Architetture rurali nel Parco Paduli

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Mauro Lazzari e Simona De Mitri discorrono delle peculiari architetture rurali presenti nella vasta area del Parco Paduli che comprende dieci comuni: San Cassiano, Supersano, Nociglia, Scorrano, Surano, Sanarica, Botrugno, Maglie, Muro Leccese e Giuggianello. Nell'uliveto pubblico di San Cassiano e sulle serre del Parco Paduli ritroviamo architetture costruite con la tecnica del muretto a secco mentre in numerose parti del Parco - un tempo paludose - vi sono soprattutto edifici in conci di tufo; qui il problema principale era come allontanare l’acqua dai campi e l’impossibilità dunque di spietrare i terreni. Le casette erano utilizzate soprattutto nel periodo estivo. Ai piedi delle serre vi sono ancora oggi le masserie, in particolar modo le ritroviamo a Supersano; queste si collocavano sulle strade di maggiore percorrenza, in aree più ventilate e lontane dalle zone paludose soggette alla malaria. Nell'area dei Paludi vi è un sistema di canali grazie al quale le acque vengono raccolte permettendo ai contadini di coltivare i propri terreni e le stesse acque defluiscono verso le vore (cavità carsiche naturali). L’associazione “Abitare i Paduli” APS, di cui fanno parte i due testimoni intervistati, si è preoccupata di recuperare il patrimonio materiale relativo alle architetture rurali minori; ne è un esempio la #casedda# restrutturata seguendo un approccio bioclimatico, impiegando materiali naturali e combinando la tecnica costruttiva tradizionale con i comfort contemporanei. Sono casette che autoproducono l’energia elettrica e hanno un sistema di raccolta delle acque piovane con cui si coltivano i campi circostanti

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