altare maggiore, insieme di Vaglio Giovanni (ultimo quarto sec. XVII)

altare maggiore, 1682-1684

L'altare, dipinto di grigio, verdino e oro, presenta una complessa struttura architettonica con anse laterali sagomate nella parte inferiore. Il dossale è articolato in due corpi sovrapposti: uno è costituito da colonnine tortili disposte prospetticamente, con sculture raffiguranti le quattro Virtù cardinali e, al centro, la SS. Trinità che incorona la Vergine; l'altro è costituito da un'edicola ottagonale a cupola, affiancata da brevi balaustre, con sculture raffiguranti le tre Virtù teologali; in alto, attorno al Redentore in gloria, angeli con i simboli della passione. Sui due lati si collegano all'altare i portali che immettono nel coro, sovrastati da sculture raffiguranti i santi patroni della chiesa, Sebastiano e Fabiano. Ornati e sculture sono lavorati solo sul prospetto

  • OGGETTO altare maggiore
  • MATERIA E TECNICA legno/ scultura/ tornitura/ pittura/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Vaglio Giovanni (1660/ 1697)
  • LOCALIZZAZIONE Biella (BI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'altare, uno dei più significativi complessi della plastica barocca biellese in questo settore, fu eseguito tra il 14 giugno 1682 e il 15 maggio 1684 da Giovanni Vaglio, per un compenso "in livre quattrocento cinquanta cinque e sommate due vino con alcune albere". E' quanto risulta da dati d'archivio a suo tempo ritrovati da Roccavilla e oggi purtroppo scomparsi (ROCCAVILLA A., L'arte nel biellese, Biella 1905, pp. 85 - 87; LEBOLE D., Storia della Chiesa biellese. Le Confraternite, vol. I, Biella 1971, p. 208). Roccavilla, che sottolinea le qualità espressive e di modellato delle sculture, nonchè l'armonia dl complesso, dava notizia, sempre su basi documentarie, di vari elementi plastici aggiunti dallo stesso Vaglio nel corso del lavoro, rispetto al disegno originario. L'opera è ricordata da Midana e più diffusamente da Lebole, che rileva come la qualità ricorda altri lavori di Vaglio, oggi perduti, come l'ancona dell'altare maggiore della parrocchiale di Valle S. Nicolao (MIDANA A., L'arte del legno i Piemonte nel Sei e nel Settecento, Torino s.d. (1925), p. XIX; LEBOLE D., Storia della Chiesa biellese. Le Confraternite, vol. I, Biella 1971, pp. 208 - 209). Dallo stesso Lebole sappiamo che l'altare fu poi dorato e dipinto nel 1706. L'ancona di Vaglio è citata come opera di primo piano nel settore dell'intaglio ligneo a Biella da Mallè, che sottolinea la particolare qualità dell'impianto strutturale e della decorazione plastica; l'autore indica erroneamente l'ancona come situata a Biella - Piazzo (MALLE' L., Le arti figurative in Piemonte, Torino s.d. (1974), vol. II, p. 144). Lebole riferisce, sulla base di documenti d'archivio, che nel 1864 la Confraternita affidava al pittore Antonio Ciancia, assieme ad altri lavori, il restauro dell'ancona dell'altare maggiore (LEBOLE D., Storia della Chiesa biellese. Le Confraternite, vol. I, Biella 1971, p. 218). (LEBOLE D., La chiesa biellese nella storia e nell'arte, Biella 1962, vol. I)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100017638-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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