Festa di Sant'Antonio Abate (bene complesso/ parte componente)

Il termine #cuttora# (ma è molto diffusa anche la forma #cottora#) indica il grosso caldaio in cui si mette a cuocere il granturco, all’interno di un camino che viene acceso al rintocco delle campane dei vespri del 16 gennaio, alle ore 16:00. L’accensione, in tutte le #cuttore#, è accompagnata dalla recita delle litanie; per l’accensione si utilizzano frasche di ginepro (il ginepro in alcuni casi viene utilizzato anche al momento della benedizione), localmente detto #nibbje#. Con lo stesso termine #cuttora# si indica anche il locale in cui si svolge la festa, e dove si ospitano i visitatori e le bande di suonatori, che tutta la notte attraversano il paese intonando il canto devozionale in onore del santo. Le #cuttore# vengono allestite dopo l’Epifania all’interno di abitazioni private ubicate in diverse zone del paese, abitazioni tipiche caratterizzate dalla presenza di un grande camino; il camino è sempre addobbato con una fila di arance (dette #pertecalle#) e con un’immagine del santo. Il numero delle #cuttore# è variabile, ma solitamente se ne allestiscono nove o dieci; le più antiche oggi ancora in funzione sono quelle di “Zia Stella” (famiglia Giuliano Sansone e amici) e di “Fiore” (famiglia Domenico Fiore e amici). Seguono le #cuttore# allestite da associazioni, tra cui quella della Proloco e quella del Gruppo Alpini Collelongo, e quelle di gruppi di amici: Classe Settantuno, Vicolo degli Ebrei, Tozz’, L’allegra cuttora, Classe ‘80, La nuova cuttora. Il grosso caldaio viene riempito con acqua dentro cui sono messi a cuocere i #cicerocchi# (chicchi di granturco) che, portati a ebollizione, vengono poi mescolati più volte con una pala (#passone#); anche i visitatori, per devozione al santo e in segno di augurio, aiutano a turno a mescolare i #cicerocchi# sul fuoco. La sera intorno alle 21:00 parte il corteo che visiterà tutte le #cuttore# per la benedizione; il momento della benedizione è vissuto con particolare intensità dal gruppo che organizza la #cuttora#; il parroco, accompagnato dalle autorità civili e da un gruppo di suonatori si stacca dal corteo e entra nella #cuttora# per benedire la casa e i #cicerocchi#; subito dopo anche gli altri partecipanti al corteo entrano per far visita alla #cuttora#. La processione procede da una #cuttora# all’altra, attraversando tutto il paese. La festa dentro la #cuttora# si protrae per tutta la notte; vi prendono parte non solo i gruppi di parentela o vicinato, ma anche visitatori estranei al paese, provenienti da territori più e meno vicini; se la festa cade nel fine settimana il numero dei visitatori può essere molto elevato. La #cuttora# è, infatti, luogo di accoglienza e ospitalità, in cui si offre a tutti da mangiare e da bere

  • OGGETTO Festa di Sant'Antonio Abate
  • CLASSIFICAZIONE SAPERI
    TECNICHE
    FESTA-CERIMONIA
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE A partire dagli anni Sessanta del Novecento, e dunque con la progressiva dismissione delle pratiche tradizionali di agricoltura e allevamento su cui era incentrata l’intera economia del territorio, anche la festa di Sant’Antonio Abate ha subito notevoli modifiche; mentre in passato la festa, e dunque il suo elemento centrale (ossia la #cuttora#), era vissuta come momento di redistribuzione della ricchezza accumulata dalle famiglie facoltose nei confronti delle classi non egemoni (si veda DI NOLA 1976), progressivamente la festa contadina è stata rifunzionalizzata all’interno della società dei consumi di massa, mantenendo il carattere dell’ospitalità, della distribuzione del cibo (non più “ai poveri” ma ai visitatori), della conclusione delle feste del solstizio d’inverno. In passato i #cicerocchi# venivano distribuiti al mattino del 17 gennaio, e le fonti registrano l’arrivo di pellegrini dalla Valle Roveto, per devozione al santo ma anche per raccogliere il cibo di Sant’Antonio; oggi i #cicerocchi#, assieme ai panini, ai dolci, alle bevande, vengono offerti ai visitatori durante la visita alla #cuttora# e non si registra più l’uso della distribuzione mattutina sul piazzale della chiesa parrocchiale. La bibliografia sulle #cuttore# rileva che in passato il diritto di allestire le stesse era tramandato per linea femminile; all’interno della #cuttora# venivano prese importanti decisioni relative alla vita familiare (per cui si veda ASSOCIAZIONE LA CUTTORA 2015). La forma #cuttora#, attestata nella tradizione orale e rispettosa dell’uso linguistico locale, è stata nel corso del Novecento italianizzata in #cottora#; negli ultimi anni le associazioni locali stanno tentando di ripristinare l’uso arcaico della forma #cuttora#, che qui è stato dunque accolto nel rispetto della comunità locale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici immateriali
  • LUOGO DI RILEVAMENTO Collelongo (AQ) - Abruzzo , ITALIA
  • ALTRA OCCASIONE S.Antonio abate (17 gennaio)
  • AUTORE DELLA FOTOGRAFIA Ranalli, Omerita
    Omerita Ranalli
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300302267-1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
  • DATA DI COMPILAZIONE 2021
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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