Chiesa di Santa Eufemia

XXI

La testimonianza di Antonio Lia, ex sindaco di Specchia, si lega alla storia e all’evoluzione della Chiesa di Santa Eufemia, popolarmente conosciuta come "Santa Fumìa" in dialetto specchiese. Di origine bizantina e poi alto romanica, la chiesa è situata presso “Campo romano” dove nacque il primo nucleo abitativo di Specchia, successivamente espansosi verso nord per difendersi dagli attacchi turchi. Rimasta in stato di abbandono per lungo tempo, l’edificio venne sottoposto a un’opera di restauro sotto la supervisione della Soprintenza ai Monumenti e Gallerie di Puglia. Durante alcuni scavi nel giardino che circonda la chiesa, furono ritrovate delle tombe dove le persone seppellite avevano il volto protetto da una tegola. La chiesa è aperta al culto religioso di Sant’Eufemia, molto sentito e venerato dai cittadini di Specchia

  • OGGETTO chiesa di santa eufemia
  • CLASSIFICAZIONE LETTERATURA ORALE NON FORMALIZZATA
  • LOCALIZZAZIONE Specchia (LE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Lungo la via dei pellegrini che percorrendo il Salento, una volta, arrivava fino a Santa Maria di Leuca, si incontra un insediamento di età romana denominato Grassano dove è ubicata la chiesa di Sant’eufemia (Santa Fumìa in dialetto specchiese). L’edificio è stato costruito riutilizzando conci e colonne in pietra leccese provenienti dal casale di Grassano. E’ stato datato da alcuni studiosi al VI secolo, con aggiunte all’interno delle arcate laterali nell’VIII secolo. Ricordata per la prima volta in un documento di Federico II del 1219, la Chiesa presenta una pianta longitudinale (15,30 X 8,55 metri) e un’abside di tipo poligonale esternamente e semicircolare internamente, di chiara derivazione altomedievale, rivolta ad oriente, ossia il punto in cui sorge il sole (simbolo della divinità cristiana) nel giorno in cui si celebrava la festa della santa alla quale la chiesa è dedicata. La chiesa ha subìto intervento di restauro statico e conservativo, da parte della Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie di Puglia, tra il 1975 e il 1981. La facciata monocupidale segue la copertura. Sulla porta d’ingresso principale, ad arco a tutto sesto, è la bifora divisa da una colonnina con capitello tronco-piramidale ornato da una croce inscritta in un cerchio. In cima campeggia il trionfo della croce di recente fattura. L’edificio, rivolto ad Oriente, ha una pianta longitudinale a tre navate, un’abside di derivazione bizantina che appare semicircolare all’interno e di poligonale all’esterno, con un’ampia bifora. Non ci è giunto l’altare originario, ma dopo la ristrutturazione è stata collocata una mensa in pietra. Precede l’abside una serie di tre archi, di cui quello centrale è più ampio, sorretti da tre colonne dal fusto monolitico e di varia circonferenza e da un lungo monolite squadrato. Le tre navate sono delineate da colonne monolitiche di diversa circonferenza che sorreggono le arcate a tutto sesto. Uno scavo, effettuato nell’area di fronte alla facciata e sul fianco meridionale della costruzione, ha messo in luce un piccolo cimitero con fosse scavate nella terra ed altre delimitate da pietre poste di taglio. Si tratta di sepolture anche multiple datate – grazie al rinvenimento di oggetti in ferro e bronzo – al primo terzo del XIV secolo, da riferire ad una fase di vita molto tarda del casale di Grassano, di cui la chiesa faceva parte. L’ingresso è costituito da un portale sormontato da un arco a tutto sesto sopra il quale vi è una grande bifora, divisa da una colonna con capitello tronco piramidale ornato da una croce patente inserita in un cerchio. L’interno è suddiviso in tre navate delimitate da colonne monolitiche che sorreggono archi a tutto sesto. Le campate sono irregolari, sia in relazione all’asse della chiesa sia nella distanza tra le colonne che hanno diverse circonferenze. A seguito degli ultimi restauri, nell’abside a catino è stato collocato un sobrio altare di pietra leccese, costituito da un monolite e da una lastra tombale proveniente dallo scavo del cimitero adiacente. La Cappella fu descritta da Monsignor Tommaso De Rossi in occasione della Santa Visita del 1711: […] vi sono tre altari: uno è dedicato a S. Eufemia dipinta sulla tela, un altro con l’immagine della stessa S. Eufemia dipinta sulla parete ed il terzo è dedicato alla Madonna. In questa chiesa c’è un grande concorso di popolo nella prima domenica di luglio. La chiesa ha una campanella con la casa per l’oblato ed un piccolo giardino. Serve in questa chiesa il devoto sacerdote Don Giovanni Ciardo […]. (BIBR: Cavalera, Marco, 2015)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • AUTORE DELLA FOTOGRAFIA Ricchiuto, Ornella
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 16-ICCD_MODI_5395793401861
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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