statua
Statua di dimensioni terzine in marmo bianco a grana fine, raffigurante un Ercole maturo, ebbro, nell'atto della minzione, gravitante su un plinto rettangolare. Il dio è nudo, con il torso inarcato e le gambe divaricate e piegate in avanti, la sinistra addossata ad un puntello in forma di tronco d'albero ramificato. Il braccio destro è portato all'inguine, mentre il sinistro è piegato, con l'avambraccio teso verso l'alto a reggere la clava, che si appoggia sulla spalla corrispondente; sulla spalla poggia la leontè che scende a coprire il sostegno. La testa dell'animale, piuttosto appiattita, è lavorata con brevi incisioni a tratto allo scopo di offrirne un immagine naturalistica, ed è incorniciata dalla folta criniera disegnata con piccole ciocche ondulate disposte disordinatamente. Il corpo del dio nel complesso risulta robusto, con pettorali pronunciati, ventre rigonfio e gambe tozze. La testa è reclinata sul petto, verso destra
- OGGETTO statua
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MATERIA E TECNICA
marmo bianco/ scalpellatura/ a gradina/ levigatura
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MISURE
Altezza: 54 cm
Larghezza: 34 cm
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CLASSIFICAZIONE
SCULTURA/STATUARIA
- LOCALIZZAZIONE Parco Archeologico di Ercolano
- INDIRIZZO Corso Resina 187, Ercolano (NA)
- SPECIFICHE DI LOCALIZZAZIONE depositi
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La statuetta appartiene all'arredo del peristilio della Casa dei Cervi, una residenza di lusso posseduta dal decurione e duoviro Q. Granius Verus. Secondo la ricostruzione di Tram Thin (1988, pp. 98-99) la statuetta di Ercole era disposta lungo uno dei lati di un vialetto che attraversava il giardino, contrapposta ad una statuetta di satiro con otre sulla spalla (Ercolano, depositi, inv. n. 75797) insieme ad una coppia di gruppi statuari raffiguranti cervi assaliti dai cani (Ercolano, depositi, inv. nn. 75796, 75801), un piccolo labrum (Ercolano, depositi inv. n. 75799) e due tavoli in marmo (Ercolano, depositi inv. nn. 75800, 75803). L’iconografia dell'Hercules mingens, caratterizzata dallo sbilanciamento del corpo, dall'accentuazione della decadenza fisica espressa in forme flaccide e abbondanti del nudo e dall’attributo pressochè costante della clava, fece la sua comparsa nel repertorio figurativo del II secolo a.C. (Tran Tan Tinh 1988, pp. 102-103, nota 6; S. Ritter, Hercules in der römischen Kunst von den Anfängen bis Augustus, Heidelberg 1995, p. 110), per ottenere poi grande successo in età imperiale, soprattutto nella piccola plastica in bronzo, con numerose varianti (Babelon/Blanchet, n. 570; Zadoks-Josephus-Jitta/ Peters/Wittevesen, n. 10). In area vesuviana appare soltanto in due esemplari: nella nostra statuetta e in un bronzetto da Pompei (Coralini 2001, p. 164, n. P034). Le raffigurazioni dell'Hercules mingens sono da ricollegare al mondo di Dioniso e quindi, al pari di quelle dei personaggi appartenenti al suo corteo, satiri, sileni, ermafroditi, compaiono spesso come ornamento di giardini e fontane. Un confronto puntuale è offerto da una statuetta da Worlitz (Paul 1965, pp. 35-37, fig. 19), datata al I secolo d.C., che presenta lo stesso schema iconografico, ma semplificato. Opera di alto livello artistico, forse di importazione, la statuetta è stata datata da alcuni autori (tra i quali, Coralini 2001, p. 236, n. E 003 e M.P. Guidobaldi, in Di Pasquale/Paolucci 2007, p. 274, n. 3.B.17) fra il I a.C. e I secolo d.C., mentre T. Budetta (in Franchi dell'Orto/ Varone 1993, p. 232, n. 128) la pone alla metà del I secolo d.C
- TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
- SPECIFICHE DI REPERIMENTO Giardino, settore nord, verso l'atrio
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500065161
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Parco Archeologico di Ercolano
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia
- DATA DI COMPILAZIONE 1985
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2012
2023
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
Fonti e documenti testuali (1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0