Porto di Cagliari Molo di Ponente (giacimento subacqueo manufatti dispersi)

Cagliari, ca V a.C - ca I a.C

Il giacimento subacqueo ubicato all’interno del Porto venne individuato nel 1936 durante i lavori di dragaggio presso l’attuale molo di Ponente, presumibilmente nella parte più interna dello stesso porto. Il tipo di attività condotta dalle due draghe (Nazario Sauro e Andrea Parodi) impegnate nei lavori consentì unicamente il recupero del materiale archeologico, mancando totalmente una documentazione sufficiente a stabilire l’esatta ubicazione del sito e le condizioni di giacitura dei reperti. I recuperi avvenuti in più riprese dal novembre 1936 al marzo dell’anno successivo consentirono di recuperare prevalentemente, oltre a anfore, materiale ceramico vascolare tra cui alcuni esemplari di tipo miniaturistico, una serie di manufatti relativi a coroplastica rappresentati da alcune teste femminili, una maschile, frammenti di maschere a protome umana, parti anatomiche (braccia, piedi, mani tra cui una nella quale compaiono graffite le linee chiromantiche della testa del cuore e della vita) relative a piccola statuaria o ex voto. Più recente (1992) il rinvenimento di altri materiali relativi a un delfino fittile realizzato a matrice, un ceppo d’ancora in piombo e alcuni frammenti ceramici. Ulteriori recuperi si sono ripetuti, a partire dagli anni Ottanta dello scorso secolo, in seguito ai vari lavori legati alla manutenzione del fondale in altre parti del Porto a profondità comprese tra i 9 e gli 15 metri. In prossimità del Molo Sabaudo si segnala la presenza di un probabile relitto in base alle considerevoli quantità di materiale ceramico frammentario affiorante dal fango e contenuto in un sedimento molto compatto che viene progressivamente consumato dal movimento dell’acqua. Numerose sono state inoltre le anfore recuperate in anni recenti, riferibili prevalentemente a tipologie greco italiche, Dressel 1 e più occasionali anfore di tipo punico. Maggiore rilievo assume il rinvenimento (1992) di una testa fittile di grande dimensioni raffigurante un personaggio maschile con copricapo a calotta e di due mani (1994), sempre fittili, di cui una impugna l’elsa di una spada, l’altra reca una iscrizione in caratteri neopunici

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