tazzina, frammento - bottega padana (seconda metà sec. XVII)

tazzina, 1650 - 1699

Frammento di fondo di tazzina (o altro piccolo recipiente), con piede ad anello, in maiolica. Impasto molto duro, fine color crema. Uno smalto azzurro brillante riveste sia la superficie interna che esterna dove è steso in maniera non uniforme. All'interno decorazione in blu, con pennellate evidenti, e piccoli fiori. All'esterno cerchi concentrici in blu (molto sbavati) sottolineano il fondo e salgono verso l'alto

  • OGGETTO tazzina
  • MATERIA E TECNICA maiolica/ tornitura/ smaltatura/ pittura
  • MISURE Altezza: 3.7
    Spessore: 0.3
    Larghezza: 4.9
  • AMBITO CULTURALE Bottega Padana
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa dei SS. Pietro e Andrea
  • INDIRIZZO Borgata S. Pietro, 4, Novalesa (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Rinvenuto nel corso dello scavo condotto dall'Amministrazione Provinciale di Torino sotto la direzione della dott. E. Micheletto nel quadro delle ricerche archeologiche sull'Abbazia della Novalesa affidate dalla Soprintendenza Archeologica per il Piemonte alla prof. G. Wataghin Cantino. Lo scavo è stato condotto all'interno dell'ala est del chiostro (manica di Santa Lucia) nei mesi di novembre e dicembre 1979. Il frammento proviene dall'ambiente 1, saggio I, strato 4, composto da terreno sciolto di color grigio giallastro, misto a grumi di malta. Strato di riempimento. Un terminus ante quem per i materiali è dato dal rifacimento degli ambienti in età settecentesca (1712 chiesa abbaziale). Si tratta di una tazzina (o altro recipiente di piccole dmensioni) di maiolica in monocromia azzurra, con decorazione all'interno di non facile lettura data l'esiguità del frammento. Dopo le prime fabbriche di maiolica note a Torino (Antonio da Urbino nel 1562 e Orazio Fontana nel 1564), di un'altra fabbrica impiantata da Simone Fasola "che ha introduto l'arte di far maiorica et vasi turchini nella nostra città d'Asti", ci danno notizia patenti del duca Carlo Emanuele I, che nel 1581 gli concedeva l'esclusiva di fabbricazione e smercio nella città e nel contado astigiano. Nel 1613 lo stesso Carlo Emanuele concede a Tadea di Dus da Lodi "di far fabricare in tutti gli stati nostri dove meglio le parerà la maiorica et in quelli introdurre o sia rinovare essa arte". La fabbrica, dopo alterne vicissitudini, si sviluppò, ma nulla si conosce con sicurezza della sua produzione. Con lettere patenti del 1649 Carlo Emanuele II informa che per sovvenire alle necessità delle maioliche nei suoi stati si deve far capo a "paesi esterni" e investe G. Bianchi, genovese, della carica di sovrintendente e impresario alla fabbrica, che aveva costui impiantato dal 1646 in attività "sulla riva del Po" e nomina capo operaio Nicolò di Arbissola. Neppure di questa fabbrica si conoscono le caratteristiche, ma essendo gestita da gente di Genova e Albissola i suoi prodotti non saranno stati molto diversi, come tipi e decorazioni, dalle maioliche liguri. Nel 1717 Vittorio Amedeo II aveva sollecitato la città ad aiutare gli esperimenti del francese Germain, che aveva introdotto la fabbricazione della maiolica, ma i suoi pezzi di saggio non erano piaciuti per difetti alla vernice. Solo nel 1725 con Giorgio Rossetti si avrà una fabbrica stabile attiva per tutto il secolo. Tutti questi tentativi fanno ipotizzare che non esistessero in area torinese fabbriche in grado di produrre pezzi di ottima qualità, anche se non è possibile escludere che vi fossero fabbriche minori indirizzate verso modesti strati sociali (VIALE V., Maioliche, in Mostra del Barocco piemontese, Torino 1963, vol. III, pp. 1 e seg.; FERRARI O., SCAVIZZI G., Maioliche italiane del Seicento e Settecento, Milano 1965, pp. 31-32). Il frammento rinvenuto a Novalesa, databile tra la metà del 1600 e gli inizi del secolo successivo, mostra caratteristiche simili alle produzioni liguri e savonesi e più in generali con le produzioni francesi (Mostra de l'antica Maiolica Ligure dal sec. XIV al sec. XVIII, Genova 1933; PETTENATI S., com. or., 1980). E' tuttavia azzardata anche se affascinante un'attribuzione alla fabbrica di Bianchi con Nicolò da Arbissola (attiva dal 1649 fino a epoca imprecisata)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100023825
  • NUMERO D'INVENTARIO NE791I152
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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