San Vincenzo Ferrer riporta alla vita un bambino

dipinto,

Al centro della scena è rappresentato s. Vincenzo Ferrer, stante, di lieve tre quarti, rivolto verso una figura femminile, seduta, in atto di invitarla ad alzarsi. Indossa la veste dell'ordine domenicano, bianca e nera, ha una fiammella sul capo, lievemente stempiato, e sulla schiena porta le ali. Di fianco alla donna, che indossa una lunga tunica, manto drappeggiato e velo, è dipinta una seconda figura femminile di profilo, dal capo velato. Dietro s. Vincenzo, due vecchi barbati, stanti, osservano la scena. A destra, sono dipinte alcune figure femminili, una in atto di svenire, l'altra che volge lo sguardo al santo e tenta di sorreggere la prima. Dietro di esse, una terza figura femmnile e due uomini barbati, uno dei quali con turbante. Sullo sfondo una sorta di esedra con arcate e, a sinistra, parte di un altro edificio, in ombra, fa da quinta alla scena. In alto, a destra, entro nubi, Cristo giudice, affiancato da un angelo. Un secondo angelo, in basso a destra, tiene aperto un libro con iscrizione. Il dipinto è collocato entro una cornice di profilo e luce centinata, in legno intagliato e dorato, modinata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Grassi Giovanni Battista (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Chivasso (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La prima notizia del dipinto risale al 1743, quando la città di Chivasso decise di far eseguire un quadro rappresentante il Beato Angelo Carletti "assieme al taumaturgo S. Vincenzo Ferreri anche avvocato e Protettore elletto da questa città (Libro delle Reformazioni..., 1743, fol. 145). Sempre nel 1743, 3 novembre, in una riunione della confraternita si sollecitava il ritiro delle offerte a s. Vincenzo Ferreri per pagare la commissione del quadro del santo (Libro K per le congregazioni..., foll. 103-104). Il Borla (G. Borla, Memorie Istorico-cronologiche della città di Chivasso, s.d., vol. I, pp. 423, 557) infatti, afferma che i devoti del santo ed alcuni confratelli contribuirono all'erezione dell'altare e alla formazione del dipinto, mentre la città di Chivasso aveva sostenuto le spese per quello del Carletti. Secondo il Borla le opere "tutte formate dal pittore Grassis di Varallo nel 1743 e seguenti anni" (cit. p. 423). Tuttavia, tra le carte della confraternita, non è stato possibile reperire alcun documento più preciso per quanto attiene ai pagamenti al pittore. Nel 1750 sono documentati l'acquisto e la messa in opera di perni e chiodi per il quadro (Parcelle, 1750). Nel 1773 il quadro venne restaurato perché macchiato (Libro delle congregazioni, fol. 55) e la spesa per "l'imprimidura" venne sostenuta da alcuni confratelli (foll. 56, 60). Nel 1781 venne istituita, presso l'altare di S. Vincenzo, una cappellania laicale (Memoria, 1781). Il santo, eletto protettore di Chivasso nel 1742, dopo l'epidemia del 1740 (Borla, cit. p. 557), venne ritratto secondo l'iconografia tradizionale (cfr. L. Reau, Iconographie des Saints, Paris, 1957, vol. III, parte III, pp. 1330-1331). Le notizie sul pittore sono discordanti: negli atti di capitolazione con la confraternita è detto "milanese abitante in Caluso"; Francesco Bartoli (F. Bartoli, Notizia delle pitture, sculture ed architetture che ornano le chiese e gli altri luoghi pubblici di tutte le più rinomate città d'Italia, Venezia, 1776, vol. 1, p. 96) lo dice torinese e il Borla (G. Borla, Memorie Istorico-cronologiche della città di Chivasso, s.d., vol. I, p. 423) scrive "Pittore Grassis di Varallo". Nei documenti della confraternita il pittore è sempre citato come Grassis, mentre nei documenti relativi ai pagamenti per i lavori al castello di Rivoli riportano "Grassi" (cfr. A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino, 1966, vol. II, p. 540). La documentazione reperita sull'attività del Grassi a Chivasso permette di completare quella raccolta da Alessandro Baudi di Vesme, costituita dai conti per le spese sostenute nella decorazione del castello di Rivoli, dove il pittore risulta attivo dal 1716 al 1733 per aggiustare, ingrandire e "lavare" quadri. Il dipinto del pittore Grassi è ricordato anche in C. Mossetti, L'intervento di Vittone a Chivasso dai registri di una confraternita, in "Ricerche di Storia dell'arte", n. 10, Roma, 1980, p. 109
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100018115
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI in basso/ a destra/ sul libro - TIMETE/ DEUM/ ET DATE/ ILLI/ HONOREM/ QUIA/ IAM/ VENIT/ IUDICUI/ EIUS - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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