San Carlo Borromeo in adorazione della croce

dipinto post 1600 - ante 1624

Tela di forma rettangolare collocata entro cornice in legno di luce e profilo analoghi. Battuta liscia, tipologia a cassetta. Fascia interna modinata e dorata, fascia esterna modinata verniciata in colore scuro. Sulla destra, sopra due gradini è rappresentato, stante, s. Carlo Borromeo in preghiera di fronte ad una mensa d'altare. Il capo, con i capelli corti, con fronte stempiata, è circondato da un alone di luce. Porta la barba. Indossa una veste talare, al di sopra il camice bianco, bordato di pizzo e la mozzetta rossa, parzialmente coperta da un manto blu che è appoggiato sulle braccia, incrociate sul petto. Dietro la nuca, un angioletto in volo, emerso dalle nubi gli porge una corona di fiori. La mensa d'altare è ornata da un paliotto con motivo a recemi profilato da gallone in pizzo ed ornato, nella porzione superiore, da una frangia applicata. Sopra la mensa è posto un reliquiario a croce contentente la reliquia del Sacro Chiodo. Poggia su un basamento con piedi a ricciolo ornato da testina cherubica a rilievo. In basso, sulla destra, in corrispondenza dei gradini due angeli reggono uno stemma sormontato da corona aperta con croce centrale e cappello cardinalizio

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Caccia Guglielmo Detto Moncalvo (cerchia)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Casa di riposo Giovanni XXIII
  • INDIRIZZO Via Giuseppe Cottolengo, 1, Chieri (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera è il pendent del dipinto raffigurante il Beato Amedeo di Savoia, conservato nella stessa Sala del Consiglio. Antonio Bosio (Memorie storico-religiose e di Belle Arti del Duomo e delle altre chiese di Chieri, Torino, 1878, p. 234) descrive i due quadri che, nell'ultimo quarto dell'Ottocento si trovavano nella chiesa della confraternita di S. Bernardino di Chieri: "I quadri di S. Carlo e del Beato Amedeo di Savoia erano già nella antica chiesa di S. Bernardino presso S. Francesco". La notizia è riconfermata da Secondo Caselle (La Confraternita del S.S. Nome di Gesù, estratto dal "Corriere di Chieri", Chieri, 1977, p. 9), il quale ricorda che lo spostamento avvenne intorno al 1775. L'opera in esame risente degli influssi della pittura tardomanierista: il santo è raffigurato nel tipico atteggiamento pietistico di ispirazione controriformata. E' da ritenersi realizzato da un pittore della cerchia moncalvesca, come conferma anche la tipologia dei due putti reggi-stemma. S. Carlo è dipinto mentre un angelo gli stà ponendo sul capo una ghirlanda, simbolo di beatificazione. Dal momento che l'arcivescovo milanese venne canonizzato nel 1610, la tela non dovrebbe, sia per tale motivo iconografico, sia, soprattutto, per i caratteri stilistici, allontanarsi troppo da questa data. La scritta sui gradini, indicativa della data di morte del presule, potrebbe essere apocrifa, in quanto presenta i medesimi caratteri di quella sul quadro pendent, ove, per motivi di datazione, è da ritenersi aggiunta in un secondo tempo. Lo stemma sorretto da putti non è stato identificato. L'opera è stata esposta in mostra a Chieri nel 1999; in occasione dell'evento sono state effettuate ricerche archivistiche che hanno permesso di individuare presso il "Registro dei consigli dal 1597 al 1661" dell'oratorio di S. Bernardino la menzione al 19 luglio 1626 per "la fattura di doi quadri uno di Santo Carolo et altro del Beato Amedeo che si sono ordinati farsi In tella et a olio nelle collone della capella con altri ornam.ti". Il successivo 21 luglio vennero redatti i "capituli" per l'impresa, ovvero il contratto di allogazione per la macchina d'altare lignea ed i dipinti. Vennero presentati vari preventivi ed il più vantaggioso fu quello proposto dal pittore chierese Francesco Fea (documentato a partire dal 1607, quale collaboratore del Moncalvo all'impresa della "Grande Galleria" di Carlo Emanuele I e già deceduto nel 1642) che richiese la somma di cento ducatoni, compresa la doratura della cornice ed il restauro di una tela con l'Annunciazione conservato nell'oratorio. E' stato inoltre rilevato come l'opera in esame sia una ripresa palmare della tela, di analogo soggetto, opera di Guglielmo Caccia realizzata per la chiesa di S. Antonio a Moncalvo e come il Bosio citasse altri tre dipinti con soggetto il presule milanese conservati in Chieri e riferiti al Moncalvo, cfr. A. Marchesin, scheda 5, in A. Cottino (a cura di), Aspetti della pittura del Seicento a Chieri. Scoperte e restauri, catalogo della mostra (Chieri, Palazzo Opesso-chiesa di S. Guglielmo, 11 settembre-24 ottobre 1999), Beinasco, 1999, pp. 104-107
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100017785
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI in basso/ a sinistra/ sul secondo gradino - S. CAROLVS BORROMEVS CARDINALIS OBYT/ MEDIOLANI DIE TERTIA 96RIS 1584 - lettere capitali - a pennello - latino
  • STEMMI in basso/ a destra - cardinalizio - Stemma - cimato da cappello cardinalizio e corona aperta sormontata al centro da croce/ sorretto da due angeli
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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