Avendo studiato il pomodoro per più di 30 anni, quando è partito il Consorzio per il sequenziamento per il genoma del pomodoro, il nostro gruppo all’Università di Napoli Federico II è stato contattato immediatamente e quindi noi ben volentieri abbiamo partecipato a quest’avventura, sapendo che ovviamente le radici della storia potevano essere dentro il sequenziamento del genoma […] e una volta che questo è stato sequenziato abbiamo scoperto, per esempio, quando si è diversificato il pomodoro. Diciamo che la prima diversificazione dal punto di vista biologico si è avuta 70-80 milioni di anni fa e la seconda 40 milioni di anni fa. La cosa stupefacente è che il secondo momento di diversificazione, avvenuto 40 milioni di anni fa, ha portato alla formazione di tutti i geni che oggi sono conosciuti e che sono coinvolti nella maturazione della bacca del pomodoro […]. In tutto questo il #San Marzano# che cosa c’entra? C’entra perché noi abbiamo risequenziato il genoma del pomodoro, e questo è un lavoro che è uscito qualche mese fa e siamo stati capaci di capire perché il #San Marzano# è una specie che si adatta solo in questa zona; per tanti anni, in Italia sono state fatte delle prove per poter coltivare il #San Marzano#, dalla Sicilia al Veneto, dal Veneto al Piemonte, ma sono sempre fallite, perché questa specie si è talmente adattata alle condizioni della regione Campania e soprattutto nell’area dell’agro sarnese nocerino, che è stato impossibile esportarne la coltivazione, sotto certi punti di vista questo è stato un fatto estremamente positivo perché ha consentito a questo ecotipo di essere conosciuto e riconosciuto come un prodotto tipico di quest’area […] il #San Marzano#, così come per esempio il #Corbarino#, così come il #Piennolo del Vesuvio#, sono degli ecotipi che si sono adattati a quest’area creando poi la storia del pomodoro. Sono la storia del pomodoro in Campania