Arte della carta filigranata di Fabriano: Saperi intorno la forma velina con filigrana in chiaro-scuro

XXI inizio

“Dalla metà del diciottesimo secolo in poi, a questa tecnica si aggiunge la #forma# velina. La struttura della #forma# è identica alla vergata, quindi con #telaio# in legno, i suoi #colonnetti#, la tela metallica e il #cascio#. Ciò che cambia, si vede a colpo d’occhio, è il tipo di tela. La tela non è più vergata, quindi una tela composta di #vergelle# e #catenelle#, quindi molto rade, ma è un vero e proprio tessuto di fili metallici, trama e ordito. Sulla tela velina posso realizzare la filigrana in chiaro, quindi una filigrana con filo metallico cucito sulla tela, o saldato a stagno poi successivamente, perché le tecniche chiaramente si evolvono, oppure una filigrana, come in questo, caso che viene punzonata sulla tela velina. In questo caso la tela velina è deformata, la deformazione è data dall’utilizzo di un un punzone positivo e un punzone negativo. Questi due punzoni sono perfettamente coincidenti per cui, prendendo la tela metallica velina prima ancora di fissarla al telaio, e posizionandola tra i due punzoni, io riesco a modellare la tela metallica. Quindi la tela metallica a questo punto ha dei rilievi e basso rilievi. Dove ci sono dei punti in rilievo, in quel punto l’impasto che si andrà e depositare sarà inferiore che delle altre aree della filigrana, quindi in quel punto la carta sarà molto più sottile quindi otterrò un chiaro. Dove, invece, ho un basso rilievo, come in questo caso, in quel punto l’impasto che si andrà a depositare sarà maggiore per cui ottengo uno scuro, proprio perché c’è una quantità maggiore di fibre. Quindi, questo gioco viene definito, appunto, filigrana in chiaro-scuro” (IPCI_Fabriano_015_A001)

  • OGGETTO arte della carta filigranata di fabriano: saperi intorno la forma velina con filigrana in chiaro-scuro
  • CLASSIFICAZIONE SAPERI
  • LOCALIZZAZIONE Fabriano (AN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La #forma# o #modulo# per la fabbricazione a mano del foglio di carta è l’arnese che i cartai fabrianesi hanno usato ininterrottamente a partire dal 1200, e che ancora usano i cartai del terzo millennio. Il termine filigrana proveniente dall’oreficeria, è un filo metallico di argentana, rame o bronzo modellato a ano con utensili da orafo, cucito a mano o saldato a stagno sulla tela della forma o modellazione della tela velina, impressa preventivamente attraverso un punzone. Con lo stesso nome si identifica il “segno” o “marca” lasciato sul foglio di carta dal filo metallico suddetto durante la fase di feltrazione, più chiaro o più scuro, visibile attraverso il foglio in controluce. La filigrana può essere un disegno distintivo di personalizzazione della carta (filigrane figurative, iscrizioni, stemmi, emblemi o marchi). Esistono varie tipologie di filigrane, in chiaro e in chiaro-scuro. La filigrana in chiaro-scuro è combinazione di filigrane impresse sulla tela attraverso un punzone, la carta che ne deriva, osservata in controluce, produce un effetto in chiaro-scuro, che permette di riprodurre figure ricche di particolari come ritratti, paesaggi, ecc. E’ ragionevole credere che i cartai di fine duecento provvedevano personalmente alla costruzione delle primitive forme, ma quando si rese necessario disporre di arnesi più sofisticati probabilmente si formarono artigiani esperti nel lavoro di falegnameria e nell’uso dei fili metallici. E’ evidente che la costruzione della forma richieda l’opera del falegname e dell’artiere identificabile con la figura del #modularo# e, in tempi più recenti, del #filigranista#. Questi artigiani costituiscono una categoria autonoma e separata da quella costituita dai maestri cartai che si servono della loro opera vincolandoli alle esigenze tecniche della produzione cartaia. Solo all’inizio della prima rivoluzione industriale nelle cartiere si allestisce il reparto dei #modulari# e dei #filigranisti#. A Fabriano nel secolo XIX la manifattura cartaria fabrianese si caratterizza per il protagonismo delle ditte Fornari e Miliani che si contendono il primato della qualità, acquisendo pari prestigio riscontrabile nei numerosi premi e riconoscimenti ottenuti nelle esposizioni e mostre nazionali e internazionali. Primeggia la produzione della carta a mano, aumenta la disponibilità delle forme vergate e veline fabbricate all’interno delle cartiere che dispongono di maestri #modulari# chiamati in tempi recenti #filigranisti# per distinguerli dai maestri falegnami che costruiscono il #telaio# e il #cascio# della #forma#. Intorno alla metà dell’ottocento negli stabilimenti sorge l’officina o reparto dei #modulari#. Già nel 1888 il reparto della Cartiera Miliani risulta composto da 4 uomini coadiuvati da 3 donne con funzione di cucitrici che ricevevano una paga a volte uguale a volte superiore ai dipendenti addetti ai tini per la fabbricazione della carta a mano. Nel 1915, invece, il personale addetto ammonta a 12 #filigranisti# e 9 #cucitrici#. In seguito, per completare l’organico del personale dipendente si aggiunge la figura dell’incisore che consente alle cartiere di Fabriano di produrre le filigrane in chiaro-scuro modellato, o artistiche. I primi esemplari si ottennero modellando la tela della forma filigranatrice con punzoni lignei di cui fu maestro lo scultore ebanista David Meloni. Si è passati poi ai punzoni metallici ottenuti con la tecnica della cera persa, infine con l’avvento dell’elettrolisi nei primi del Novecento si è raggiunta la perfezione con l’impiego di punzoni galvanici ricavati dalle incisioni in cera, vere opere d’arte (Castagnari, 2016)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • AUTORE DELLA FOTOGRAFIA Straface, Sergio
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 11-ICCD_MODI_0242558722851
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Fondazione Fedrigoni Fabriano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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