di Laberio Gallo (villa, struttura abitativa)

Bolsena, ca I sec. d.C - ca III sec. d.C

La struttura, identificata durante gli scavi ottocenteschi, risponde alla pianta di una domus ad atrio. Dai resoconti degli scavi si evince come la villa, oggi obliterata e in parte distrutta dalla via Orvietana, fosse composta da un atrio a peristilio che conservava ancora in piedi le colonne di sostegno realizzate con una base in arenaria e alzato in mattoni intonacati e dipinti di giallo. Al centro dell'atrium, un impluvium munito di cornice di rivestimento modanata, era connesso attraverso un foro centrale e un cunicolo a un pozzo. Le pareti circostanti l'atrium, realizzate in opera reticolata erano affrescate con scene di animali e piante. Furono indagati anche alcuni cubicoli e il possibile tablinum. Questo (4 x2,5 m ) conservava nella soglia i segni dei battenti per l'uscio e il pavimento con mosaici bicromi. Al uso interno, inoltre, furono rinvenuti i resti del rivestimento parietale in opus sectile, principalmente realizzato con marmi rossi e giallo antico. Numerosa e notevole è la suppellettile proveniente da questo ambiente tra cui si ricordano numerosi frammenti di statue in marmo e in bronzo, due candelabri e l'iscrizione CIlL XI 2702 che ha consentito l'attribuzione della domus al cavaliere Laberio Gallo. Un altro vano, anch'esso pavimentato a mosaico bianco e nero, conservava i resti di un sepolcro ad arcosolio. La villa occupava l'area di una costruzione precedente della quale si rinvenne un solo ambiente, realizzato in opera quadrata isodoma, affrescato con decorazioni geometriche rosse su fondo giallo

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