Madonna con Bambino e angeli

dipinto, ca 1390 - ca 1400

Tavola di forma cuspidata internamente decorata con motivo ad archetti pensili

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Maestro Della Dormitio Di Terni (notizie Secc. Xiv-xv): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • INDIRIZZO Piazza Giordano Bruno, 10, Perugia (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Non si conosce l’originaria collocazione della tavola, che pervenne in Galleria nel 1995 a seguito dell’acquisto da parte del Ministero dalla casa d’aste Finarte di Milano (Garibaldi, 1996, pp.127-129). Già attribuito a Simone Martini, il dipinto nel 1909 passò dalla collezione Ferroni a quella Tavazzi, per essere venduto presso la Galleria Sangiorgi (14-22 aprile 1909, n. 273). Nel 1982 riapparve ad un’asta Sotheby’s (17 novembre 1982, n. 28) e nel 1995 venne presentato dalla casa d’aste Finarte di Milano (8 giugno 1995, n. 98) per poi essere acquistato dal Ministero per i Beni Culturali. Parte di un perduto polittico, la tavola si caratterizza per l’attenzione rivolta alla pittura senese e tardogiottesca, tratto tipico della produzione artistica dell’Umbria meridionale alla fine del Trecento. Il Maestro della Dormitio di Terni, a cui è attribuita l’opera, prende il nome da un affresco con la Dormitio Virginis nella chiesa di san Pietro a Terni. Tra gli ultimi due decenni del XIV secolo e i primi anni del Quattrocento, divenne uno dei protagonisti indiscussi del linguaggio affermatosi nel Ducato di Spoleto dove elementi tratti dalla tradizione locale (Ugolino di Prete Ilario, Cola Petruccioli, Giovanni di Corraduccio) e dai grandi esempi martiniani e giotteschi, vennero rielaborati alla luce del più moderno stile tardogotico (cfr. Garibaldi, 2015, pp. 283-285 con bibliografia precedente e la scheda di V. Picchiarelli in Arti del Medioevo, 2021); quest'ultimo contributo fa il punto sulla storia attributiva, a partire da Zeri (1963) che fu il primo ad accorpare attorno alla figura del Maestro un nutrito di opere caratterizzate da un linguaggio multiforme, allargandolo ad "apporti molteplici, che vanno dalla pittura di area adriatica a quella senese" visti però attraverso l'interpretazione dei pittori della "grande stagione orvietana (Picchiarelli, 2021, p. 136). Sono state proposte diverse possibili identificazioni dell'anonimo pittore: Francesco di Antonio da Ancona o Domenico da Miranda. L'area molto ampia di azione dell'artista coincide con l'ampio arco cronologico di attività che viene definito a partire dal 1369 (se si riconosce nel Maestro il nome di Domenico da Miranda, documentato in quell'anno presso il papa Urbano V) sino ai primi anni del XV secolo, periodo in cui ricadrebbe la tavola della Galleria vicina per le "figure esili, i profili affilati, le minute decorazioni" a un affresco pressoché sconosciuto del coro della chiesa di Santa Caterina delle Vergini a Foligno raffigurante Santa Caterina d'Alessandria, considerata tra le ultime opere del Maestro (Picchiarelli, 2018, pp. 62-67 e 2021, p. 136)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000064833
  • NUMERO D'INVENTARIO 1251
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2016
    2023
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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