Canto sulla pastorizia

XXI

"Marituma è pecuraru" è un canto che Anna Cinzia Villani ha scoperto trascrivendo dei materiali d'archivio recuperati nel Capo di Leuca. E' un canto monodico e il signore che lo eseguiva negli anni '70 si accompagnava con un pezzo di tavola facendo il ritmo turco maksum. Un canto diffuso in Puglia e Basilicata. Il testo del canto è legato al mestiere del pastore che sta con gli animali per giorni e giorni, senza lasciare mai il gregge da solo, cosicché questo diventa più importante della moglie. Infatti, il canto mette in luce proprio il punto di vista della moglie di un pastore che torna a casa ogni quindici giorni (#marituma è pecuraru e nu nci vene mai/ vene nna fiata sula alla quindicina/ se minte musi musi alla cucina#) e si mette in un angolo della cucina aspettando di mangiare ciò che ha preparato la moglie con la mente rivolta agli animali rimasti soli. Da qui la protesta della donna che minaccia il marito di voler andarsene con il padrone. Nel canto emerge una forma di patriarcato ma anche una forza femminile di ribellione allo status quo. Anna Cinzia Villani esegue dei versi cantati del brano

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