Madonna del Sole. MADONNA CON BAMBINO TRA SAN GIOVANNI BATTISTA E SAN GIOVANNI EVANGELISTA

dipinto, 1340-1360

tavola d'altare di sagoma rettangolare

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a tempera
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Gaddi Taddeo
    Scuola Ligure Dell' Inizio Del Xv Secolo
  • LOCALIZZAZIONE Pietrasanta (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola ha assunto il titolo di Madonna del Sole a partire dal 1617 quandola popolazione le ascrisse il miracolo di aver fatto cessare una pioggia dannosae persistente. Nel corso dei secoli ha ricevuto molti doni da parte dei pietrasantini:nel 1450 le venne donato un clamide in panno azzurro; nel 1524 si pensò di abbellirlacon un legno ricco di foglie d'oro; nel 1821 venne trasportata nella cappellain fondo al braccio destro della crociera, detta appunto cappella della Madonnadel sole, mentre nel 1868 alle teste della Vergine e del Bambino vennero appostedue grandi corone, tuttora visibili (Bandecchi 1868). Il dipinto non può vantareun'estesa letteratura critica sebbene non possa esser considerato un'opera dibasso livello qualitativo. Il Carocci nella scheda redatta più di un secoloaddietro (1893) chiama in causa addirittura i modi di Taddeo Gaddi evidentementeconsiderando il dipinto come appartenente alla metà del XIV secolo. Precedentementela tavola era stata presa in considerazione dal Santini (1860) come immaginemiracolosa, ricordando anzi come essa fosse considerata tale già a partire dal1449. Studi più recenti le sono stati dedicati dall'Orlandi (1968) e da AntoninoCaleca (1995). Sin dallo studio dell'Orlandi si tende ad accettare il collegamentofra questa tavola ed un documento conservato nel fondo Martini dell'archivioarcivescovile di Lucca risalente al 10 luglio 1424. In quella data l'Operaiodella chiesa di San Martino a Pietrasanta si trova costretto ad alienare unaquantità di beni della chiesa per recuperare fondi sufficienti ad ultimare alcunilavori intrapresi da tempo. Fra le opere incompiute ricorda anche un' immaginesontuosa. Tuttavia, nel documento in questione la descrizione non appare sufficientementedettagliata da consentire un'inequivocabile identificazione con la Madonna colBambino e Santi qui in esame. La tavola, non ancora compiuta nel 1424 sarebbestata ultimata entro il 1449, quando un altro atto citato dal Santini e ricordatopiù sopra, menziona gli eventi miracolosi connessi all'immagine. Ciò che ostamaggiormente ad una datazione nel secondo quarto del XV secolo- riproposta dalCaleca-è soprattutto la definizione stilistica del dipinto.In occasione dellamostra tenutasi a Lucca nel 1998 e dedicata alla disamina della locale pitturatardogotica, a questa tavola è stato dedicato soltanto un fugace accenno daparte di Andrea de Marchi, che ritiene che il dipinto possa inserirsi nellaproduzione lucchese di poco successiva alla metà del XIV secolo; mentre AngeloTartuferi nella stessa sede sottolinea come la connessione col documento del1424 susciti non poche perplessità e come l'opera dal punto di vista stilisticosembri ancora appartenere al XIV secolo. Non risulta invece condivisibile ilparere (orale) di Ulrich Middeldorf che riteneva il dipinto frutto della culturatardogotica locale con influssi liguri. Un fattore da tener presente-probabilmenteutile per la definizione culturale dell' opera- è il rapporto col modello iconograficodel dipinto risalente al 1360 ed oggi riconosciuto a Francesco Neri da Volterra.La tavola qui in esame infatti, come già riconosciuto da buona parte della storiografiacondivide la stessa iconografia del dipinto oggi nel locale museo civico edun tempo noto come Madonna dei Giurisdiscenti. Rispetto ad esso tuttavia cicolpisce soprattutto la libertà con la quale è reso l' andamento delle vestidei Santi, fluttuanti e dense di ghirigori. Potrebbe trattarsi di un dipintopiù tardo, come voleva il Middeldorf, in cui l' arcaismo di certe soluzionicome ad esempio la resa del Bambino potrebbe esser spiegata dal condizionamentoiconografico esercitato dalla tavola oggi riconosciuta a Francesco Neri, o piùprobabilmente di un testo figurativo più antico rispetto a quello del pittorevolterrano. Sembra infatti da accettare il parere espresso da Andrea de Marchie condiviso da Angelo Tartuferi che ritiene di poter spiegare certi brani dianimato goticismo (l'andamento del panneggio o la srotolarsi dei cartigli,)in parallelo alle proposte del ciclo di affreschi della basilica lucchese diSan Frediano e come derivazione da modelli senesi filtrati dall'attività lucchese/pisanadi Francesco Traini. Per quanto riguarda poi la derivazione iconografica sipuò ricordare, come fa il Caleca, anche l' esistenza di un ulteriore affresco,forse il più antico della serie, realizzato nel palazzo pretorio di Pietrasantaed oggi, dato il pessimo stato di conservazione, assai difficile da giudicare.Resta ancora da sottolineare la particolarità dell'iscrizione che corre al marginesuperiore del dipinto: pur essendo mutila essa infatti parrebbe ricollegarsial filone di dichiarazioni lasciate dai pittori al margine delle proprie creazioniper tutto l'arco del medioevo; a parte il caso eclatante di Duccio nella Maestà,nella stessa diocesi lucchese si possono ricordare i due esempi di Antonio Viteda Pistoia, che nel ciclo di affreschi della cappella absidale della chiesadi san Francesco a Pescia si firma e racco
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900407547
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1999
    2000
    2006
  • ISCRIZIONI sul libro dell'evangelista - IN PR/ CIP// - caratteri gotici -
  • STEMMI nel drappo alle spalle della Vergine - Stemma - Pietrasanta - 23 - Il motivo araldico raffigura entro un arco centinato una colonna stante con sfera finale
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1340-1360

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'