San Giovanni Battista

dipinto, post 1750 - ante 1799

Il santo è rappresentato stante, in primo piano, ed occupa buona parte della tela. Presenta una tipologia classica, giovanile. Il torso è nudo; la parte inferiore del corpo è coperta da drappo annodato che lascia vedere le gambe scoperte. In mano tiene il bastone a croce da cui pende un cartiglio che si avvolge sul braccio destro, alzato ad indicare il cielo con l'indice. Sulla sinistra è accovacciato un agnello. Dietro alla figura, un grosso albero fronzuto che occupa buona parte della scena; sulla destra si intravede un paesaggio brullo con una collina. Il rosso del drappo contrasta con il verde scuro della chioma dell'albero. La tela è posta entro cornice in legno intagliato e dorato di profilo e luce rettangolare. Battuta liscia. Fascia ornata a piccoli ovuli intagliati; due piccole valve di conchiglia nel lato inferiore. La tela è incassata nella parete, profilata da una cornice in stucco bianco con lunetta all'interno della quale è dipinta una valva di conchiglia

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno di noce/ scultura/ verniciatura
    tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Saluggia (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Non sono state reperite indicazioni di carattere archivistico specifiche sull'opera in esame. Nella schedatura precedente (scheda n. 2000, 16-11-1968) il dipinto venne attribuito a produzione del XVII secolo e alla scuola di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo; è invece riferibile, su base stilistica, alla cultura figurativa degli ultimi decenni del Settecento, per la tipologia del nudo, con caratteristiche neoclassiche che riflettono l'accedemismo romano batoniano assimilato dal primo pittore di Vittorio Amedeo III Laurent Pécheux. Potrebbe trattarsi di un allievo della Regia Accademia di pittura, quale il Palladino, che risulta attivo nel Santuario della Madonna del Palazzo di Crescentino (cfr. A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino, 1968. V. III, p. 760). La qualità più alta, rispetto ad altri dipinti presenti a Saluggia, potrebbe forse trovare giustificazione nella committenza, ovvero quella dei conti Mazzetti di Saluggia che avevano il patronato sulla cappella; la nobiltà minore cercava di darsi lusto servendosi di artisti vicini a quelli che operavano per la casa reale, attivi nell'ambiente artistico torinese degli ultimi decenni del XVIII secolo. I Mazzetti ebbero ripetuti contatti con i Savoia per le cariche ricoperte. La famiglia esercitava da lungo tempo il patronato sulla cappella. Quella antica, addossata alla primitiva chiesa parrocchiale, demolita nel 1803, possedeva, sopra l'altare un affresco rappresentante la Vergine, il Bambino e s. Giovanni Battista. Nel 1803 venne consacrata la nuova cappella e in sostituzione dell'affresco venne collocato il dipinto, da datarsi, pertanto, precedentemente a tale data. Il monumento dedicato al conte Michelangelo Mazzetti, invece (cfr. scheda n. 0100021996) venne invece conservato e ricollocato nella chiesa (cfr. G. Della Mula, Saluggia nella storia, 1916 (ried. 1966), Saluggia, p. 156). La chiesa stessa fu, forse, fatta ricostruire da Giacinto Mazzetti, cancelliere del vescovo di Vercelli (Della Mula, op. cit., 1966, p. 225)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100021995
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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