lastra a rilievo (bassorilievo marmoreo figurato)
scena dionisiaca,
Ercolano,
50 a.C - 79 d.C
Lastra rettangolare, la base inferiore e superiore hanno un largo dente a rilievo che conserva, nella parte inferiore interna i due fori di alloggio per le grappe di montaggio
- OGGETTO lastra a rilievo bassorilievo marmoreo figurato
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MISURE
Altezza: 54 cm
Lunghezza: 108 cm
Spessore: 7 cm
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CLASSIFICAZIONE
EDILIZIA/ ELEMENTI ARCHITETTONICI / ELEMENTI DECORATIVI E DI ARREDO
- LOCALIZZAZIONE Parco Archeologico di Ercolano
- INDIRIZZO Corso Resina 187, Ercolano (NA)
- SPECIFICHE DI LOCALIZZAZIONE depositi
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Inquadrato tra le produzioni di una bottega neoattica operante in età Augustea, riproduce in marmo una scena dall'esegesi piuttosto complessa, in cui la presenza della statua di Dioniso indica che la raffigurazione deve essere collocata nel campo d’azione del dio. La scena non trova puntuali confronti (Guidobaldi 2009, pp. 80-81) e risulta essere il frutto di una rielaborazione eclettica con un richiamo da ricercare nel campo letterario (Di Franco 2017, p. 16; Ciotola 2013; Caruso 2011; De Simone 2011). La singolarità dei particolari presenti nella scena ha orientato gli studiosi verso alcuni modelli letterari così sintetizzabili: è stata interpretata come un momento della festa ateniese degli Oschophoria (De Simone 2011, pp. 306-310), come la trasposizione in marmo di un particolare episodio delle Baccanti di Euripide, la tragedia che racconta dell’arrivo di Dioniso a Tebe, osteggiato dal giovane re Penteo, figlio di Agave e nipote di Cadmo (Ciotola 2013), come una versione molto colta del mito delle Pretidi (Caruso 2011); questa interpretazione, se pur discussa, lo connette alla lettura di un altro bassorilievo (inv. 79613); collocati l’uno accanto all’altro nello stesso ambiente, i due fregi marmorei dovevano essere parte di un programma figurativo molto raffinato e reciprocamente significativo. La lettura iconologica proposta da F. Caruso, merita una piccola digressione; essa attinge all’intricato fascio di tradizioni relative alla follia delle figlie di Preto. La tradizione letteraria conosce molte varianti del mito: secondo Esiodo la malattia delle tre ragazze, si manifesta con una lussuria incontenibile (machlosyne) e con una terribile malattia della pelle che ricopre di chiazze biancastre il loro corpo (alphos) e le porta a perdere i capelli fino alla calvizie, ed a perdere, a causa della pazzia, consapevolezza della loro condizione umana. La loro guarigione viene attribuita ad Asclepio, o - secondo Bacchilide - è lo stesso padre a ottenerla per intercessione di Artemide. Tutte le altre versioni convergono sul nome di Melampo, mentre il teatro della purificazione si sposta ora a Sicione, ora in Arcadia. Alla luce del mito delle Pretidi e dei rituali a questo collegati, F. Caruso propone una lettura del rilievo che precisa l’identità dei personaggi in un contesto in cui le figure sono disposte a dittico: Lisippa e Ifianassa, risanate e con i capelli ancora cortissimi, sull'altro lato, Melampo, appoggiato – si suppone – a un alto scettro, mentre nel recinto della follia rimane Ifinoe, la figura femminile colta in movimento violento ed estatico che chiude la composizione. Da una parte il gruppo dell’omaggio a Dioniso, dall’altra la figura virile e la donna in corsa; lo scettro impugnato dall’uomo, occupando esattamente l’asse centrale del rilievo, scandiva il carattere bipartito della costruzione di una scena che nella lettura proposta trova la sua origine in un originale greco databile nell’ultimo quarto del V sec. a.C
- TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500903489
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Parco Archeologico di Ercolano
- ENTE SCHEDATORE Parco Archeologico di Ercolano
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0