Carnevale di San Giovanni in Persiceto: Rito dello Spillo

XXI inizio

Durante il Rito dello Spillo, #al Spéll# nel dialetto locale, la prima delle due domeniche di Carnevale, giunti in piazza, i carri allegorici si trasformano completamente per mezzo di ingegnosi meccanismi nascosti. Appaiono forme nuove, colori inediti, maschere e personaggi che recitano una breve pantomima. Il carro si fa così palcoscenico in continua evoluzione grazie a ingegnosi movimenti meccanici, la piazza diventa teatro, la sfilata si muta in rappresentazione. Con il carro dal titolo "Butterflies" la società Carnevalesca “I Gufi” ha riproposto il tema dell'eterna lotta fra ragione e sentimento, partendo dalla rappresentazione di due innamorati in stile Peynet per arrivare ad un'epica e spettacolare battaglia fra armate di testa e di cuore. Ma anche quando le ragioni del cuore dell'innamorato di turno vincono su quelle della mente, liberando uno stuolo di farfalle nello stomaco, il colpo di scena finale ricorda il monito beffardo dei Joy Division: l'amore ci farà a pezzi?

  • OGGETTO carnevale di san giovanni in persiceto: rito dello spillo
  • CLASSIFICAZIONE festa-cerimonia, saperi
  • LOCALIZZAZIONE San Giovanni in Persiceto (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Carnevale storico Persicetano nasce ufficialmente nel 1874, anno in cui fu fondata la Società di Bertoldo. In scritti di studiosi di storia locale, si trovano tracce che attestano come il Carnevale di San Giovanni in Persiceto venisse celebrato già da diversi secoli prima, come nelle Storie di Giovanni Forni che così scrive: “in una sol cosa i Persicetani, nonostante le profonde dissensioni politiche, si trovavano d’accordo e cioè nel divertirsi e nel far divertire in tempo di Carnevale. Una società, fondata già da molti anni, intitolata a Bertoldo e che si aggregò l’altra già del ribelle suo figlio Bertoldino, riunì soci di ogni classe e di ogni partito ed indisse corsi mascherati, feste popolari, veglie danzanti, lotterie di beneficenza e divertimenti popolari per modo che mentre negli altri paesi il Carnevale era da gran tempo morto e sepolto, a Persiceto riviveva con tanto brio come e più che ai bei tempi antichi” (Forni, 1921). La maschera di San Giovanni in Persiceto è rappresentata dal personaggio di Bertoldo, accompagnato dal figlio Bertoldino e dalla madre Marcolfa. Sono tre figure immaginarie nate dalla fantasia dello scrittore e cantastorie Giulio Cesare Croce nato a San Giovanni in Persiceto nel 1550 e morto a Bologna nel 1609. Nella sua opera “Le sottilissime astuzie di Bertoldo” scritta nel 1606, il Croce descrisse Bertoldo come un villano che incarna la quintessenza dell’arguzia, dello sberleffo irriverente e del linguaggio essenziale, diretto e fatto di cose concrete. “Per questo ed altre cose ancora, Bertoldo, entrato nell’immaginario collettivo come il contadino scarpe grosse e cervello fino, è da sempre l’ispiratore del Carnevale Persicetano. Ancora oggi nel più che centenario Carnevale Persicetano, i carri allegorici, realizzati da folti gruppi di amici, scenografi e progettisti riuniti in società, sfilano per le vie del centro preceduti dal re del Carnevale Bertoldo, con Bertoldino, la moglie Marcolfa e la loro corte” (Carnevale storico Persicetano). Bertoldo, fin da subito, non venne concepito dai Persicetani come il villano alla corte del Re, bensì come il Re. Bertoldo è il Re della giocondità, del buon umore e della buona cucina che dimora nella sua reggia nella frazione di Castagnolo che lascia solo in tempo di Carnevale per prendere possesso di San Giovanni in Persiceto di cui diventa sovrano per tutta la durata dei festeggiamenti. Così, “nel 1874, sotto la guida della Società del Bertoldo, i festeggiamenti che fino all’anno precedente si erano svolti in maniera estemporanea acquisiscono organicità e le sfilate di carri allegorici diventano progressivamente sempre più centrali nella manifestazione. Col passare del tempo la complessità degli artefatti aumenta: la Persiceto dell’epoca è infatti un crogiolo di maestranze tecniche e meccaniche e allora arte e artigianato del territorio, coniugati con le nuove capacità tecnologiche della modernità, si fondono per far nascere lo Spillo” (Papa, 2023). La manifestazione si svolge in due domeniche, la prima contraddistinta dalla trasformazione dei carri con il Rito dello Spillo, la seconda dalla premiazione delle società vincitrici. Ma prima ancora, i carri di cartapesta del Carnevale di San Giovanni in Persiceto nascono in capannoni in una atmosfera di segreto e di mistero. Negli hangar delle diverse società carnevalesche meccanici, disegnatori, elettricisti, falegnami, carpentieri, informatici, maestri della cartapesta lavorano nel progettare e nell’allestire macchine teatrali in cartapesta provando e riprovando la meccanica della narrazione. Il carro carnevalesco, infatti, non è una scenografia fissa che si muove solo perché sotto ha le ruote e davanti un trattore, il carro allegorico di San Giovanni in Persiceto, durante lo Spillo deve raccontare una storia, deve sorprendere (Garuti, 2023). Lo Spillo è la peculiarità indiscussa del Carnevale di San Giovanni in Persiceto così, la prima delle due domeniche di Carnevale, giunti in piazza, i carri si trasformano quasi completamente, dischiudendosi e svelando così la propria allegoria. “Per mezzo di ingegnosi meccanismi nascosti, appaiono forme nuove, colori inediti con maschere e personaggi che recitano una breve pantomima. Il carro si fa palcoscenico, la piazza diventa teatro e la sfilata si muta in rappresentazione. Dalla scatola chiusa del carro può uscire di tutto: angeli e diavoli, navi semoventi e animali, fiori e frutti giganteschi, grandi raffigurazioni di personaggi famosi, esplosioni e fumi di ogni colore. Nella domenica conclusiva si tengono le premiazioni. Sulla base dell’esecuzione dello Spillo, una giuria di esperti, composta da tre membri suddivisi per materia di competenza (pittura e scultura, architettura e costruzione, soggetto e svolgimento), assegna ad ogni carro un punteggio. Al termine della lettura dei giudizi della giuria viene consegnato alla società carnevalesca uno stendardo (o gonfalone) colorato con il numero della posizione conquistata in classifica. Ogni stendardo ha un proprio colore: più alta la posizione in classifica, più chiaro il colore dello stendardo. La società vincitrice porterà quindi nella propria sede uno stendardo bianchissimo, mentre la società classificata per ultima lo riceverà purtroppo di colore nero” (Carnevale storico Persicetano)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 08-ICCD_MODI_8737731708961
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Fano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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