Santuario Sant’Antonio di Padova

Lamezia Terme, XVI

I primi Frati Cappuccini furono chiamati, secondo una tradizione, nella città di Nicastro (ora Lamezia Terme) dal conte Ferdinando Caracciolo. Nel 1545 i Frati vi fabbricarono un convento dedicato alla Madonna di Santa Maria degli Angeli. Danneggiato dal sisma del 27 marzo 1638, fu riedificato più grande nel 1639. La chiesa del convento, nonostante sia dedicata a Santa Maria degli Angeli, viene comunemente chiamata di Sant’Antonio, per il grande culto verso questo Santo. Devozione che sembra incominciare con un miracolo operato dal Santo al guardiano padre Lorenzo da Gimigliano che ne aveva fatto dipingere su tela l’immagine e l’aveva posta sull’altare della cappella. Il padre Lorenzo, grato al Santo Taumaturgo, iniziò il pio esercizio di una novena di martedì che diventarono poi tredici, con una solenne tredicina in preparazione alla festa. La devozione popolare a Sant’Antonio andò sempre più crescendo, particolarmente in seguito alla predicazione del Padre Antonio da Olivadi (1653-1720) che fu maestro dei Novizi e due volte guardiano del convento di Nicastro (1685-1711). Fu lui a fare costruire a Napoli (1685) la statua che ancora adesso viene portata in processione. Al Santo di Padova, da questo momento, si lega indissolubilmente la storia della città di Nicastro, la quale dopo il terremoto del 1638 volle edificargli una cappella apposita, adornata di tredici lampade in argento che ardevano notte e giorno. La devozione al Santo non ha subito rallentamenti o menomazioni nel tempo. Si è andata, invece, sempre più interiorizzando, perdendo quegli elementi semplicemente pietistici ed esteriori. Il luogo sacro nell'«Ordinamento Generale per il nuovo ordinamento dei Santuari in Diocesi» di mons. Vincenzo Rimedio, del 28 agosto 2002: "secondo lo Spirito del can. 1230 è considerato «Santuario dalla pietà e tradizione popolare»". La festa principale si svolge il 13 giugno

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'