Cristo in maestà tra gli arcangeli Michele e Gabriele e i santi Nicola di Bari e Eldrado

dipinto, post 1100 - ante 1110

Entro una mandorla, delimitata da fasce policrome, è rappresentata la figura frontale del Cristo seduto su un sedile con sostegni riccamente ornati ed un cuscino, benedicente. Il capo è nimbato; porta i capelli lunghi, con scriminatura centrale e barba terminante a doppia punta. Fronte scoperta. Indossa una tunica rossa ed, al di sopra di essa, un manto variamente panneggiato; porta i sandali. Con una mano tiene un libro dalla ricca legetura. Di fianco al Cristo, sulla sinistra, è dipinto san Michele arcangelo, stante, adorante, con un cartiglio in una mano e un vessillo nell'altra. Porta i capelli lunghi ed ampia tunica con fascia decorata centrale. A destra, l'arcangelo Gabriele presenta caratteristiche analoghe. Al di sotto della mandorla sono dipinte due figure di santi, stanti e con lo sguardo rivolto verso il Cristo. Ai piedi di entrambi sono dipinti due monaci benedettini, inginocchiati. Quello di sinistra è imberbe, mentre quello di destra porta una lunga barba scura. Il santo a sinistra indossa piviale e pallio e tiene in mano un volume dalla legatura preziosa; quello di destra, parimenti barbato e tonsurato, indossa l'abito dell'ordine benedettino e tiene, analogamente, un libro in mano

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa dei SS. Pietro e Andrea
  • INDIRIZZO Borgata S. Pietro, 4, Novalesa (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ciclo di affreschi (comprendente anche le storie di s. Nicola di Bari, le store di s. Eldrado ed il Giudizio finale) è stato considerato, in passato, dalla critica, genericamente legato alla cultura bizantina (cfr. A. Venturi, Storia dell'arte italiana, Milano, 1904, vol. III, p. 409 e seguenti; P. Toesca, La pittura e miniatura nella Lombardia, Milano, 1912, p. 124) o avvicinato ai cicli italiani bizantineggianti (N. Gabrielli, Le pitture romaniche, Torino, 1944, p. 24; L. Mallé, Le arti figurative in Piemonte, Torino, 1962) viene accostato da R. Longhi, Giudizio sul Duecento, in "Proporzioni", 1948, n. II, p. 10 e seguenti agli affreschi di S. Pietro a Civate e di S. Lorenzo a Galliano. Tale suggerimento viene accolto e sviluppato da C. Segre Montel, Gli affreschi della cappella di S. Eldrado alla Novalesa, in "Bollettino d'arte", 1964, pp. 21-40 che riconosce nel ciclo novalicense una tappa fondamentale della pittura romanica lombarda da ascrivere agli inizi del XII secolo. Le figure dei due devoti inginocchiati e quelle dei due devoti ai piedi del santo sono state quasi del tutto ridipinte ad olio nel 1828
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100021257
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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