centro storico, collinare, di crinale, difensivo, Altomonte, Altifluvium o Altofiume (denominazione storica, 1337), Braellum-Bragallum-Brahalla (denominazione storica, XII sec./fine), Balbia (denominazione originaria, 873) (IX)
Di origini antichissime, Altomonte presenta un impianto di mezzacosta che ricalca, nell’andamento viario, nell’edilizia difensiva (la Torre Pallotta ed il Castello) e in quella popolare, la struttura fortificata medievale. Infatti, appare evidente la diffusione delle case-torre che, poste in serie, costituiscono le “mura” di difesa della parte a valle del centro. Il centro storico si sviluppa intorno al polo religioso, ovvero la chiesa di Santa Maria della Consolazione e a quello civico, ovvero il castello. Dall'altro capo, diametralmente opposto al polo religioso, sorge il complesso conventuale di San Francesco di Paola (eretto nel 1729). I quartieri del borgo sono: Giudeca, Balio, Acquarìa, Vallina, Santi Quaranta, Ursu Piccolo, La Piazza. Fra questi, i più antichi sono Vallina e Santi Quaranta. Edifici medievali, sicuramente, sono la Torre Pallotta (edificata probabilmente già in epoca normanna), il Castello feudale o del Principe (di fondazione normanna, risalente al XII secolo), la Chiesa di Santa Maria della Consolazione. Delle antiche mura di fortificazione, che un tempo cingevano il borgo, restano solo pochi lacerti oggi poco riconoscibili
- OGGETTO centro storico collinare, di crinale, difensivo
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CARATTERI AMBIENTALI
Altomonte è collocato nella valle del fiume Esaro, prima del massiccio del Pollino, in prossimità di Cozzo Impiso (601 m s.l.m.), sul versante Sud. L'intorno del centro storico è caratterizzato dai torrenti Grondo e Fiumicello, entrambi sfocianti nel fiume Crati più a valle
- LOCALIZZAZIONE Altomonte (CS) - Calabria , ITALIA
- INDIRIZZO Piazza Tommaso Campanella, Altomonte (CS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Altomonte viene, da molti storici, identificata con Balbia, la città del vino citata da Plinio il Vecchio. La storia documentata inizia con l'arrivo dei Normanni che, alla metà dell'XI secolo, con i fratelli Ruggero e Roberto d'Altavilla (detto il Guiscardo), conquistarono la Calabria. In un documento del 1065 l'insediamento viene indicato col nome di derivazione arabo-saracena "Brahalla". E' con i Normanni che il borgo inizia a cambiare arricchendosi di nuove costruzioni e di un possente apparato difensivo. Al 1052 risale infatti la costruzione della chiesa di Santa Maria de Franchis, sulla quale sorgerà qualche tempo dopo la chiesa di Santa Maria della Consolazione. Sempre al periodo normanno risale la costruzione della prima cinta muraria, del Castello e probabilmente anche della Torre, successivamente detta dei Pallotta, che si configura come uno dei maggiori esempi di architettura militare normanna in Calabria. Al tempo di Carlo I d'Angiò, Guglielmo Pallotta viene nominato signore di Brahalla e con tale qualifica compare in documenti del 1269. Tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo la torre costruita in epoca normanna nei pressi del castello, fu rimaneggiata e trasformata in residenza per volere dello stesso feudatario, che gli conferì la denominazione di Torre Pallotta. In un documento Vaticano del 1319 compare menzionato per la prima volta come signore di Brahalla Filippo Sangineto, investito del feudo qualche tempo prima direttamente da re Roberto d'Angiò. I Sangineto promossero numerosi e sistematici interventi sulla produzione artistica, tanto da fare di Altomonte uno dei principali centri artistici calabresi in età angioina. Fece sorgere nuovi quartieri, ampliò e fortificò la cinta muraria e commissionò la costruzione ex novo della Chiesa di Santa Maria della Consolazione, eretta sulla precedente struttura normanna. La nuova chiesa venne arricchita da numerose e preziose opere d'arte commissionate ad artisti del calibro di Simone Martini e Bernardo Daddi. Santa Maria della Consolazione divenne ben presto il Pantheon dei Sangineto, il luogo deputato ad accogliere le spoglie mortali di Filippo Sangineto che, nel 1337, commissionò l'esecuzione del suo monumento sepolcrale, secondo gli storici dell'arte riconducibile alla scuola di Tino da Camaino o alla mano del cosiddetto "Maestro durazzesco", collocato sulla parete absidale della chiesa nel 1372. Sempre nel 1337, per volere di Filippo Sangineto, Brahalla muta il nome in Altofiume, mutata in Altomonte dalla regina Giovanna nel 1343. La proprietà dei Sangineto sul feudo di Altomonte durò fino al 1381 anno in cui il matrimonio tra Margherita, ultima discendente della famiglia Sangineto e Venceslao Sanseverino segnò il passaggio di tutti i possedimenti da una famiglia all'altra. I Sanseverino, conti di Tricarico e Chiaromonte, detennero il feudo di Altomonte fino al 1606, anno della morte senza eredi di Niccolò Bernardino Sanseverino. Il feudo fu poi venduto a Lucrezia Carafa, ma nel 1637 venne ricomprato da Luigi Sanseverino, appartenente ad un ramo cadetto della famiglia, quello dei conti di Saponara. Il feudo fu così nuovamente in mano ai Sanseverino che lo detennero fino all'avvento delle leggi eversive che colpirono Tommaso Sanseverino, XX conte e ultimo feudatario di Altomonte
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800174241
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Cosenza
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0