luogo con tracce di frequentazione (resti murari)
Segnalazione del 1975 sul rinvenimento di resti archeologici in località Ara di S. Maffeo/M. Petria. La comunicazione alla Soprindendenza fu fatta dallo storico locale Giuseppe Moretti, che li riteneva pertinenti al tempio di Giove Appennino. Gli scavi, di cui riferì il Moretti, furono probabilmente realizzati da Bufalini: “... per sei giorni continui, sulla sola supposizione che ivi esistesse un suddetto tempio. In queste escavazioni rinvenni un fabbricato non recente, quadrilungo diviso in due vani senza alcuna cosa che desse un piccolo indizio non solo dell’esistenza di un tempio, ma neppure l’uso del fabbricato, per cui riconosciute senza frutto le escavazioni furono totalmente abbandonate”. In seguito a sopralluogo da parte della Soprintendenza non venne rivelata alcuna presenza (le due buche ancora visibili sul terreno erano profonde appena 40 cm, dunque non è stato possibile verificare, senza un vero e proprio scavo archeologico, l'eventuale presenza di strutture a quote inferiori), non rende possibile conoscere l’esatta natura dei resti individuati dal Moretti. Non distante va forse collocato l'Eremo di San Matteo/Maffeo, sul quale venne costruito il primo monastero di S. Michele Arcangelo. La memoria dell’eremo di S. Maffeo compare, infatti, in un atto di donazione del 1024 alla chiesa di S. Angelo, costruita dove era l’eremo di S. Maffeo: da questo atto si evince che il monastero fu costruito dove in precedenza esisteva un eremo (ubi fuit ipsa heremus). Il primo complesso di S. Angelo si localizza dunque tra il M. Petria e Pian delle Serre e coveva comprendere una chiesetta dedicata a S. Michele con un’abitazione per i monaci
- OGGETTO luogo con tracce di frequentazione resti murari
- LOCALIZZAZIONE Cantiano (PU) - Marche , ITALIA
- TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
- INTERPRETAZIONE La tradizione di studi ritiene che una delle prime comunità religiose stanziatesi all’interno del territorio di Cantiano, si sia insediata in località “Ara di San Maffeo”, dove venne fondato un eremo. Questo toponimo “pagano-cristiano”, ancora esistente nelle mappe del catasto Gregoriano del 1815, non compare più nell’elenco delle “Rationes Decimarum Italiae”. Primitivo nucleo dell’evangelizzazione cristiana nelle zone montane e importante crocevia di sentieri e di strade, la valle di Chiaserna, con i suoi monti e con le sue sorgenti, fin dai tempi più antichi, fu luogo di culto per eccellenza. In passato si è creduto che l’eremo di San Maffeo fosse stato edificato ove sorgeva il tempio dedicato a Jovis Penninus (Giove Appennino)
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100375745
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0