villa
Il complesso si sviluppa, per la parte indagata, su un'area di circa 500 mq e sembra estendersi per una lunghezza massima di circa 36 m. Le prime attività di scavo hanno messo in luce la pars urbana della villa, di cui sono stati interamente indagati due ambienti, entrambi a pianta subrettangolare. Il primo vano (1) presenta un mosaico bianco e nero con motivo di cerchi affiancati con crocetta centrale che delimita l'emblema centrale, un kantharos da cui fuoriescono elementi floreali e tralci di vite. Una cornice costituita da frammenti rettangolari di ceramica funge da elemento di raccordo tra le mura perimetrali dell'ambiente ed il piano pavimentale. Gli abbondanti resti di intonaco dipinto permettono di ipotizzare una decorazione delimitata da una cornice in stucco a dentelli con banda rossa e gialla, della quale sono stati rinvenuti numerosi frammenti. Il secondo ambiente (2), di dimensioni maggiori (4.80x5 m), presenta il pavimento in opus signinum caratterizzato dalla presenza, a ridosso della soglia, di un motivo a triangoli contrapposti chiusi da una cornice, realizzato con tessere di calcare bianco. Sempre in corrispondenza della soglia, e alle spalle di essa, altre tessere di calcare bianco disegnano una tabula ansata,che racchiude l'iscrizione: "OP U . /PA.RI". Il testo è disposto su due linee e le lettere sono disegnate con cura. Al primo rigo lo spazio tra la P e la U potrebbe far pensare alla presenza in origine di un'altra lettera, di cui non resterebbe allo stato attuale alcuna traccia, o, più semplicemente, potrebbe essere dovuto ad un errato computo degli spazi. Segni di interpunzione, sempre costituiti da tessere di calcare, sono presenti al primo rigo dopo la U, centrato rispetto al rigo, ed al secondo rigo tra la A e la R, in posizione apicale. L'ambiente 2 conserva lungo le pareti tracce dell'originario apparato decorativo su fondo rosso. Difficile risulta la ricostruzione del programma figurativo e, solo nel settore centrale del muro O, risulta chiaramente leggibile un riquadro con accenno di quinta architettonica ed elemento centrale a candelabro, parte del quale è stato rinvenuto anche su una porzione di parete in crollo. Il rinvenimento, all'interno dei due ambienti, di numerosi frammenti in crollo di pavimento in cocciopesto, accompagnato da una esigua percentuale di porzioni di mura crollate, fa pensare alla presenza non di un piano superiore ma di un semplice solaio calpestabile. L'accesso ai livelli superiori avveniva, con ogni probabilità, tramite una scala in muratura con rivestimento in cocciopesto, rinvenuta a S/E dell'ambiente 2, la quale corre lungo il margine N di un piccolo ambiente a pianta rettangolare con pavimento in cocciopesto, che conserva tracce di intonaco lungo le pareti. Questo ambiente è chiuso a N da un pilastro (con paramento in tufelli rettangolari e nucleo cementizio in malta e scaglie di tufo) avente, con ogni probabilità, funzione di sostegno statico della scala. Lo stesso vano è collegato ad un lungo corridoio di ingresso, ai cui lati si aprono una serie di ambienti, generalmente di piccole dimensioni, con ogni probabilità relativi alla pars rustica della villa. L'ingresso alla struttura si articola intorno ad un cortile porticato e basolato (ambiente Z2, di 5x7 m), a pianta grosso modo rettangolare, fornito, sul lato di fondo, di alcuni lunghi sedili in muratura, posti ai lati di un vano con una grande soglia in pietra lavica, che immette in una sala rettangolare (11x8 m), dotata di una sorta di ampia abside rettangolare non in asse con l'ingresso. Il pavimento è del tipo cosiddetto a canestrato con l'inserimento di numerosi frammenti di lastre marmoree. La realizzazione di questa vasta sala, che richiama quelle absidate comuni nelle abitazioni di Ostia e di Roma fra il Tardo Antico e l'Alto Medioevo, modificò sostanzialmente questo settore della villa, con la rasatura di numerosi muri più antichi, la colmatura di alcune stanze e il riutilizzo di materiali da costruzione. Nella zona ad occidente della grande sala, pur in presenza di interventi di epoca moderna che ne impediscono una piena lettura, sono riconoscibili vasche e fontane, alcune recanti tracce di rivestimento marmoreo, le quali ornavano la parte residenziale della villa. Lo scavo condotto in epoca più recente (2012) ha restituito due ambienti (A, B). Le strutture murarie sono risultate a doppia cortina con facciavista in blocchi di tufo rozzamente sagomati, di varia misura e posti su di un'assise orizzontale con giunti irregolari e combacianti legati da malta di calce grezza. Dell'alzato si conservava solo il primo filare, fatta eccezione per l'angolo di N/O nel quale era presente anche un secondo filare di blocchi. Probabilmente in origine esisteva un unico grande ambiente a pianta rettangolare (11x6.10 m), che, in seguito, fu suddiviso in due con la realizzazione di una spina centrale. I due ambienti così ottenuti hanno pianta rettangolare e non sono comunicanti fra loro; il solo vano di passaggio identificato rimane quello posto nell'angolo di N/O dell'amb. A. L'amb. B non sembra avere aperture ed è possibile che in origine possedesse una scala di accesso posta a un livello più alto della cresta attuale dei muri, scala che non si è conservata. Entrambi gli ambienti hanno restituito labili tracce dei piani di calpestio, probabilmente semplici battuti in terra, sui quali sono presenti gli strati di abbandono composti dai resti degli alzati (pietre di tufo e malta) e della copertura (tegole e coppi). Le numerose tracce di bruciato (legno?) potrebbero riferirsi proprio a una copertura lignea
- OGGETTO villa
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CLASSIFICAZIONE
struttura abitativa
- AMBITO CULTURALE Ambito Romano
- LOCALIZZAZIONE Quarto (NA) - Campania , ITALIA
- TIPOLOGIA SCHEDA Complessi archeologici
- INTERPRETAZIONE La stratigrafia intatta ha permesso di delineare la frequentazione del sito dall'epoca tardo-repubblicana all'età tardo imperiale. Il rinvenimento di due sepolture ad enchytrismos, addossate ai muri della villa e scavate nei livelli di crollo e di accumulo che obliterano le strutture, costituiscono l'ultima attestazione della frequentazione dell'area prima del suo definitivo abbandono. I contenitori sono riconducibili al tipo delle "anfore cilindriche di grosse dimensioni", attestato dalla metà del V alla metà del VII sec. d.C. Il mosaico bianco e nero con kantharos, rinvenuto nell'ambiente 1, sembra databile tra la fine del I sec. a.C. ed il I sec. d.C ed appare realizzato in concomitanza con interventi di restauro della villa. Il testo dell'iscrizione disegnata in calcare in corrispondenza della soglia dell'ambiente 2 potrebbe essere la firma dell'artigiano cui si deve la realizzazione del pavimento dell'ambiente 2 e, con ogni probabilità, anche del mosaico pavimentale dell'ambiente 1. Come chiaramente testimoniato dalle tecniche costruttive (opera quadrata, opera incerta, opera quasi reticolata, opera reticolata, opera a tufelli rettangolari) e dai materiali rinvenuti, la villa ebbe una lunga fase di frequentazione, con un primo impianto di età repubblicana a cui vanno associate una serie di fosse di scarico ed un potente battuto stradale orientato secondo un asse NO/SE, obliterato nel corso di successivi rifacimenti. Il nucleo originario venne poi ampliato durante la prima età imperiale, quando la villa assunse, con ogni probabilità, la sua sistemazione definitiva, modificata in seguito solo in maniera parziale, con una serie di piccoli rifacimenti e con variazione d'uso di alcuni ambienti. L'occupazione stabile della villa tra il I a.C. ed il V secolo d.C. è documentata dai numerosi reperti ceramici e monetali, che sono testimonianza di una rete di intensi e vivaci rapporti commerciali. La vita del complesso edilizio sembra interrompersi improvvisamente intorno alla prima metà del V sec. d.C. a causa di un incendio, che distrusse le strutture portanti, incendio attestato da uno spesso strato di ceneri e bruciato, contenente una notevole quantità di ceramica risalente alla prima metà del V sec. d.C. Per quanto riguarda la cronologia dei due ambienti (A, B) messi in luce nel 2012 la tecnica edilizia può senz'altro rimandare ad epoca tardo-antica (IV-V sec. d.C.) mentre la ceramica trovata negli strati di abbandono aiuta a datarne l'utilizzo almeno fino agli inizi del VII secolo. E' possibile che si tratti di una piccola struttura legata allo sfruttamento agricolo dell'area, con ogni probabilità connessa alla grande villa posta poco a sud e distrutta da un incendio
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500584956
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- ISCRIZIONI presso la soglia dell'ambiente 2 - OP U . /PA.RI - capitale - a tessere - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0