Festa di Sant'Antonio Abate (bene complesso/ parte componente)

Un elemento che caratterizza la festa di Sant’Antonio Abate a Collelongo è la presenza di un folto gruppo di suonatori, organizzati in bande, che nei giorni tra il 10 e il 17 gennaio sono soliti attraversare il paese, visitare le case o i bar nei giorni ordinari e le #cuttore# nei giorni della festa, facendo risuonare il brano locale in onore del santo, che costituisce un repertorio unico (questo brano è eseguito senza soluzione di continuità per tutta la durata della festa, e non è prevista l’esecuzione di altro repertorio). Questi suonatori si riuniscono tutti insieme la sera del 16 gennaio per accompagnare il corteo delle #cuttore#, nel quale sfilano. La loro presenza conferisce al corteo il ritmo e la base musicale su cui viene eseguito a gran voce il brano devozionale in onore del santo, che viene appreso in forma spontanea sin dall’infanzia presso la comunità locale. Ai visitatori il testo viene distribuito prima del corteo, in modo che tutti possano partecipare con la loro voce (nonostante la difficoltà del dialetto locale, non facilmente comprensibile per chi arrivi da altre località, lontane o vicine). I gruppi sono composti da suonatori di tutte le età, tutti di genere maschile; bambine, donne e ragazze partecipano cantando, assieme agli altri uomini che non partecipano al gruppo dei suonatori. Gli strumenti musicali sono sempre caratterizzati dalla presenza di un’icona del santo. Nei giorni tra il 10 e il 16 gennaio piccoli gruppi di suonatori attraversano il paese facendo risuonare la loro musica; la loro presenza caratterizza le #paste# di Sant’Antonio, i pasti collettivi che vengono offerti da famiglie e gruppi di amici ogni giorno, secondo un calendario organizzato dal Comitato Festa di Sant’Antonio. I gruppi hanno un’organizzazione spontanea e sono generalmente accompagnati da un uomo che veste i panni del santo (con saio e bastone, sul quale è posta un’immagine del santo). Dopo la conclusione del corteo ufficiale delle #cuttore#, la notte tra il 16 e il 17 gennaio, si formano piccoli gruppi di suonatori che fanno visita alle #cuttore#; in questo giro notturno del paese i vari gruppi di suonatori si incontrano tra loro e spesso il repertorio eseguito varia. in questo giro notturno del paese i vari gruppi di suonatori si incontrano tra loro e spesso il repertorio eseguito varia. Si eseguono alcune strofe assenti dalla tradizione semiculta del brano, che fanno invece diretto riferimento alla tradizione del canto di questua: “buonasera signora padrona,/ siam venuti a canta’ la ‘razione, / la ‘razione la ‘razionetta/ la signora ci dà la panetta” (buonasera signora padrona, siamo venuta a cantare l’orazione/ l’orazione, l’orazione piccola/ la signora ci dà il panino”). Al brano vengono aggiunte in coda alcune strofe non canoniche, che tendono a identificare la figura di Sant’Antonio Abate con una sorta di patrono del buon vivere, capace di garantire ai suoi devoti l’incolumità dalle fatiche e i piaceri del vino (di alcune di queste strofe si fornisce qui di seguito la traduzione: “Sant’Antonio mio benigno,/ protettore delle vigne,/ non ci fare né zappare né potare,/ facci solo ubriacare// Sant’Antonio mio beato,/ meglio ciucco che ammalato./Quando il medico dice che è troppo/ meglio il vino che lo sciroppo”)

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