Marruvium (insediamento insediamento urbano)

San Benedetto Dei Marsi, Età Repubblicana - Età Imperiale

Al di sotto di San Benedetto dei Marsi, a non più di 2.50 m. di profondità rispetto all’attuale piano di sedime del centro abitato, sono i resti del municipium marso di Marruvium. Gli scavi, condotti a più riprese dalla Soprintendenza, anche in collaborazione con l'Istituto di Topografia Antica dell'Università di Roma, hanno permesso di evidenziare le varie fasi dello sviluppo urbano di Marruvium consentendo di delinearne l'impianto urbanistico. Alle notizie più antiche si sono venute affiancando le informazioni ricavate dagli scavi finalizzati alla realizzazione di infrastrutture pubbliche, permettendo di integrare le conoscenze acquisite in passato, relativamente al municipium e al suo impianto, con indicazioni utili riguardo sia alle prime fasi di vita dell'antica Marruvio, sia alla settorializzazione della città in epoca tardo-antico e alto medievale. I sondaggi preventivi alle opere pubbliche effettuati nell'area compresa fra Piazza Risorgimento, Largo Bolognese, Corso Vittorio Veneto a Via Grande hanno dimostrato come questa zona fosse adibita a quartiere residenziale di domus gentilizie, tipologia insediativa precedentemente individuata e circoscritta all'area denominata "Civita" dove erano già stati messi in luce ambienti, perfettamente integrati nello schema urbano, caratterizzati da murature in reticolato con cubilia di piccolo modulo (6x6 ca.) e pavimenti in cementizio, a base fittile o litica, con inserti di crustae marmoree policrome, o tessere disposte a formare reticoli geometrici, ascrivibili ad un periodo successivo alla metà del I a.C. Le nuove indagini hanno messo in luce varie porzioni di abitazioni private recanti pavimenti di raffinata fattura e di indubbio pregio: tessellati, scutulata e sectilia. Tra esse spicca, per il suo straordinario repertorio decorativo, la casa di corso Vittorio Veneto, oggetto d'indagine sistematica negli anni 1993 e 1994 da parte della Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo. La domus si configura come un'abitazione gentilizia di vaste proporzioni, di cui purtroppo è stato messo in luce solo il settore centrale, per un'ampiezza circa 280 mq, mentre altri ambienti, appena individuati, insistono ancora al di sotto dei caseggiati moderni. Attraverso l'analisi di differenti momenti strutturali e rimaneggiamenti, è stato possibile documentare una continuità di vita dell'edificio dalla fine del II sec. a.C. sino al IV sec. d.C. con una periodizzazione articolata in più fasi. La ricostruzione del tessuto viario antico ha permesso di riconoscere il reticolo urbano formato da isolati rettangoli di 270x240 piedi romani (80x71 m ca.), racchiusi da strade che si incrociano ad angolo retto, pavimentate da basoli di calcare come ugualmente accade ad Alba Fucens e in altri municipia marsi. Elemento fondamentale dell'arredo urbano era l'area forense con il Capitolium i cui resti sono venuti alla luce nel 1974 durante i lavori di ampliamento dell'Albergo Ragno lungo via Nuova. Il Capitolium (orientamento approssimativamente sud-est/ nord-ovest) era un grande tempio tetrastilo a cella tripartita con colonne e semicolonne a fusto scanalato e pronao aperto a sud-est verso il foro. Fra i resti del pronao fu rinvenuto un architrave monolitico attestante, attraverso un'iscrizione (Q.Fadius.T.f.Q.Munatius. N.f.Marssus. III.vir.iur.d./ horologium.de.sua. pecunia.fac.coer.) la presenza nel foro di un orologio solare già alla metà del I secolo a.C. e, di conseguenza, l'avvenuta urbanizzazione dell'area forense a questa data. Importante, anche, il rinvenimento di una seconda iscrizione (CIL IX, 3688) che testimonia, verso la fine del periodo repubblicano, il completamento della viabilità forense da parte di due magistrati che curarono, per decreto dei decurioni, la pavimentazione in basoli di calcare di una via posta dietro il Capitolium. Coeva è la realizzazione dell'anfiteatro fuori le mura, presso l'attuale Stadio di San Benedetto, su un vallone naturale scavato da un antico percorso fluviale all’epoca dei fatti ormai asciutto. La struttura ha il diametro maggiore di metri 100.89 e il minore di 81.40 (orientamento nord-ovest/ sud-est), mostra tratti delle murature originarie in opera reticolata con integrazioni e restauri in opera laterizia, databili, anche sulla base del materiale epigrafico di reimpiego della metà del II, ad età post-severiana. Il luogo prescelto per l'edificazione, una depressione naturale del terreno, permise di limitare le opere costruttive consentendo di creare, in tempi contenuti, un edificio a struttura piena con cavea parzialmente sostruita. Sempre alla medesima prima fase urbana vanno riferiti i resti di una costruzione, forse a carattere pubblico, dotata di portico ritrovata nella zona centrale della città, presso l'ex Asilo, nonché le tabernae lungo il Lago Garbatella e la domus di via Capo Croce. Va segnalato il grande impianto di tipo basilicale di via Napoli, posto nell'area centrosettentrionale della città con aula absidata suddivisa in tre navate, con orientamento longitudinale nord-sud e murature in opera mista di reticolato e laterizio. Allo stesso periodo si data la realizzazione di una serie di edifici di cui si hanno attestazioni anche da un punto di vista epigrafico come il macellum (CIL IX, 3682) e un complesso termale provvisto di bagni riservati alle donne (CIL IX 3677) localizzabili nell'area di Santa Sabina, sul margine nord-est del foro. Alla seconda metà del I secolo a.C. si datano le mura in opera quasi reticolata racchiudenti un'area di 40 ettari con una circonferenza di 2.600 Km circa, ricordate da un documento del Chronicon Casauriense dell'anno 979, di cui sono stati trovati tratti in località Muletta e lungo via del Cimitero ed indizi in via Fucino e sul margine nord-est di via Romana. Si tratta, purtroppo, di tratti murari in gran parte in crollo. Tracce di una porta si hanno ad Alola di Mezza, dove, probabilmente, sboccava, superato il reticolo stradale delimitante a sud-ovest l'area forense del Capitolio, il decumano maggiore; presenza di altre porte si sono ipotizzate in corrispondenza di via di San Marcuccio, presso l'ingresso sudorientale dell'anfiteatro e sulla sinistra della strada antica con vicino acquedotto, che si dirigeva verso Pescina, descritta nel Regesto Farfense in un documento databile agli inizi del IX secolo. Prova evidente della presenza di un tracciato murario a monte di via Romana è rappresentata dai due mausolei in opera cementizia di I d.C. (i cosiddetti Morroni) lungo via dei Vestini, sul margine sud-ovest della antica via Circonfucense. Gli scavi condotti dal D'Amato hanno confermato l'espansione urbana di Marruvio oltre le mura, sulle terre emerse a seguito del parziale prosciugamento del lago Fucino, terre in gran parte destinate ad uso residenziale-produttivo legato al mondo agricolo

  • OGGETTO insediamento insediamento urbano
  • MISURE Circonferenza fianchi: 440000 mq
  • LOCALIZZAZIONE San Benedetto Dei Marsi (AQ) - Abruzzo , ITALIA
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • INTERPRETAZIONE Resti di sepolcreti dell'Età del Ferro attestano l'occupazione della zona fin da età antica. Il momento di maggiore crescita di questo primo nucleo va collocato nell'ambito del II secolo a.C. come documentano i dati archeologici, nonostante questa presenza diffusa sul territorio le indagini archeologiche sembrano confermare la non esistenza, nell'area dell'attuale San Benedetto, di un centro marso precedente alla Guerra Sociale, sul luogo infatti più che un vicus, di cui non rimangono tracce, era presente (già dal III a.C.) un santuario dedicato agli dei Novensidi. Ad un età compresa tra la fine del conflitto sociale ed il 49 a.C. (data a cui vanno riferite le magistrature quattuorvirali ricordate da due iscrizioni) va collocata la nascita del municipio. Per una prima fase dell'impianto del municipium gli scavi hanno evidenziato la rispettosa osservanza, da parte dei costruttori, del piano urbanistico originario con edifici in opera reticolata correttamente inseriti nella perpendicolarità del reticolato stradale. Sul finire del I e agli inizi del II secolo si nota un progressivo ampliamento delle strutture della città con costruzioni di grossa mole e un intenso sviluppo edilizio, che portò a ristrutturazioni ed ampliamenti: nella zona nord-est all'iniziale fase in reticolato si sovrappongono poderosi muri in opera mista di reticolato e laterizio; nel quartiere sudorientale si assiste ad un'importante ristrutturazione con un accorpamento insulare che portò all'innalzamento di un complesso termale situato fra Lago Garbatella e via Moletta. Di questa seconda fase è, anche, il grande impianto di tipo basilicale di via Napoli, il macellum e l'impianto termale in prossimità del foro. Più in generale l'urbanizzazione raggiunse il suo apice nella prima metà del I secolo con la programmazione di vie e infrastrutture idriche, è questo il momento della monumentalizzazione della città, con la costruzione di edifici pubblici, teatro, anfiteatro, basilica, tempio dell'area forense, decorati da splendidi motivi architettonici, epigrafi e statue che esaltano i legami con la famiglia imperiale. Un successivo momento di sviluppo edilizio avviene in età Flavia. Alla metà del II secolo è da collegare la costruzione del complesso termale con balneum muliebre. Sicuramente la vitalità della comunità durò a lungo se ancora un secolo dopo veniva definita "splendidissima civitas". L'intenso sviluppo di Marruvium fra la fine del I e la metà del II secolo d.C. è da mettere in relazione al parziale prosciugamento del lago Fucino grazie all'imponente opera realizzata da Claudio e, poi, mantenuta in efficienza e migliorata da Traiano e da Adriano, a cui si devono interventi sull'emissario claudiano tali da permettere un ulteriore recupero di terre dal Fucino, distribuite, dopo il 149, tra i vari municipi marsi sulle rive fucensi: Alba Fucens, Marruvio, Anxa e Angizia. Ulteriori indagini hanno messo in luce durante la prima età imperiale l'espansione urbana di Marruvio oltre le mura, sulle terre fucensi emerse destinate allo sfruttamento agrario
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300301005
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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