Stoviglie da tavola per gli eserciti e per un mercato particolare
Il vasellame centrogallico, che si rinviene in tutta la Cisalpina, è assente dalla Liguria costiera e manca quasi del tutto dai siti della Gallia Narbonese e della provincia delle Alpes Maritimae, se si eccettua qualche esemplare a Cimiez: non si trattava, infatti, di prodotti destinati al mercato mediterraneo, che nel frattempo era stato invaso dalle sigillate delle fabbriche africane. Il caso della Cisalpina è evidentemente molto particolare, un mercato tranquillo e piuttosto florido che era possibile approvvigionare con gli stessi mezzi di trasporto (il fiume, le strade, i valichi) utilizzati per il trasporto verso il limes.
Coppa prodotta a Lezoux dai vasai Quintilianus e/o Laxtucissa tra il 140 e il 160.
dal Catalogo
L’attività dei centri produttori della Gallia centrale, una dozzina di siti a nord del Massiccio Centrale, tra la valle dell’Allier e la media valle della Loira, si avvia già nel corso del I secolo, con modalità del tutto diverse da quelle messe in pratica nella Gallia meridionale. Non grandi impianti, ma officine più piccole e ben strutturate, che intrattengono rapporti anche abbastanza stretti le une con le altre, riuscendo a mettere in piedi una rete di distribuzione che, intorno alla metà del II secolo, domina il mercato dell’Europa centro occidentale e della Britannia. La presenza di un quantitativo non trascurabile di materiale centrogallico nella Cisalpina, e soprattutto nella Transpadana occidentale, costituisce un'eccezione nel panorama del mercato mediterraneo.
Il centro principale è a Lezoux, dove i vasai cominciano a produrre sigillata tra la fine del I e gli inizi del II secolo. Riescono in breve a inserirsi nei flussi commerciali a lunga distanza e si specializzano in particolare nel soddisfare i bisogni, quasi sempre molto mutevoli, degli eserciti e per circa centocinquant’anni rimangono uno dei maggiori canali di approvvigionamento di ceramiche da tavola destinate ai campi legionari della Britannia e del limes renano-danubiano.
La produzione era organizzata in gruppi di botteghe separati da aree non urbanizzate e ben distinti tra loro che, nel corso del tempo, hanno avuto vicende diverse, durata in attività differente e sviluppo difforme ma sono riusciti comunque a mantenere i legami necessari alla vita della loro complessa rete commerciale. L’attività dei vasai di Lezoux, e più in generale di quelli centrogallici, subisce una drastica contrazione dopo la metà del III secolo, anche a causa dei pesanti dissesti politici, e sia avvia a riconvertirsi a una produzione destinata ai mercati regionali e locali.
Nella Cisalpina le importazioni più antiche di sigillate centrogalliche risalgono all’inizio del II secolo e proseguono probabilmente fino ai decenni iniziali del III. Si tratta soprattutto di coppe emisferiche e più raramente cilindriche decorate a matrice e di forme lisce particolarmente caratteristiche.
Un caso particolare è quello dei frammenti conservati nel Museo di Scienze Archeologiche e d'Arte dell'Università di Padova, nelle cui raccolte sono entrati con l'acquisizione della Collezione Eugenio Neumann. Non si conosce il luogo di provenienza dei frammenti, tra i quali è presente anche una matrice prodotta a Lezoux.
Frammento di una coppa prodotta dal vasaio Cinnamus a Lezoux (135-180 circa), rinvenuto a Torino.
BibliografiaAda Gabucci, Attraverso le Alpi e lungo il Po: importazione e distribuzione di sigillate galliche nella Cisalpina, Roma, 2017
Richard Delage, Contribution à l’étude des sites de production du Centre de la Gaule et de leurs céramiques sigillées moulées, 1999
Thèse pour obtenir le grade de Docteur de l’Université de Paris I, directeur de thèse Mme Françoise Dumasy
George Brian Rogers, Poteries sigillées de la Gaule centrale. II. Les potiers, Lezoux, 1999
George Brian Rogers, Poteries sigillées de la Gaule centrale. I. Les motifs non figurés, Gallia XXVIIIe suppl., Paris, 1974