509-1513/ 1582-1583
Sei pannelli sono dedicati alle storie della Vergina, mentre cinque raffigurano figure angeliche
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Lanino Bernardino (1509-1513/ 1582-1583)
- LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE I vari pannelli facevano parte di un ciclo raffigurante storie di Maria, già nella Cappella di S. Giuseppe della Cattedrale, staccato e riposto nella Cappella detta del Crocifisso, attigua ai locali della sacrestia inferiore, in occasione della ricostruzione del Duomo antonelliano. La provenienza è attestata da un'iscrizione, posta nella stessa cappella. I dipinti sono attribuiti a Bernardino Lanino, tuttavia e databili entro il 1554 (S. TAEGIO, Le risposte di M. Bartolomeo Taegio, giureconsulto di Melano, Novara 1554, p. 127). Il ritrovamento di alcuni pagamenti a favore dello stesso, registrati presso i libri mastri e quelli giornalieri della Compagnia di S. Giuseppe della Cattedrale novarese permette di fissare una datazione precisa. Il 5 Novembre 1546 è un pagamento di 20 monete italiane d'oro a "M.o B.nar.o.Pictor de Vercelle", in data presunta 26 aprile 1546, dalla stessa fonte emerge che "M.o Bernardino Pictor de Vercelle debere per sua mercede per depingere la cappella di S.to Josephs acordato per italiane reverendo monsignor prette Benedetto Calandrino per 80 italiane dico 80 italiane". I pagamenti continuano nei giornali di cassa, in data 15 ottobre 1549 "per la sua mercede per depinger due quadre ne la capella di S. Josephr", il 18 dicembre 1553 "per la pictura de li quattro capitoli ultimi 30 monete italiane". E' abbastanza evidente che si allude ai sei riquadri oggetto di studio che, dopo un primo accordo avvenuto nel 1546, risultano essere eseguiti entro il 1553 (A. S. N. Congregazione della carità novarese, opera pia, S. Giuseppe, Giornale dall'anno 1545 all'anno 1567, n. 4, foll. 14, 33-36; ID., Libro mastro dall'anno. 1525 all'anno 1572, n. 7, foll. 164-165). Nei documenti non si fa menzione della volta né delle Sibille "assise sopra ai cornicini" decandati da Lomazzo, dipinte dallo stesso Lanino (G. P. LOMAZZO, Idea del tempio della pittura, Milano 1590, p. 141). Oltre il nome di Lanino, quale autore delle storie mariane, vediamo ricorrere negli stessi documenti i nomi di Angelo del Canta e di un non identificato maestro Giovanni Battista de Nicodemo: il primo, autore della tela "quale è l'anchona ne la capella" e di una imprecisata "pictura" compiuta entro il marzo del 1548; il secondo è citato per "uno acordio fatto per depingere la cappella di S. Josephs", al quale accordo il pittore riniuncia. Nel Giornale dall'anno 1563 al 1574 (ID, n. 6.) si legge in data 30 novembre 1572 un pagamento di lire 230 monete italiane "per far depinger li piloni e le volte per il mezo de la capella di San Josephse". Si potrebbe ipotizzare che l'anonimo pittore sia sempre Lanino, ancora operante in questi anni, anche se bisogna sottolineare che, in genere, le volte venivano dipinte per prime, oppure si potrebbe ipotizzare ad un rifacimento, forse un ritocco, anche se il saldo appare elevato. Il problema rimane ancora aperto per il pessimo stato di conservazione delle volte. lodate dal Lomazzo che ricorda le dieci Sibille e "il Dio padre circondato dagli angeli con grandissima musica". In un libro giornaliero, in data 12 e 16 agosto 1617, sono registrati alcuni pagamenti, "per spese fatte in recoprir la cappella" e in particolar modo a Carolo Cani "per aver reffetto il quadro dipinto dello sponsalizio" (A. S. N. Congregazione della carità novarese, opera pia, S. Giuseppe, Giornale dall'anno 1574 all'anno 1622, n. 12). La nota dovrebbe riguardare la scena delle Nozza di Maria che necessitava di restauri. Gli affreschi sono citati in un inventario del Taverna (Novara, Archivio Storico Diocesano/ Inventari 1617, Novara, Cattedrale, teca III., Inventario dei mobili della Compagnia di S. Giuseppe) e dal Cotta che li dice rovinati da un incendio (Novara, Archivio Storico Diocesano, L. A. COTTA, Giunta al museo novarese, fol. 163); incendio che avvenne nel 1642, come documentato da un libro mastro che registra un pagamento a Carlo Francesco Nuvolone per una nuova pala (A. S. N. Congregazione della carità novarese, opera pia, S. Giuseppe, Libro mastro dal 1611 al 1654, n. 16). Non compaiono notizie di restauri agli affreschi laniniani fino al 1709, quando il 18 agosto risulta un pagamento al Sign. "Gerolamo Ferone pittore per aggiustammento delle pitture nella cappella di S. Giuseppe lire 525" (A. S. N. Congregazione della carità novarese, opera pia, S. Giuseppe, Spesa della Veneranda compagnia di S. Giuseppe dal 1702, n. 28, fol. 51). I dipinti, citati da Lanzi (L. LANZI, Storia pittorica dell'Italia, V. II, Bassanop 1809, p. 320), sono ricordati da Bianchini (F. A. BIANCHINI, Le cose rimarchevoli della città di Novara, Novara 1828, pp. 20- 22) che ne sollecita un restauro ed uno stacco "alla maniera di Stefano Besozzi", nonchè una reposizine nella cappella del Crocifisso. Lo stacco non avvenne prima nel 1855: nell'inventario del 1845-1850 sono ancora segnalati nella cappella di S. Giuseppe. CONTINUA NEL CAMPO OSS
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100026661A-0
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1981
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0