pianeta, opera isolata - manifattura italiana, manifattura fiammingo-borgognona (seconda metà, ultimo quarto sec. XV, sec. XV, sec. XVIII)

pianeta, 1450 - 1499

La pianeta è stata confezionata con numerosi frammenti di velluto ad un corpo cremisi tagliato broccato: sul fondo decorato da tronconi che reggono grandi infiorescenze stilizzate, si snoda un tralcio in oro filato broccato che regge carnosi frutti e foglie lanciolate. Questi frammenti sono uniti con pannelli di velluto tagliato ad un corpo color cremisi impiegati per formare la zona delle spalle e del petto. Sul petto, il velluto è impreziosito con l'applicazione del motivo a tralcio in oro filato, ricavato dalla prima tipologia di tessuto. Le colonne sono decorate con edicole architettoniche contenenti figure di profeti, eseguite a ricamo, su tela di lino ecru, con filati in seta policroma. La veste è rifinita con galloni in oro filato e oro lamellare

  • OGGETTO pianeta
  • MATERIA E TECNICA seta/ velluto broccato in oro
    filo dorato/ lavorazione a telaio/ lavorazione a ago
    seta/ velluto liscio o tagliato
    tela di lino/ ricamo in seta
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana Manifattura Fiammingo-borgognona
  • LOCALIZZAZIONE Masserano (BI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il parato, menzionato da A. ROCCAVILLA, L'arte nel biellese, Biella 1905, pp. 129-130; G. FONTANELLA, Biella e il Biellese, Biella 1969, p. 248; V. BARALE, Il Principato di Masserano e il Marchesato di Crevacuore, Vercelli 1987, pp. 238-239; D. LEBOLE (a cura di), I Tesori di Masserano, catalogo della mostra di Masserano, Quart 2002, p. 6, è stato oggetto di studio da G. L. BOVENZI, Tessuti e ricami, in V. NATALE (a cura di), Arti figurative a Biella e a Vercelli. Il Quattrocento, Candelo 2005, pp. 155-158. Il corpo della veste liturgica è formato da numerosi frammenti di velluto tagliato operato ad un corpo rosso broccato, integrato, soprattutto nella zona delle spalle e del petto, da alcuni pannelli di velluto tagliato ad un corpo color rosso, In assenza di attestazioni documentarie e di un approfondito restauro, la datazione di un tessuto privo di decorazioni risulta essere assai ardua, si colloca il velluto, in modo dubitativo, al Settecento. Sulle colonne sono, invece, presenti cartelle ricamate rappresentanti, nella faccia anteriore, S. Pietro, S. Andrea e un Apostolo non identificabile, in quanto si è conservato solo il busto, sulla faccia posteriore, S. Paolo, S. Giovanni Evangelista e S. Mattia. Sebbene le ridotte dimensioni dei frammenti di velluto broccato non permetta di leggere nella sua interezza il partito decorativo, appare con uno stupefacente esempio della produzione tessile quattrocentesca, impreziosito da un sinuoso tralcio dorato, dal quale si originano melograni, che si snoda sullo sfondo rosso, impreziosito da grandi fiori stilizzati polilobati, affiancati da carnosi frutti di melograna, entrambi sostenuti da un ramo. Il disegno del fondo si ricollega a strutture compositive ampiamente attestate nel corso del Quattrocento (D. DEVOTI, L'arte del tessuto in Europa, Milano 1974, scheda 74; D. DAVANZO POLI, La collezione Cini dei Musei Civici Veneziani. Tessuti Antichi, in "Civici Musei Veneziani d'Arte e di Storia. Bollettino", n. 1-4, 1989, pp. 20-21, schede 2-3; R. ORSI LANDINI, Il trionfo del velluto. La produzione italiana rinascimentale, in F. DE' MARINIS (a cura di), Velluto. Fortune Tecniche Mode, Milano 1993, pp. 22-23; R. Orsi Landini, scheda 3, in A. ZANNI, M. BELLEZZA ROSINA, M. GHIRARDI (a cura di), Velluti e Moda tra XV e XVII secolo, catalogo della mostra di Milano, Milano-Ginevra 1999, p. 50, scheda n. 3 di R. Orsi Landini; R. ORSI LANDINI (a cura di), I tesori salvati di Montecassino. Antichi tessuti e paramenti sacri, catalogo della mostra di Montecassino, Pescara 2004, pp. 54-55, scheda n. 4 di M. Cermignani, M. P. Pettinau Vescina; S. DESROSIERS, Musée National du Moyen Âge. Thermes de Cluny. Soieries et autres textiles de l'Antiquité au XVI siècle, Parigi 2004, pp. 405-406, scheda n. 233), ma rilette con il gusto per forme sontuose e maestose che si ritrova in manufatti datati alla seconda metà del secolo (R. DE GENNARO (a cura di), Velluti operati del XV secolo col motivo " de'camini", Firenze 1987, p. 34, scheda n. 14 di R. De Gennaro, P. Peri; M. CATALDI GALLO (a cura di)), Arte e lusso della seta a Genova dal'500 al'700, catalogo della mostra di Genova, Torino 2000, p. 210, scheda n. 5 di M. R. Montani). Non ci è dato sapere se il prezioso velluto venne ricavato dallo stesso parato dal quale provenivano i pannelli ricamati posti sulle colonne della pianeta, la cui lettura stilistica è stata irrimediabilmente compromessa da un incauto restauro moderno. La ricerca è inoltre resa ancora più complessa non solo dalla mobilità dei modelli, manufatti ed artisti, ma anche dal processo produttivo dei ricami. Le pitture ad ago sono il frutto di una stretta collaborazione fra il pittore, che forniva il disegno, e i ricamatori; ma per opere meno impegnative, quali, ad esempio, le figure degli apostoli, i ricami potevano essere realizzati "in serie", basandosi su prototipi noti e diffusi, ripetuti più volte, eseguendo il corpo, al quale venivano aggiunti, secondo i desideri del committente, il volto e gli attributi iconografici (R. BONITO FANELLI, Tessuti e ricami, in Il tesoro della Basilica di San Francesco ad Assisi, Assisi, Firenze 1980, pp. 83-84; R. VAROLI PIAZZA, Dall'ideazione all'esecuzione, ovvero dal disegno di Antonio del Pollaiolo al ricamo compiuto, in R. VAROLI PIAZZA (a cura di), Il paliotto di Sisto IV ad Assisi. Indagini e intervento conservativo, Assisi 1991, pp. 29-30; F. PERTEGATO, I ricami per il piviale di Sisto IV. Tecniche esecutive ed interventi conservativi, in V. ABBATE, E. D'AMICO, F. PERTEGATO (a cura di), Il piviale di Sisto IV a Palermo. Studi e interventi conservativi, catalogo della mostra, Palermo 1998, p. 84; M. CARMIGNANI, I ricami del piviale di Niccolò V, in B. PAOLOZZI STROZZI (a cura di), Il parato di Niccolò V per il Giubileo del 1450, catalogo della mostra, Firenze 2000, p. 46; CONTINUA IN CAMPO OSS
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100010742-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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