Madonna con Bambino e angeli con San Carlo Borromeo e San Francesco di Sales

pala d'altare, 1796/ 1797
Comaneddi Rocco (attribuito)
1744 ca./ post 1819

In alto, fra le nubi, attorniata da angioletti, la Madonna a mani giunte, con a fianco il Bambino reggente la Croce, è rivolta in basso, verso S. Carlo Borromeo, in piedi sulla sinistra, e S. Francesco di Sales inginocchiato. Sulla destra un angelo, in veste verde e manto giallo, sostiene un cartiglio con il motto di S. Carlo e dietro a lui un cherubino mostra un libretto con la scritta Fil, mentre, sulla simnistra, un altro putto reca un giglio e un mazzolino di fiori. I colori sono piuttosto spenti, ad esclusione del mantello rosso di S. Carlo, quello blu della Vergine e quello giallo-arancio dell'angelo

  • OGGETTO pala d'altare
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Comaneddi Rocco (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Biella (BI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tra i Decreti della Chiesa del1797 si legge che il P. Maggia ed il P. Massimino si recarono a Torino a ringraziare il Re dei fondi concessi, del quadro dell'altare maggiore (l'attuale S. Filippo di G. Mazzola) e dei sessantanove carri di marmi diversi e la regina pewr il quadro rappresentante il S. Cuore di Gesù e S. Teresa (oggi al cottolengo); i due sopracitati riuscirono altrsì ad ottenere la promessa per una statua della Vergine addolorata (non reperita) "e procurato che i due principi reali duca d'Aosta e dica di Monferrato facessero i quadri degli altari due altari minori, cioè quello di S. Francesco doi Sales con insieme S. Carlo e quello di S. Gioanni Nepomuceno". In quest'occasione i due padri citati regalarono ai sovrani, a loro spese, la "Vita di S. Filippo in foglio ultima ediz. di Venezia, coi sessanta rami rappresentanti la vita di d. Santo uniti ai suoi luoghi opportuni ligata in Marocchino in pieno oro". Il primo quadro venne inviato, ed è l'attuiale, mentre per il secondo si dovette ricorrere nel 1800 ad una mediocre copia di Lace di Andorno, dal momento che il Principe non tenne fede alla promesse, con grave disappunto dei Padri (Libro dei Decreti, marzo 1800). Per quanto riguarda l'autore del dipinto in questione, pur mancando dati in merito, si può avanzare un'attribuzione a Rocco Coamneddi, innanzi tutto sulla base del confronto stilistico. La tela di Biella è, infatti, una replica, con qualche variante, del quadro con identico soggetto eseguito nel 1792 per la chiesa di S. Filippo a Torino, in cui S. Francesco è spostato sulla destra e l'angelo con il motto sulla sinistra, mentre il bambino appare in piedi e la madonna non ha le mani giunte, ma aperte. A parte queste lievi differenze iconografiche, uguale è il trattamento dei volti e dei panneggi, mentre la maggior purezza della gamma cromatica del dipinto torinese è da imputarsi ad una sua recente pulitura. L'attribuzione che viene proposta sulla scorta di dati stilistici è confortata, inoltre, dalle scarne notizie d'archivio pervenuteci. Nel decreto della Congregazione del 1797 sopra citato, per la committenza di questo quadro e di quello di S. Giovanni Nepomuceno, si fa riferimento al Duca di Monferrato e al Duca d'Aosta, il futuro Vittorio Emanuele I, per le cui nozze con Maria Teresa d'Austria -Este (1789) si era proceduto all'ammodernamento in stile Luigi XVI dell'appartamento al secondo piano di Palazzo Reale. Fra i numerosi artisti impegnati in questo cantiere troviamo, fra gli altri G. Comandù, G. Bongiovanni, i Rapus, A. Vacca, G. D-. Molinari e Rocco Comaneddi, collaboratore per gli affreschi e le lo savrapporte nel Gabinetto d'Udienza. E ancora un'ulteriore conferma può venire dal fatto che dal 1777 al 1798 il pittore è membro della Compagnia torinese di S. Luca, di cui risulta essre confratello anche Maurizio Gamna, incaricato nel 1798 di eseguire l'altare maggiore per la chiesa biellese (Libro dei Decreti, febbraio 1798). Il Gamna, nel 1790 e nel 1792, compone i due sonetti indirizzati al Comaneddi, celebrativi rispettivamente dei suoi affreschi nella chiesa di S. Rocco di Torino e della citata tela di S. Filippo a Torino, firmandoli "A vera stima e sincera congratulazione Maurizio Gamna Scult. Stat. D. D. in Vercelli" (A. BAUDI DI VESME, Schede Vesme, Torino 1963-68, V. I, p. 347; V. II, p. 509). E' quindi assai probabile che il Duca d'Aosta diede l'incarico per la tela biellese ad uno dei suoi artisti, scegliendo Comaneddi sia perchè si era cimentato già con successo in un soggetto analogo, sia perchè è possibile che proprio Gamna abbia proposto il nome. Sulla tela si veda Biella, Archivio Oratorio S. Filippo, Libro II dei Decreti de'Deputati 1751-1800, anni 1797; sul pittore si veda la biografia di P. Astrua e M. Di Macco in E. CASTELNUOVO, M. ROSCI (a cura di), Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna, catalogo della mostra, Torino 1980, V. III, pp. 1423-1424)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100024284
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI sul recto, in basso, a destra, entro un libro sostenuto da un putto - FIL (OTEA) - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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