Policoro-loc.Petrulla (strutture per il culto luogo di culto)

Policoro, IV a.C./ III a.C

A circa quattro chilometri dalla costa ionica, nei pressi di un piccolo pianoro affacciato sull’antico letto del fiume Sinni e delimitato a nord e a est dal Fosso Petrulla, Dinu Adamesteanu portò alla luce, tra il 1976 e il 1977, un piccolo luogo sacro pertinente alla chora di Herakleia. Posta nei pressi di una sorgente, l’area sacra era delimitata da un muro di temenos, che definiva uno spazio a cielo aperto di forma rettangolare ampio circa m² 100. Al recinto, realizzato con zoccolo in ciottoli e alzato in mattoni crudi, si addossava all’interno, su tre lati, una tettoia o un portico (come attestava al momento dello scavo la distribuzione delle tegole di copertura), mentre l’area centrale risultava occupata da due piccole strutture in blocchi, interpretate rispettivamente come un altare e una edicola. Nel settore sud occidentale, a ridosso del muro sud dell’edificio, lo scavo portò inoltre alla luce un’ampia fossa oblunga e poco profonda, il cui riempimento restituì numeroso materiale votivo e rituale (statuette in terracotta, ceramica, frutta miniaturistica). Per quanto riguarda la cronologia dell’impianto, in base alla sola considerazione della suppellettile rinvenuta all’interno della fossa, è possibile stabilire un arco di frequentazione compreso tra il secondo quarto del IV sec. a.C. e il primo quarto del secolo successivo. Per quanto riguarda la fine della frequentazione cultuale, da inquadrare non oltre il primo venticinquennio del III sec. a.C., poco si può arguire dal dato archeologico, che non sembrava documentare una distruzione traumatica. L’interrompersi della frequentazione in un momento compreso entro la prima metà del III sec. a.C., trova comunque un significativo parallelo nella contrazione delle presenze nelle chorai della costa ionica, dove si assiste – a Metaponto meglio che ad Herakleia, grazie alle ricerche più sistematiche ed intensive – al progressivo decremento del numero di fattorie e dunque ad uno sfruttamento meno intensivo della terra

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