tacheometro-teodolite autoriduttore

1952-1964 ca

Lo strumento poggia su una piattaforma triangolare equilatera con lati leggermente concavi e vertici prolungati a forma quadrata alle cui estremità sono le viti di elevazione. Queste sono comandate da viti a bottone disposte a 120°, sulla superficie laterale del basamento, protette da gusci metallici mobili. La piattaforma ha al centro un foro mistilineo trilobato al cui centro è il foro del piombino ottico. Al di sopra è il basamento, cilindrico, sulla cui superficie sono un vite sporgente e la vite rotazione del cerchio orizzontale rispetto al basamento (protetta da un guscio circolare parzialmente aperto, mobile e destinato ad evitare occasionali ed involontarie rotazioni). Sul basamento aggetta la base dell'alidada, cilindrica ma con sporgenze. Sulla superficie laterale della base è la vite di blocco delle rotazioni dell'alidada rispetto al basamento e la vite micrometrica, disposta tangenzialmente alla base, in corrispondenza di uno dei montanti. Sulla base, ortogonalmente ai due montanti, è la livella torica, alloggiata in un cilindro disposto orizzontalmente. I montanti dell'alidada configurano un corpo unico a forma di U quadrata, con la base rettilinea avvitata mediante quattro viti alla base dell'alidada, e raccordi semicircolari. Sulla sezione rettilinea di base sono due viti di rettifica a bottone ed una esagonale. Al di sotto di un montante è l'oculare del piombino ottico, munito di adattamento alla vista. Sullo stesso montante è una vite con funzioni statiche, protetta da un gommino, e, più in alto, l'ampia ghiera dentellata e rotante con lo specchio orientabile ed il sistema di illuminazione dei cerchi graduati. Al di sopra è una livella torica, con mira micrometrica a prisma di coincidenza e viti di rettifica. Gli spostamenti micrometrici del sistema livella-mira sono comandati mediante un meccanismo. La vite micrometrica delle rotazioni zenitali è posta poco più in basso ed collegata mediante un meccanismo alla vite di blocco ubicata su un collare contiguo alla sommità del montante più prossimo. Dalla sommità dei due montanti si innesta la traversa, cilindrica, interrotta da un lato dal collare della vite di blocco delle inclinazioni zenitali, dall'altra, dall'ampio vano che contiene la graduazione verticale. Sulla superficie laterale interna di questa placca è avvitato, parallelamente al cannocchiale, il mirino. Al centro della traversa è il cannocchiale, completamente capovolgibile, astronomico, con corpo cilindrico, terminante verso l'obiettivo con risalti cilindrici via via più sporgenti. Il campo visivo del cannocchiale mostra il complesso sistema di fili mobili, rettilinei e curvi, caratteristico degli strumenti autoriduttori. Sulla superficie laterale del corpo del cannocchiale, superiormente, è la vite a bottone di adattamento alla distanza che comanda anche lo spostamento dei fili del reticolo. L'oculare ha il consueto sistema di adattamento alla vista. In prossimità di questo, disposto ortogonalmente all'asse del cannocchiale, è innestato il vano a disco che ospita il meccanismo di spostamento dei fili per le operazioni di autoriduzione e le relative viti di rettifica. A fianco, è il tubicino destinato all'apparato di lettura dei cerchi, con dispositivo di adattamento alla vista. Nel suo campo visivo appaiono due finestre rettangolari a terminazione trapezoidale isoscele con l'indicazione, in due piccoli slarghi rettangolari centrali estremi, delle lettere "V" e "AZ", disposte in prossimità delle relative graduazioni verticale ed orizzontale. La lettura è in corrispondenza di un doppio indice lentiscato, sporgente sulle due graduazioni. La graduazione orizzontale è centesimale, destrorsa, con divisioni principali ogni grado, indicate da valori, divisioni secondarie ai 2 decimi di grado, e suddivisioni al decimo di grado. La graduazione verticale, con zero alla zenit, è oraria e di precisione analoga a quella orizzontale. Le viti micrometriche comandano ciascuna un nonio

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