disputa di Gesù con i dottori nel tempio

dipinto,

Al centro, assiso su uno scranno posto su una scalinata, è Gesù in atto di discutere con una folta folla di Dottori dispoati quasi a semicerchio. Un ricco tendaggio incornicia la scena

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno/ pittura a olio
  • LOCALIZZAZIONE Mondovì (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I riquadri con i Misteri del Rosario sono di particolare importanza, in quanto concorrono a delineare il Cinquecento cuneese. Non si hanno notizie al riguardo, ma per confronti con alcune opere cinquecentesche nella zona, si può ipotizzare, come data di realizzazione, gli anni intorno al 1540-50. Le tavolette presentano, infatti, un'iconografia che sebbene risenta di riminescenze di primo'500, è già toccata da una vena pittorica manieristica. Se si confronatno con i "Misteri" intorno alla Pala colla Vergine delRosario della Confraternita di s. Croce, ora Parrocchiale di Villanova Mondovì, datati 1597 (M. LEONE, Cuneo - Geografia culturale e atlante figurativo di una regione di frontiera: il Piemonte, in "Ricerched i Storia dell'Arte", 1978-79, n. 9), questi ultimi rivelano un'impostazione libera da schemi tardo-gotici di linearismo nella conduzine delle figure, ancora presenti in territoriomonregalesse nei primi decenni del Cinquecento (G. RAINERI, Antichi affreschi del Monregalese, Mondovì 1979, V. II), rivelando elementi figurativi "orienati in senso devozionale, edesempalti su fatti romani" (M. LEONE, 1978-79). E' stato posto in risalto da alcuni studiosi (cfr. A. GRISERI, Itinerario di una provincia, Cuneo 1974, p. 106) l'influenza manieristica, e soprattutto michelangiolesca, a partire dal 1550 in alcune opere del cuneese, come ad esempio nel Giudizio Universale a Madonna ddei Boschi presso Boves e riscontrabile anche nella pala di Villanova, soprattutto nella predella. I riquadri in questione, parrecchio danneggiati, pur avendo scene movimentate, con una certa profondità, e figure delineate iin senso plastico, evidenziano una conduzine ancora legata nei volti e neipanneggi, che, pur rilevando una conoscienza dei nuovi indirizzi artistici, non sono deltutto slegate da stilemi oprecedenti. E' comunque superata la fase degli affreschi tardo-gotici di Antonio Occelli di Ceva (G. RAINERI, 1979, p. 50) e il momento rinascimentale del Perosino a Carassone nel 1517 (A. GRISERI, 1974, p. 92; G. RAINERI, 1979, p. 43).La scena con la Falgellazione sembra staccarsi dalle altre, forse ispirata a qualche nmodello inciso, per una maggiore scioltezza copmpositiva nelle figure, caratterizzate da una ricerca anatomica più accentuata in senso manieristico, su uno sfondo architettonico bel definito, di derivazione bramantesca (la composizione sembra ripresa nella medesima scena della pala di Villanova Mondovì). I due santi in basso hanno invece un legame più stretto con la pittura di primo Cinquecento, per la posizine frontale piuttosto statica, su sfondo uniforme. Meglio condotto S. Domenico, per quanta riguarda il volto indagato in senso fisinomico, mentre quello di S. Pietro martire è più esemplificato e l'attributo del coltello non conferisce alcuna drammaticità. Le formelle lignee alla base e al sommo, ai lati, sono di buona fattura e non possono che conferamare una datazione alal metà del secolo. Un confronto può essere fatto con i motivi decorativi dipinti sui pilastrini della cornice lignea contenente la "Vergine" conservato presso la Parrocchiale di S. Biagio presso Mondovì, da datarsi nei primi decenni del XVI secolo. In questa pala i motivi, resi solo con il pennello, sono però più semplificati rispettoa quelli in questione. I Misteri del Rosario forse si trovavano già nella Chiesa dei domenicani a Piazza, distrutta nel 1577, per Bolla di Gregorio XIII per lasciar spazio alla Cittadella, voluta da Emanuele Filibero (A. MIXCHELOTTI, Storia di Mondovì, Mondovì 1920) be traslati in quell'occasione nell'attuale sede chje si andava costruendo. Nella Visita Pastorale effettuata il 15 gennaio 1583 dal Vescovo Scarampi alla Parrocchiale è già testimoniata l'esistenza dell'altare dedicata alla Vergine del Rosario: "Altare Rosarij ad columna prope Presbiterium in cornu evang. ad illud est erecta Soc. Rosarij quae consuevit celebrari fecere in eo p.quoque (...) singulorum mensium (...)" (Mondovì, Archivio della Curia Vescovile, Visite Pastorali Scarampi). La cornice lignea interna, di buona fattura, è da ritenersi un'aggiunta posteriore, per un'accentuata plasticità sia nelle teste dei cherubini che nei motivi a carpofori, ascrivibili ai primi cdecenni del Seicento, per un emergere di esuberanza barocca, ispirata agli intagli dei fratelli Botta di Savigliano (A. OLMO, Arte in Savigliano, Savigliano 1978). L'altare è citato in una relazione del 1829: "Al terzo arcale in capo alla nave minore, corrisponde un'ampia magnifica cappella (...) ivi si venera Maria S.S. sotto il titolo del Rosario, a cui è dedicata l'altare (...) gli ornati nei quali sono espressi i Misteri del Rosario sono di legno dorato "(Mondovì, Archivio della Curia Vescovile, cartella Carassone, Relazione della Parrocchia di S. Giovanni in Lupazanio piano di Carassone, città di Mondovì, governata da me Gioachino Regis C.o. Dom.o Cittadino di Piazza Maggiore, nato 10 7bre 1764)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100023941-3.2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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