Mosè salvato dalle acque

dipinto post 1775 - ante 1799

In basso a sinistra, una figura femminile inginocchiata presso la riva di un corso d'acqua, depone all'interno di un canestro rivestito da un lenzuolo, un bambino nudo, appena nato. La donna indossa una tunica senza maniche bianca e azzura ed un mantello, appoggiato sulla spalla sinistra, di colore rosa-violaceo. Rivolge lo sguardo verso l'alto, a destra, ove sono dipinte tre donne stanti. Quella in primo piano, la figlia del faraone, indossa una camicia bianca, con le mani rimboccate sino ai gomiti, al di sopra del quale è posta una veste blu, fermata in vita da un nastro. Intorno al busto e alla gonna è avvolto un manto giallo ocra profilato da perle che ornano anche il capo della donna, parzialmente coperto da un velo. E'scalza e con la mano destra indica la cesta. Dietro di lei altre due figure femminili. La prima, con i capelli raccolti, chinata verso il bambino, indossa una veste senza maniche e con ampio scollo di colore blu; della secondoa si vede solo il capo, rivolto verso la principessa, con i capelli raccolti. Sullo sfondo, a destra, sopra una collina boscosa, si intravede un tempio. [continua nel campo Osservazioni]

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneto
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Casa di riposo Giovanni XXIII
  • INDIRIZZO Via Giuseppe Cottolengo, 1, Chieri (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto in esame ha subito, unitamente ad altre opere dell'Istituto, un restauro non pertinente, a cura di Enzo Mastromatteo di Torino, a seguito del quale si diede corso ad una denuncia negli anni 1963-1964, come risulta dal carteggio conservato presso la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici del Piemonte. Il dipinto è da ritenersi realizzato nell'ultimo quarto del Settecento da un pittore veneto, forse allievo dell'Accademia di Venezia per quell'accentuazione quasi classica delle figure che prelude al Neoclassicismo. Il paesaggio sullo sfondo, con piramidi e piccole figure, di buona fattura, è tipicamente veneto; il soggetto è molto diffuso. La composizione appare ben orchestrata nel gruppo delle tre figure femminili stanti che, con le posizioni e i gesti conducono l'osservatore verso l'ancella dipinta sul lato sinistro. Tali personaggi non mancano di manifestari echi della cultura accademica elaborata, in quegli stessi anni, in ambito centro italiano, e, in particolare, a Roma. I volti sono parzialmente alterati a causa del restauro subito, soprattutto quello dell'ancella a destra della figlia del Faraone. La scritta che si intravede appena nell'angolo destro in basso non è stata identificata. L'opera è stata esposta in mostra a Chieri nel 1999; in occasione dell'evento venne eseguito un ulteriore intervento di restauro, curato da Enzo Giovine e Lucio de Vero, con finanziamento del Rotary Club di Chieri, sotto la direzione di Claudio Bertolotto della Soprintendenza al Patrimonio Artistico e Storico del Piemonte, che ha permesso di riportare alla luce la firma, in basso a destra, del pittore Giovan Francesco Sacchetti (?-Torino, 1681). Pur non essendo state reperite ulteriori informazioni archivistiche, la tela è stata datata intorno al 1665-1679 sulla base del confronto con le poche opere note del pittore conservate in Torino, Andezeno e Chieri. Da un punto di vista iconografico l'opera riprende precisamente il passo biblico narrato nell'Esodo (2, 1-10), relativi all'abbandono di Mosè in una cesta, spalmata di bitume e di pece, posta nella giungacia sulla riva di un fiume, a seguito dell'ordine del faraone di uccidere tutti i primogeniti di stirpe ebraica. In particolare, la scena in esame, fa riferimento ai versetti 5 e 6 ove si narra del ritrovamento della cesta da parte della figlia del faraone che impose al neonato il nome Mosé poiché lo aveva tratto dalle acque, cfr. A. Cottino, scheda n. 11, in A. Cottino (a cura di), Aspetti della pittura del Seicento a Chieri. Scoperte e restauri, catalogo della mostra (Chieri, Palazzo Opesso-chiesa di S. Guglielmo, 11 settembre-24 ottobre 1999), Beinasco, 1999, pp. 119-121
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100017813
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI fronte/ in basso/ a destra - G. P. SACCHO/ FUGEBA - lettere capitali - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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