applique

Ercolano, 50 d.C - 79 d.C

Applique di tripode in bronzo raffigurante un grifone alato del tipo con testa di aquila e corpo leonino. La figura mitica è accosciata e gravita sulla zampa anteriore sinistra, leggermente scartata di lato, e solleva la destra piegandola in avanti. La testa è rivolta verso sinistra, seguendo la sinuosa torsione del corpo; le ali sono spiegate

  • OGGETTO applique
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ fusione/ cesellatura
  • MISURE Altezza: 19 cm
    Spessore: 14 cm
    Larghezza: 23 cm
  • CLASSIFICAZIONE ARREDI/ MOBILIA
  • LOCALIZZAZIONE Parco Archeologico di Ercolano
  • INDIRIZZO Corso Resina 187, Ercolano (NA)
  • SPECIFICHE DI LOCALIZZAZIONE depositi
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'applique doveva ornare uno dei piedi di un tripode di bronzo, un oggetto che trovava posto sia nei santuari che nelle domus private romane. Composto da tre piedi collegati fra loro, aveva lo scopo di sorreggere un bacino contenente vino o acqua per le abluzioni, oppure un piano circolare che fungesse da tavolo, o ancora un braciere, strumento indispensabile durante i sacrifici. I tripodi, all'inizio morfologicamente assai semplici si evolvono progressivamente in strutture pieghevoli, adatte a molteplici funzioni (per i tripodi pieghevoli, vedi H. U. Nuber, Römische Metallklapptische, in Fitz, J. /Fülöp, G. (a cura di), Bronzes romains figurés et appliqués et leurs problèmes techniques: Actes du VIIe Colloque international sur les bronzes antiques, Székesfehérvár 1984, pp. 53-57), le cui gambe sono spesso riccamente decorate da appliques sempre più articolate e raffinate, che hanno come soggetti busti femminili e maschili, protomi e corpi animali, figure mitologiche (cfr. Bronzo Romani 1990, pp. 259-260, nn. 15, 17, 20). La stretta connessione tra il tripode e la figura del grifo è ampiamente attestata nelle manifestazioni figurative di età romana. Segno di credenze religiose e funerarie già per gli Sciti, il grifo assume valori simbolici a partire dall’epoca tardoclassica anche per il mondo greco, magnogreco ed etrusco. Nel mondo romano il grifone assume diverse valenze: forte è il legame con il mondo dionisiaco e solido è il rapporto con Apollo, a cui spesso è associato quale animale sacro, ma è anche il custode del sepolcro, al pari di sfingi, pegasi, sirene, chimere e centauri. In questa veste compare spesso nella documentazione funeraria (su stele, are, rilievi, sarcofagi) della tarda età repubblicana e imperiale: tripode, cetra, thymiatherion sono gli oggetti a cui si accostano grifi con testa di rapace o di leone con corna, gradienti o seduti; in particolare il tripode, simbolo apollineo per antonomasia, è assai comune nella seconda metà del I secolo d.C. (W. Altmann, Die römischen Grabaltäre der Kaiserzeit, Berlin 1905, pp. 83-85, n. 46, fig. 70, pp. 150-151, n. 177, fig. 121; A. Bernard/S. Settis (a cura di), Colloquio sul reimpiego dei sarcofagi romani nel Medioevo: Pisa 5-12 Settebre 1982, Marburg/Lahn 1983, pp. 210-212, n. 98; pp. 239-240, n. 110)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500917173
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Parco Archeologico di Ercolano
  • ENTE SCHEDATORE Parco Archeologico di Ercolano
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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