insediamento area urbana

Capaccio Paestum,

L’area archeologica di Paestum conserva ancora quasi interamente la cinta muraria ad andamento poligonale che si sviluppa per circa 4,75 km, costituita da una muratura a doppia cortina con un riempimento centrale di terra caratterizzata da grandi blocchi squadrati, ed intervallata da 28 torri a pianta quadrata e circolare, quasi tutte in rovina. Quattro principali porte di accesso alla città antica si aprivano nelle mura, insieme ad una serie di aperture secondarie. Della Porta Aurea, posta a nord, rimane ben poco perché semidistrutta dai lavori per la costruzione della Strada Statale 18, che attraversa ancora a metà l’area archeologica, dividendola in due parti. Nella parte ad est della statale si trova oggi il Museo Archeologico che conserva la maggior parte dei reperti ritrovati nel parco, tra cui le straordinarie pareti affrescate delle tombe della fase lucana del sito. Ad ovest della SS 18 si trova l'area archeologica, dominata dai tre grandi templi della fase magno-greca, costruiti tra il VI e il V secolo, che si trovano ai lati della grande piazza centrale della città antica, intorno a cui si dispongono i resti dell'edilizia monumentale greco-romana(Ecclesiasterion, Capitolium) e dell'abitato, di cui si conserva soprattutto i resti della fase romana. La Via Sacra, strada lastricata larga 9 m, attraversava l'abitato. I tre grandi templi, tra i meglio conservati dell'età classica, hanno attirato l'attenzione di artisti e viaggiatori a partire dal '700, contribuendo alla riscoperta del sito, che risultava abbandonata dall'età altomedievale. Il più antico dei templi è la cosiddetta Basilica, una delle attestazioni meglio conservate dell'ordine dorico in età arcaica, dedicato ad Era, divinità particolarmente venerata nella città, nonostante il nome originario della colonia magno-greca sia Poseidonia e richiami al culto di quest'altra divinità. Anche il cosiddetto "Tempio di Nettuno", il più grande dei tre edifici sacri che esprime in pieno la maturità raggiunta dall'ordine dorico nel V secolo a.C., era verosimilmente dedicato ad Era. A questa divinità era dedicato anche il cosiddetto "Heraion alla foce del Sele", santuario di età arcaica situato a circa 9 km da Paestum, nel primo luogo in cui fu fondata la colonia prima di sceglierne la sede definitiva. Il cosiddetto “Tempio di Cerere”, in realtà dedicato ad Atena, è il più piccolo dei tre templi e si caratterizza per l’utilizzo dell’ordine ionico nella cella interna (naos), mantenendo lo stile dorico nel colonnato esterno

  • OGGETTO insediamento area urbana
  • MISURE Area: 120 ha
  • CLASSIFICAZIONE [Siti archeologici]
  • LOCALIZZAZIONE Capaccio Paestum (SA) - Campania , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Magna Grecia, 919, Capaccio Paestum (SA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le tracce dei primi insediamenti umani nella zona in cui un gruppo di coloni greci provenienti da Sibari fonderanno Poseidonia (che in età romana prenderà il nome di Paestum) risalgono alla preistoria, come dimostra il rinvenimento di reperti e resti insediativi databili dal Paleolitico all’età del Bronzo trovati all’interno dell’area che costituisce oggi il parco archeologico di Paestum. Secondo quanto racconta Strabone Poseidonia sarebbe stata fondata dai sibariti alla fine del VII secolo a.C. per avere uno sbocco commerciale sul Tirreno. Il nome della colonia deriverebbe dal dio Poseidone, che secondo la leggenda aveva protetto il viaggio dei coloni dallo Ionio al Tirreno. Il primo avamposto fu stabilito sul promontorio di Agropoli ma la sede definitiva fu individuata nella valle del Sele. Il nuovo centro conobbe il periodo di suo massimo splendore tra la metà del VI e la metà del V secolo a.C.,anche in relazione all’arrivo di una nuova ondata di coloni fuggiti da Sibari dopo la sua distruzione nel 510 a.C. In questo periodo Poseidonia acquisì la forma urbana ancora oggi riconoscibile, con la grande agorà in posizione centrale e i due santuari più importanti ai lati. Al 560 a.C. risale il tempio più antico, comunemente denominato Basilica (probabilmente dedicato a Hera); nel 510 a.C. viene realizzato il cosiddetto Tempio di Cerere (in realtà dedicato ad Atena), il 460 quello di Nettuno (dedicato in realtà a Zeus o ad Apollo). A completamento della monumentalizzazione degli spazi pubblici furono costruiti nell’agorà l’heroon, sacello monumentale dedicato all’eroe fondatore della città, e l’ekklesiasterion, luogo deputato alle pubbliche assemblee. Verso la fine del V sec. a.C. il comando della città passa nelle mani dei Lucani, popolazione indigena dell’entroterra che si diffonde capillarmente nel territorio e sostituisce la vecchia classe dirigente di etnia greca. Poseidonia continua ad avere un ruolo dominante, come testimoniano l’altissima qualità delle sue produzioni artigianali e le tombe dipinte dell’aristocrazia che rappresentano scene di vita di particolare varietà e ricchezza. L’assetto urbanistico e lo stile di vita della città non cambiano, tranne nella breve parentesi (332-331 a.C.) della conquista di Poseidonia da parte del re dell’Epiro Alessandro il Molosso. Il vero cambiamento è determinato dalla conquista romana: nel 273 a.C. i Romani s’impadroniscono di Poseidonia e vi insediano una colonia latina, cambiando il nome della città in Paestum. Da quel momento l’area entra nell’orbita romana e cambia anche la sua fisionomia urbana, con la realizzazione del Foro nella parte meridionale dell’agorà greca e la costruzione del cosiddetto Tempio della Pace (probabilmente un Capitolium), e di altri edifici pubblici, il Comizio, il santuario della Fortuna Virile, la Curia, il Macellum, l’anfiteatro, le terme. L’edilizia residenziale vede il crescere di abitazioni di lusso. Paestum in età romana perde progressivamente la sua importanza, anche perché si trova al di fuori delle grandi vie di comunicazione, diventando un piccolo centro. In età altomedievale è ancora in vita, come prova la trasformazione del Tempio di Cerere in chiesa cristiana. Fu abbandonata nell’VIII secolo, quando gli abitanti si rifugiarono nell’interno per sottrarsi alle incursioni saracene e all'impaludamento, che aveva reso insalubre l’area costiera. Il sito, caduto in abbandono, fu riscoperto nel Settecento e sottoposto a indagini sistematiche solo a partire dal XX secolo. Dal 1998 il sito archeologico di Paestum è patrimonio dell’UNESCO
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500919869
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Parco archeologico di Paestum e Velia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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