monumento funebre - a edicola, opera isolata - bottega novarese (ultimo quarto sec. XVI)

monumento funebre a edicola,

La lapide, in marmo bianco e contenente un'iscrizione, è racchiusa entro un'edicola in marmo rosso di Verona, inquadrata da due lesene a foggia di erma, che reggono la trabeazione modanata, con al centro un cherubino, e timpano triangolare spezzato con pinnacoli alle due estremità e, al centro, un crocifisso. I caratteri dell'iscrizioni sono neri

  • OGGETTO monumento funebre a edicola
  • MATERIA E TECNICA marmo/ modanatura
    marmo bianco di Carrara/ scultura/ incisione
    marmo rosso di Verona/ intaglio
  • AMBITO CULTURALE Bottega Novarese
  • LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Cotta (L. A. COTTA, Museo novarese, Milano 1701, pp. 162-164) riferisce che il Ploto, giurista di origine novarese, oratore in Milano e storico, morto il 1570, fu sepolto nella chiesa dei PP. Conventuali "ove dalli suoi figlioli fu posto questo epitaffio". La chiesa fu distrutta nel corso del Settecento e, in tale occasine, il monumento fu trasferito nella cattedrale novarese. Ravizza ((C. BASCAPE' , Novara Sacra, ed. tras. Ravizza, Novara 1878, p. 430), annotando quanto detto da Bascapé su Romolo Archinto, rileva che il monumento fu spostato nel narcete della cattedrale in occasione della costruzione, alla fine del Setetcento, dei due altari di S. Lorenzo e S. Agabio. Quando nell'Ottocento il Duomo fu completamente ricostruito, il manumento fu collocato all'inizio della navata laterale destra dove lo indicano Barlassina e Picconi (G. BARLASSINA, A. PICCONI, Le chiese di Novara, Novara 1933, p. 25), dove rimase fino a quando il crocifisso, tolto dal Battistero, è collocato nella cattedrale al suo posto: la lapide è quindi spostata nella controfacciata, tra il portale minore e quello maggiore. Il monumento con una struttura sviluppata essenzialmente in superficie, è indicativo di una tipologia cinquecentesca già tardo manierista: in tal senso vanno le due lesene, a forma di erma, con i due angeli a mezzo busto, il timpano spezzato sovrastato da due pinnacoli. Tale reperrtorio, derivato da quello architettonico di fine Cinquecento, anche se notevolmente impoverito e semplificato, è indicativo di un'origine lombarda, come suggeriscono, in modo particolare, i due angiolini usati anche nei mobili e nei reliquiari coevi (Arona sacra. L'epoca dei Borromeo, Catalogo della mostra, Torino 1997)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100026606
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI su lapide - IOANNI BAPTISTAE/ PLOTO/ PATRITIO NOVARIENSI/ PATRI PATRIAE/ PROPTER MULTA ET MAGNA/ IN IPSAM MUNERA PUBLICIS/ OPTIMATUM MONIMENTIS/ TESTATA/ EQUITI COMITI PERNATI DOMINO/ IURISCONS. CLARISSIMO/ QUI DE IURE CIVILI A SE/ MAXIMO LABORE ILLUSTRATO/ CUM OPTIME MERITUS ESSET/ MORIENS ANNO MDLXX./ XV. KAL. FEB. NATUS ANNOS LII/ MENSES V/ LIBRIS IAM EDITIS SANE MULTIS/ MULTO PLURES ET MAIORES/ MAGNA CUM POSTERITATIS IACTURA/ IMPERFECTOS RELIQUIT/ IOSEPHUS ET ALOYSIUS MILES S. IOANNIS HIERSOLYM/ ET IO MARIA FILII/ M. H./ FACIENDUM CURARUNT/ ANNO MDLXXVIII - lettere capitali - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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