lettera a Piero Gondi/ tabernacolo con nicchia

disegno, ca 1524 - ca 1524

Sul recto è presente una lettera a Piero Gondi; sul verso è tracciato un tabernacolo con nicchia

  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ penna/ inchiostro/ matita rossa
  • ATTRIBUZIONI Buonarroti Michelangelo (1475/ 1564): disegnatore
  • LOCALIZZAZIONE Casa Buonarroti
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il foglie offre un esempio di come Michelangelo usasse la carta con intenti profondamente differenti, e anche del modo in cui egli impiegava idee progettuali simili per molti progetti distinti, spesso caratterizzando un particolare disegno con una specifica difficoltà progettuale. La lettera sul recto del foglio, del 26 gennaio 1524, è destinata a Pietro Gondi. Evidentemente non venne mai spedita, e quindi rimase nello studio di Michelangelo. E' molto probabile che la lettera sia stata scritta prima della stesura del disegno sul verso, stabilendo così un chiaro terminus post quem. Il contenuto della lettera rivela la difficoltà che Michelangelo incontrava nel rapportarsi con gli "artigiani" che lavoravano nel suo cantiere. In particolare, essa riguarda un certo "Stefano", che egli aveva assunto "per fargli bene e non per mia utilità ma per sua". E' probabile che si tratti di Stefano di Tommaso Lunetti, capomastro nel cantiere della cappella Medici nel 1520 e 1521. Ora però Michelangelo deve decidere se offrirgli una posizione di maggiore responsabilità, e desidera che Pietro Gondi faccia da tramite per capire meglio le intenzioni e le capacità di Stefano. Nel caso scegliesse di non promuoverlo, lo spaventa il danno che subirebbe - ingiustamente - la sua reputazione. La lettera rivela che, contrariamente alla sua fama, Michelangelo dimostrava interesse verso le persone che gli stavano attorno e spesso tentava di aiutarle, ma anche che egli sembra aver attirato a sé uomini dalle limitate capacità, che alla fine risultavano essere più di peso che d'aiuto. Essa mostra inoltre l'ossessione di Michelangelo per la propria reputazione, un carattere che merge di frequente nelle sue lettere. In particolare questa rivela la sua preoccupazione per l'opinione che di lui avevano i suoi operai, i quali evidentemente guardavano con sospetto la sua "bizzarria e pazzia". E' commovente che Michelangelo non neghi questi tratti del suo carattere, ma piuttosto affermi semplicemente che essi non nuocciono ad alcuno se non a se stesso. Non era insolito per Michelangelo tracciare rapidi schizzi sul retro dei fogli che aveva usato per stendere lettere, tuttavia è raro trovare un disegno di un tale grado di definizione su un pezzo di carta da scrivere. L'aspetto di palinsesto del verso è dovuto alla qualità della carta da lettera, più sottile e più trasparente rispetto alla carta da disegno. Se Tolnay ha creduto che lo studio riguardasse i tabernacoli della cappella Medici, in realtà esso contiene una quantità di caratteristiche, sia tecniche sia progettuali, che Michelangelo stava impiegando negli anni in cui lavorava alla facciata di San Lorenzo, la cappella Medici e la Biblioteca Laurenziana. Il grado di sovrapposizione nei progetti di questo periodo rende dubbiosa l'associazione con uno di essi in particolare
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900747371
  • NUMERO D'INVENTARIO Inventario degli oggetti d'arte 112 A
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • ISCRIZIONI sul recto - Piero. El povero ingrato a questa natura, che se voi gli date lo sovvenite ne' sua bisogni/ dice che quel tanto che gli date a voi avanzava; se llo mectete in qualche opera per fargli bene, dice sempre che voi eri forzato e per non la saper far voi v'avete messo lui, e tucti e' benefiti che e' riceve dice che è per necessità del benefichatore/ e quando e' benefiti ricievuti sono evidenti che e' non si posson negare, l'ingrato/ aspecta tanto che quello da chi egli à ricievuto el bene chaschi in qualche/ errore publicho che gli sia ochaxione a dirne male che gli sia creduto,/ per isciorsi dall'obrigo che gli pare avere. Chosì è sempre intervenuto chontra/ di me e non si impacciò mai nessuno mecho, io dicho d'artigiani, che io non gli abi/ facto bene chon tucto el chuore; poi, sopra qualche mia bizzarria/ o pazzia che e' dichon che io ò, che non nuocen se non a me, si son fondati a dir male/ di me e a vituperarmi, che è el premio di tucti gl'uomini da bene./ Io vi scrivo sopra e' ragionamenti di iersera e sopra e' chasi di Stefano: io insino/ a qui non l'ò messo in luogo che, se io non vi potevo essere io, i' non avessi trovato/ un altro da mectervi: tucto ò facto per fargli bene e non per mia utilità ma per sua,/ e chosì ultimamente. Ciò che io fo fo per suo bene, perchè ò facto impresa di far/gli bene e non la posso lasciare; e non creda e non dicha che io lo facci per mia biso/gnio, ché gratia di Dio non mi mancha uomini, e sse l'ò stimolato a questi di più/ che l'ordinario, l'ò facto perchè io sono anchora io più obrigato che l'ordinario e/ èmmi forza intendere se e' può e sse e' vuole o se e' sa servirmi per potere/ pensare a' chasi mia. E non veggiendo molto chiaro l'animo suo, richiesi iersera/ voi che fussi mezzo a farmi intendere l'oppenione sua e sse e' sa fare/ quello di che io lo richiego, o se e' può o se e' vuole. E se e' sa e vuole e può, che voi/ intendessi da llui quello che e' vuole el mese a essere sopra e' garzoni e inse/gniare lor fare la materia e quello che io ordinerò: e e' garzoni gli ò a paga/re io. Io vi richiesi iersera di questo e di nuovo vene priegho che voi mi fa/cciate intendere chome è decto l'animo suo, e non vi maravigliate che - Buonarroti, Michelangelo - corsivo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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