frantoio, pubblico, Frantoio ipogeo (SECOLI/ ARCHI DI SECOLI/ IX-X)

Presicce-acquarica, SECOLI/ ARCHI DI SECOLI/ IX-X

I più antichi sono ancora identificabili sulla collinetta della Serra di Pozzomauro, scavati nella roccia calcarenitica probabilmente da comunità agricole pastorali con l'ausilio e l'esperienza dei monaci basiliani (IX e X secolo). Una più recente indagine speleologica svolta nel 1992 ha confermato tale presenza e ha permesso di recuperare, studiare, valorizzare e visitare il patrimonio culturale della Presicce sotterranea. La maggior parte dei frantoi sono localizzati nel centro storico. Scavati nel banco calcarenitico, erano costituiti da una grotta centrale intorno alla quale si distribuivano altri piccoli vani, destinati agli animali e alle grandi pile di deposito dell’olio. Una scala scoscesa introduceva in un vano ampio in cui era sistemato l’albero, che dal soffitto arrivava alla vasca di pietra su cui ruotavano due o tre macine, spinte da un asino o un mulo, che avevano la funzione di schiacciare, macinare e impastare le olive. Queste venivano calate dall’alto nelle sciaje, ossia nei depositi. La pasta ottenuta dalla prima macinatura veniva poi riversata nella banchina (una madia-piano di lavoro) e prelevata, dopo, con le pale (i paluni) per riempire i fiscoli, sistemati sotto i torchi. La fase della spremitura veniva svolta dai frantoiani nominati anche “ciucci te fatìca” –asini da lavoro. L’olio che colava dai torchi veniva immesso in dei pozzetti e il capo dei frantoiani, il nachiro, lo riversava nelle vasche di decantazione e nei pozzi di pietra. Come si può notare, molti termini riprendono il lessico marinaresco in quanto il duro lavoro necessitava di un caposquadra che dettasse regole rigide per la buona riuscita delle attività e perché, probabilmente, molti dei frantoiani svolgevano attività legate al mare durante il periodo estivo. La collocazione sotterranea del frantoio garantiva una temperatura costante, sopra i 12 gradi, indispensabile per la fluidità dell’olio, ma non per l’igiene dei lavoratori – costretti a trascorrere intere giornate senza potersi lavare – e della qualità dell’olio che assorbiva dall’ambiente qualsiasi tipo di odori. Ma questo non incideva negativamente sul risultato finale, in quanto la tipologia di olio prodotto era l’olio “lampante”, ossia olio dalla alta acidità adatto per l’illuminazione. Tra il Settecento e l’Ottocento, infatti, si sviluppò una fiorente attività di esportazione dell’olio per illuminare le grandi città del nord Europa

  • OGGETTO frantoio pubblico
  • CARATTERI AMBIENTALI Presicce, un piccolo borgo della Provincia di Lecce, è oggi denominata “Città dell’olio e dei frantoi Ipogei” in virtù dello storico legame del territorio con la produzione olivicola. A testimoniare ciò, è la presenza di numerosi frantoi ipogei e semi ipogei in cui avveniva l’estrazione dell’olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Pugliese
  • LOCALIZZAZIONE Presicce-acquarica (LE) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Piazza del Popolo, s.n.c, Presicce-acquarica (LE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tra il 1800 e i primi anni del 1900, l'avvento di nuove tecnologie per la produzione dell'olio d'oliva e l’insostenibilità igienica degli ambienti ipogei hanno causato il loro abbandono
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA dato non disponibile
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600389819
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
  • ENTE SCHEDATORE Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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