ostensorio - a raggiera, opera isolata - bottega fiorentina (metà sec. XIX)

ostensorio a raggiera, 1842 - 1842

La base, a pianta triangolare, è sostenuta da tre peducci a voluta concava a sezione quadrangolare, decorati sulle tre facce in vista con un campo rettangolare puntinato. Su di essi insistono tre cespi di foglie d'acanto dalle punte arricciate. Questi racchiudono, al centro, una palmetta rovescia e ricoprono parzialmente la cornice baccellata, dalla quale si alza mediante un breve gradino liscio e lucido il corpo centrale, tripartito da lesene a volute concave modanate e puntinate sulle quali poggiano tralci di fiori pendenti. Nei campi interni, trapezoidali, tre ovali modanati, profilati in basso da una coppia di foglie d'acanto a volute contrapposte, racchiudono, uno, il pellicano con le ali aperte che nutre i suoi piccoli, un altro, la data 1842 e, il terzo, lo stemma Parretti. Il corpo centrale della base è sovrastato da una cornice concava decorata con un doppio giro di fo glie d'acanto, che si collega mediante una cornicetta bombata al fusto. (Segue in OSS)

  • OGGETTO ostensorio a raggiera
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    argento/ sbalzo/ cesellatura/ doratura
  • LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
  • INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Insieme alle ampolle (scheda 20000017), al vassoio portampolle (scheda 200 00018), al campanello (scheda 20000019), alla navicella (scheda 20000015) e al turibolo (scheda 20000009) l'ostensorio fa parte del servizio in argento dorato di proprietà di Giovanni Battista Parretti (1779-1851), arcivescovo di Pisa dal 1839 al 1851: gli oggetti che compongono il servizio presentano caratteri stilistici profondamente diversi fra loro. L'ostensorio, datato tra il 1840 e il 1845 da Giampiero Lucchesi (G. Lucchesi, "Museo dell'Opera del Duomo di Pisa", Pisa, 1993, p. 75), in realtà è stato eseguito nel 1842, come attesta la data racchiusa in una delle cartelle della base, da un argentiere fiorentino non identificato. La provenienza fiorentina è determinata anzitutto dalla presenza del leone sedente su F, detto Marzocco, in campo ovale, che costituisce il punzone di garanzia in uso nella capitale del Granducato di Toscana dal 1832 al 1872. All'ambito artistico fiorentino rimandano anche i caratteri stilistici del nostro ostensorio. In fatti, negli anni Quaranta dell'Ottocento si assiste a Firenze ad un rapido mutamento delle forme di alcune tipologie di arredi, in primo luogo degli ostensori. Il modello è ravvisabile nell'ostensorio del 1815 dell'Oratorio della Madonna del Pozzo ad Empoli, pubblicato in "Argenti fiorentini da l XV al XIX secolo. Tipologie e marchi", a cura di D. Liscia Bemporad, Firenze, SPES, 1992, v. III: la base presenta facce trapezoidali ed angoli vivi ed è sostenuta da piedi a zampa leonina, di ispirazione rinascimentale, assai diffusi nel corso del Seicento. Il fusto è connotato dal consueto no do a balaustro allungato e la mostra è composta da una raggiera a dardi irregolari e da una cornice esterna della teca di forma romboidale, costituita da nuvole tra le quali fanno capolino cherubini. Intorno alla metà degli anni Quaranta questo modello, che nel calice di Empoli è ancora caratterizzato da motivi decorativi prettamente neoclassici, subisce leggeri mutamenti: la base assume uno slancio maggiore ed il fusto reca non più uno ma due nodi, l'uno a balaustro e l'altro ovoidale, che tendono a gonfiarsi così come accade alle foglie d'acanto che, sovrastanti le zampe leonine, costituiscono un tratto ricorrente, quasi un leit motiv immediatamente riconoscibile. Questi diventano i caratteri salienti di una vasta produzione seriale di ostensori, che trova una larga diffusione a Firenze in questi anni, come testimoniano l'ostensorio della chiesa di S. Spirito a Firenze (18 46), quello della pieve di S. Leonardo a Cerreto Guidi (Firenze) (1850) e d, infine, quello dell'Arciconfraternita della Misericordia (Firenze) (185 2). Come avviene in tutti gli arredi di questo periodo, l'apparato decorativo tende ad arricchirsi: dapprima i motivi usati sono ancora quelli neoclassici, poi la scelta si estende anche a soluzioni proprie del passato. Il nostro ostensorio, che nei caratteri strutturali ricalca questa tipologia con l'unica variante costituita dai piedini a voluta concava anziché a zampa leonina, presenta una decorazione sovrabbondante. Questa, unita ad un'accentuarsi del rilievo, che stacca dal fondo le punte arricciate delle rigogliose foglie d'acanto, induce a pensare all'affacciarsi sempre più insistente di un nuovo gusto improntato al revival. Nella base le lesene a volute concave, che ne suddividono in tre parti il corpo centrale, costituisco no una chiara riproposizione di soluzioni formali già presenti negli ostensori settecenteschi a base triangolare, connotati da una grande ricchezza di motivi architettonici. Dopo la semplicità e la lucentezza delle superfici degli arredi neoclassici, caratterizzati da una decorazione stilizzata, sobria e limitata, si assiste ora a Firenze alla nascita di un gusto nuovo , che riporta alla ribalta l'esuberanza ed il plasticismo dell'ornamentazione del Seicento e del Settecento. L'apparato decorativo, abbandonate le greche, le ghirlande d'alloro, i can correnti, torna ad essere caratterizzato dai motivi tradizionali di ascendenza classica, che a partire dal Cinquecento, pur trattati con uno spirito sempre nuovo e diverso, non sono mai venuti meno del tutto nella produzione orafa fiorentina di uso sacro. Si t ratta delle cartelle, delle baccellature, delle foglie d'acanto, dei cherubini, delle ghirlande di fiori e frutti che ornano le lesene della base, del pellicano che nutre i piccoli con la sua carne, simbolico riferimento a l sacrificio di Cristo che dona la vita per l'umanità. Soltanto la perlina tura, che costituisce la cornice interna della teca del nostro ostensorio, ultimo ricordo del gusto neoclassico, sta lì ad indicare che il tempo non è passato invano
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665743
  • NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00665743
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • DATA DI COMPILAZIONE 2003
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
    2014
  • ISCRIZIONI cartella della base - 1842 -
  • STEMMI cartella della base - RELIGIOSO - Stemma - Parretti - Scudo, dal quale pende un cordoncino con la croce pisana; una banda carica ta da tre stelle lo divide in due parti diverse: quella superiore racchiud e un braccio che sorregge una coppa contenente due piccoli pani. (Segue in OSS)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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