Madonna con Bambino e San Giovanni Battista

dipinto,

Al centro della lunetta è posta la Vergine con il Bambino; accanto è il Battista con in mano un cartiglio su cui si legge "ECCE AG(nus Dei)

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Antonio Da Alatri (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Alatri (FR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Affresco attribuito da A. Bertini-Calosso (Le origini della pittura del Quattrocento attorno a Roma, in Bollettino d'Arte, 1920, XIV, pp. 201-202) ad Antonio di Alatri, autore del trittico firmato che si conserva nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Secondo il Bertini, il pittore Antonio da Alatri deve essere riconosciuto sott l'influsso di Gentile da Fabriano, chiamato a Roma da Martino V nel 1427 per affrescare San Giovanni in Laterano. L'inizio dell'attività del pittore è fissata dal Bertini intorno al 1430. L'autore nota che il modo di rendere i tratti del viso e del panneggio, il movimento del Bambino e il particolare del profilo, costituiscono validi motivi stilistici per attribuire la lunetta all'autore del trittico, concordano con questa attribuzione il Van Marle (A. Van Marle, The Italian Schools of Painting, The Hague 1927, vol. VIII, p. 426) e il Maltese (C. Maltese, Arte nel Frusinate dal secolo XII al XIX, Frosinone 1961, p. 29); quest'utlimo ritiene però che Antonio dovette aver presente, piuttosto che Gentile da Fabriano, alcuni esempi di derivazione seneggiante, come gli affreschi tardo gotici della chiesa di San Silvestro all'Aquila. Ma confrontando questa lunetta con il trittico del Salvatore, unica opera firmata di Antonio, e pur tenendo conto della diversa tecnica adottata (pittura su tavola ed affresco) emerge in modo evidente la differenza stilistica che separa le due opere. All'astrattismo di Antonio, che pur accettando l'esuberanza decorativa di Gentile non riesce a superare gli schemi di una cultura ancora arcaica, è subentrato in questo affresco una nuova sensibilità naturalistica, a differenza del trittico, l'episodio sacro ha perso la ieraticità per evidenziare l'eleento emotivo ed espressivo (v. diversa intensità affettiva che laga la madre al figlio). Stilisticamente la durezza dei contorni di Antonio è sostituita da una maggiore morbuidezza delle linee, anche se l'effetto generale è privo di quelle raffinatezze e cura del particolare che si trovano nell'autore del trittico. In conclusione, sembra molto più verosimile pensare che la formazione dell'autore di questo affresco erroneamente attribuito ad Antonio si a da vedere in diretto rapporto con Gentile, piuttosto che con un Gentile parrzialmente mediato da Antonio di Alatri. Come sappiamo Gentile fu attivo in Laterano intorno al 1427 e non è altro che improbabile che questo provinciale abbia veduto personalmente il maestro e ne abbia assimilato anche se parzialmente a differenza di Antonio la componente naturalistica del suo stile
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200093997
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • ISCRIZIONI sul cartiglio - ECCE AG(nus Dei) -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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