statua

Attis, Buttrio, 31 a.C - 54 d.C

La figura risulta rappresentata in posizione stante con la gamba destra avanzata ed incrociata sull’altra e con il corpo leggermente girato verso la sinistra dell’osservatore. Il braccio destro è piegato e si dispone orizzontalmente a toccare con la mano il fianco opposto; su di esso si appoggia il gomito del braccio sinistro, che si piega verso l’alto a sostenere il mento. Il personaggio indossa una tunica, fermata in vita da una cintura, dotata di lunghe maniche, che scende fin sopra al ginocchio a larghe pieghe verticali, a formare delle bande a loro volta caratterizzate in senso orizzontale da pieghe più fitte che ricadono a V. È ricoperta sulle spalle da un mantello, i cui lembi pendono ai lati; esso sembra fissato sul petto da un fibula di forma circolare, indiziata da un rigonfiamento visibile presso il polso sinistro, da cui si dipartono ampie pieghe in direzione delle spalle. Sulla gamba destra si nota la presenza di brache dal tessuto aderente e ricco di pieghe, rese a sottil

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA PIETRA
  • MISURE Altezza: 83 cm
  • CLASSIFICAZIONE Statuaria
  • LOCALIZZAZIONE Buttrio (UD) - Friuli-Venezia Giulia , ITALIA
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La posizione del personaggio, rappresentato con le gambe incrociate nel consueto gesto del riposo, e alcuni elementi peculiari del suo abbigliamento – il berretto frigio, la corta tunica manicata, il mantello e gli anaxyrides –, che risultano tipici della moda orientale, permettono di ricondurre la figura ad una precisa iconografia, che fu ripetutamente adottata nel repertorio scultoreo di carattere funerario della Regio X e, più in generale, dell’Italia settentrionale . Si tratta del c.d. Attis funerario o Attis tristis, definizione con cui nella più recente letteratura si suole indicare una figura molto simile per atteggiamento ed abbigliamento alle canoniche rappresentazioni del dio Attis, ma riconducibile ad una differente identificazione e origine. Secondo l’orientamento di diversi studiosi , quest’ultima sembrerebbe infatti piuttosto da riconnettere con il modello offerto nella sfera ellenistico-orientale dal noto motivo dei due servi o custodi del sepolcro stanti a gambe incrociate o da quello degli “Eroti tristi” con fiaccola, raffigurati secondo uno schema affine. Individuato lo schema figurativo di riferimento, resta da definire a quale tipologia monumentale appartenesse la scultura in esame, che la documentazione fotografica d’archivio dimostra essere a tutto tondo, solo sommariamente lavorata nella parte posteriore. Questo particolare e anche l’altezza della figura, che doveva aggirarsi intorno a 1,10 m, la avvicinano a un gruppo abbastanza consistente di statue con analoga raffigurazione conservate nel Museo Archeologico Nazionale di Aquileia create in funzione di una visione strettamente frontale, per le quali, dunque, si deve immaginare una collocazione entro nicchie o comunque in una posizione addossata nell’ambito dei recinti sepolcrali
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • LUOGO DI REPERIMENTO Aquileia (UD) - Friuli-Venezia Giulia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0600037249
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia del Friuli Venezia Giulia
  • DATA DI COMPILAZIONE 1976
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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