Pastorizia a Ugento

XXI

"La pastorizia ha rappresentato un’economia importante per il territorio almeno sino alla fine del '700, quando poi i pascoli sono venuti a mancare con la piantumazione di oliveti è andata quasi a scemare anche questa pratica di allevamento, parlo di ovini, caprini e quant’altro. (…) Se prendiamo il territorio di Ugento che come, tra virgolette, feudo è il terzo più grande della provincia di Lecce, [la pastorizia] si concentrava principalmente quasi a ridosso della fascia costiera, quindi vicino alla marina della frazione di San Giovanni e poi nelle contrade a ridosso dei comuni vicini di Taurisano e Casarano. Lì è più forte la presenza di masserie, alcune anche – sebben poche – attive ancora oggi. Parlo da un punto di vista di economia pastorale e… quindi era quella la fascia economico-produttiva del territorio ugentino. Anche perché se andavi più verso la costa ti imbattevi poi nelle paludi che erano poi prettamente malariche, malsane, poi sono state bonificate a partire dal 1922 ma questa è un’altra storia ovviamente". In un altro estratto dello stesso documento video, Angelo fornisce ulteriori notizie interessanti circa il declino della pastorizia; si riporta di seguito il suo parlato: "Quando hanno iniziato a seccare gli oliveti, io l’ho chiamata ‘la vendetta della pastorizia’… Perché? Noi sul finire del ‘500 iniziamo a tagliare questi boschi, a ‘smacchiare’ diceva mia nonna, smacchiamento che è finito fino al dopoguerra, quasi. Quindi, tu togliendo questi boschi, dovevi riempire con qualcosa. Con che cosa? Ulivi, ulivi, produzione di botti con il legname, olio d’oliva lampante, esportazione. Quindi i frantoi ipogei a Gallipoli, a Presicce, a quant’altro, oh! Quindi tu hai perso che cosa? Tutto quel contesto, appunto, pastorale perché hai tolto pascolo, cioè #addù a mancine e pecure#?. Tutte le diatribe poi legate al pascolo tra il contadino e il pastore, la diffidenza del contadino verso il pastore visto come, no? diciamo ‘delinquente’… anche mio nonno diceva: ‘No, i #pecurari, lassali perdere, no se po’ ragionare#’… quindi racconti appunto legati al fatto che il pastore non potesse andare a pascolare nel terreno 'poi #ma ruvinare le chiante#, tutte ste storie qua... Hai perso, ti dicevo, una razza di pecora che è la moscia leccese con il capo lungo e le orecchie a penzoloni così. Le hai perse, scomparse, c’è forse qualche capo nel magliese, se non è morta. Vedi, hai perso tipicità. Perché tu che cosa potevi fare? #Putivi fare u formaggiu dop de dda pecura ddai perché sta sulu# a Lecce e il latte lo produciamo solo noi. (…) Se tu vai nelle fonti antiche non è che ti dice la Messapia famosa per l’olio, ti dice la Messapia famosa per il grano, il vino, il miele e le greggi"

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