Furesi e funni. Storie di vita. Storie di contadini salariati: la lavorazione del tabacco

XXI

Pierina Muscatello è stata un’emigrante stagionale per la lavorazione del tabacco per 23 anni della sua vita. Nel documento fotografico si trova a Lavello in provincia di Potenza con la sua famiglia. Di solito partiva prima il padre per preparare i semenzai e poi tutta la famiglia per piantare il tabacco. Racconta nel documento audio: «Facivine u tabbaccu. Nc’erane i genitori mei, io era sposata de pocu. Allora scia u papà meu e facia i chiantinari – mo signuria no sai – facia i semenzai pe la chiantime e poi scivene dopu nui e chiantavane poi. Chiantavane tutti insieme, sì.» Nella fotografia da destra: Attilio Muscatello (fratello di Pierina), Antonio Muscatello (padre di Pierina) che tiene in braccio Franca De Maglie (figlia di Pierina), Mafalda Muscatello (sorella di Pierina) e dietro Cosimino De Maglie (marito di Pierina), Anna Maria Muscatello (sorella di Pierina, deceduta), Fidalma (una ragazza di Cocumola portata da Pierina per curarle la bambina mentre lavorava il tabacco), Paola Muscatello (sorella di Pierina), Pierina Muscatello e Benedetta (sorella piccola di Pierina)

  • OGGETTO furesi e funni. storie di vita. storie di contadini salariati: la lavorazione del tabacco
  • CLASSIFICAZIONE LETTERATURA ORALE NON FORMALIZZATA
  • LOCALIZZAZIONE Minervino Di Lecce (LE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tra il 1950 e il 1960 l’emigrazione italiana subisce importanti mutamenti, rispetto allo scorcio dei primi anni del dopoguerra, divenendo stagionale e interna ai confini nazionali. Per lo sviluppo economico di alcune aree territoriali, infatti, negli anni del Governo De Gasperi furono varati importanti provvedimenti di riforma agraria, destinati a modificare l’assetto delle campagne italiane. Nel ottobre del 1950 venne approvata la “legge stralcio”, destinata a tutte le regioni del sud, Lazio e Sardegna. L’obiettivo della riforma era sostanzialmente quello di placare le tensioni sociali nelle campagne meridionali, aumentando la mano d’opera spostatasi al nord e incentivando le piccole aziende a investire e rispettare le direttive degli ispettori agrari (Istituto L. Sturzo, L’Italia repubblicana e gli anni dello sviluppo, 2003). Nello stesso anno venne istituita la Cassa per il Mezzogiorno che si poneva come obiettivo quello di favorire la realizzazione di opere di sistemazione delle infrastrutture, dai bacini montani ai corsi d'acqua, alle bonifiche, ai sistemi di irrigazioni, di viabilità, degli acquedotti e fognature, nonché di programmazione e di sostegno ai fini dello sviluppo delle regioni (BIBR: BAGNASCO, 1977). In Basilicata le lotte contadine riguardarono i cambiamenti delle condizioni di lavoro, l’abolizione del latifondo e la spartizione delle terre. I primi casi documentati sono quelli di Venosa, dove vennero prese di mira le terre della famiglia Rampolla; seguirono poi episodi a Rionero in Vulture, nell’agro delle famiglie Catena, Giannattasio e Fortunato, nel melfese nelle proprietà della famiglia Doria, e nelle terre di Guidone, Spada e Cosentino (BIBR: RUSSO, 1999, pp. 20-82). La percentuale degli addetti all’agricoltura in quegli anni in Basilicata e la loro incidenza sul totale della popolazione attiva era del 73,0% nei confronti dell’industria (8,3%) e del terziario (18,7%) (BIBR: PRINZI, 1956). È interessante rilevare come parecchi lavoratori fossero definiti “giornalieri” e, con un numero di 35.236 unità, costituissero una cospicua parte della popolazione rurale81. In questa situazione di enormi squilibri la nascente Riforma dovette confrontarsi con due gruppi di appezzamenti fondiari ben distinti tra loro. Il primo, costituito dalle proprietà di pianura, dove il grande imprenditore fittuario conduceva direttamente con salariati fissi e braccianti avventizi, talvolta anche sub-conducendo in affitto; il secondo, tipico delle zone di collina e di montagna, dove erano presenti, oltre i fittuari, i microproprietari diretti, con una agricoltura di tipo estensivo, il ben noto latifondo contadino, ed una eccedenza demografica in rapporto al lavoro. Questo secondo raggruppamento, “dove più che di agricoltura si parla di pazzia”, nelle località interne della regione, offriva il triste spettacolo giornaliero dei contadini che, “presi spezzoni di terra su di un territorio molto esteso in affitto”, si alzavano all’alba per raggiungere i fondi, distanti spesso km. e km. dal paese, oltrepassando la cerchia degli orti e smarrendosi nel mare del grano a coltura estensiva, mare che solo ad un occhio esperto tradiva innumerevoli tracce di divisioni e confini”. (BIBR: ROSSI-DORIA, 1982). Da consultare: De Santis Gianni, Filieri Giorgio V., Imbriani Eugenio, La storia costruita. Storia di tabacchine grike a Sternatia nel dopoguerra, Kurumuny, Calimera (Le), 2009; Michele Colucci, L’emigrazione italiana verso i paesi europei negli anni ’60 e ’701, in la società contemporanea/ Fuga dall’Italia? Novità e continuità delle migrazioni italiane all’estero, Quaderni di sociologia, Nuova Serie Volume LXV, n. 86 (2/2021); Tommaso Vitale, N. Panichella, Meridionali al nord. Migrazioni interne e società italiana dal dopoguerra ad oggi, in "Rassegna Italiana di Sociologia, Rivista trimestrale fondata da Camillo Pellizzi" 2/2016, il Mulino, Bologna. nel Mezzogiorno (BIBR: SABATUCCI, VIDOTTO, 2004). La classe dirigente conosceva ben poco la condizione di vita dei contadini, generalmente ai limiti della sussistenza fisica, trascurati nella loro situazione di disagio sociale e di sottosviluppo economico. La privativa fiscale prevedeva che per la fabbricazione e la vendita, o per la vendita soltanto di quei generi, il monopolio fosse a favore dello Stato, vietandone ai privati la fabbricazione e la vendita privata. Fu imposto ai fabbricanti di cedere il prodotto esclusivamente allo Stato, il quale diventava così libero nella fissazione del prezzo, che poteva elevare fino al punto da comprendere in esso, oltre al costo del prodotto, la quota di imposta prestabilita, previo concessioni regolate centralmente, dal nord al sud della penisola (BIBR: CAPALBIO, 1999). Per la gestione dei Monopoli di Stato si ritenne opportuno costituire un'Amministrazione autonoma, con un proprio bilancio con R.D.L. 8 dicembre 1927, n. 2258, convertito dalla legge n. 3474 del 6 dicembre 1928; regolamento 29 dicembre 1927, n. 2452. Il monopolio del sale e del tabacco fu regolato successivamente dalla legge 17 luglio 1942, n. 907, e dalla legge 11 luglio 1952, n. 1641. Nel 1974 il monopolio di vendita del sale è stato abolito e diversi decreti legislativi si son o susseguiti per il tabacco, fino alla privatizzazione avvenuta nel primo ventennio del XXI secolo (BIBR: DIANA, 1999, p. 55)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • AUTORE DELLA FOTOGRAFIA Ricchiuto, Ornella
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 16-ICCD_MODI_8110099757761
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE SONORA file digitale MP3 (1)


  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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