Castello di Manzano (castello)

Cherasco, ante X sec. d.C - ca XIII sec. d.C

Lungo il perimetro della collina denominata Bricco del Diavolo sono visibili i resti del Castello di Manzano, menzionato per la prima volta in un documento del 1014 e in vita fino al 1243, data in cui risale la fondazione della villanova di Cherasco e il conseguente smantellamento del castrum per volere del comune di Alba, che trasformò i ruderi del castello in luogo di "cava". Il castello risulta edificato in un’area con tracce di un abitato protostorico sviluppatosi in più fasi tra l’Età del Bronzo Finale e la media Età del Ferro (elementi lignei e rozzo piano di cottura di pietra). Sorto su un colle isolato, era posto a protezione della sottostante villa romana di Manzano, della quale non rimane traccia a esclusione di alcuni tratti di muratura della chiesa di San Pietro, da dove provengono materiali in seconda giacitura che si riferiscono ad un’area necropolare romana, databile tra il I e la prima metà del II sec. d.C. Su una preesistente fase insediativa forse riferibile a un abitato altomedievale con capanne lignee (anteriore al X sec. d.C.) si imposta il primo impianto del castrum medievale (XI-XII sec. d.C.): viene regolarizzato e terrazzato il pendio della collina mediante un muro ad arconi e pilastri di ancoraggio interni, si edifica un muro di cinta dotato di cammino di ronda costituito da filari regolari di ciottoli con porzioni disposte a spina di pesce e una torre, non più conservata. Alcuni edifici, impiegati come abitazioni e strettamente connessi al castello, si estendono all'esterno della cortina e restituiscono focolari realizzati con ciottoli e laterizi giustapposti a cui si affiancano aree artigianali probabilmente destinate alla lavorazione dei metalli. Nel corso dell'epoca successiva (seconda metà XI-prima metà XIII sec. d.C.) si avviano consistenti lavori di ristrutturazione, che comportano la demolizione della prima cinta e la realizzazione di una cortina spostata verso valle, definita da filari di ciottoli disposti a "spina pesce" alternati a laterizi e blocchi lapidei squadrati di reimpiego. In questa fase gli spazi abitativi del castello sono distribuiti nella porzione meridionale del pianoro, hanno pavimenti in terra battuta, elevati in pietra e legno e piani di cottura a destinazione domestica e artigianale

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