Bologna - Palazzo dell'Archiginnasio. Teatro Anatomico, parete con il medico Bartoletti in fase di restauro

negativo, ca 1950 - ante 1955

La lastra originariamente era contenuta in pergamino; tale busta, con iscrizioni e annotazioni, si conserva separatamente

  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Architettura - Conservazione - Seconda Guerra Mondiale - Danni di guerra - 1944
    Architetti - Italia - Sec. 16. - Morandi, Antonio detto Il Terribilia
    Emilia Romagna - Bologna - Palazzo dell'Archiginnasio - - <1562-1563>
    Scultori - Italia - Sec. 17. - Paolucci, Antonio detto Levanti <1638-1649>
    Scultori - Italia - Sec. 18. - Lelli, Ercole; Giannotti, Silvestro <1733-1734>
    Seconda Guerra Mondiale - Danni di guerra - Macerie - Patrimonio librario
    Architettura civile - Palazzi pubblici - Università degli Studi di Bologna - Teatro Anatomico
    Architettura - Elementi architettonici - Parete in legno - Nicchie - Riquadrature - Edicole
    Scultura - Elementi decorativi - Statue lignee - Medici - Busti - Dottori
    Scultura - Elementi decorativi
    Scultura - Restauro - Riproduzioni in legno - Ricollocazione
    Scultura - Elementi decorativi -
    Scultura - Elementi decorativi
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Anonimo (xx Metà): fotografo principale
    Morandi, Antonio Detto Il Terribilia (? -1568): architetto
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Alle 11.30 del 29 Gennaio 1944 inizia l'incursione aerea che distrugge i lati orientale e meridionale, la Cappella dei Bulgari, il Teatro Anatomico e le sale monumentali attigue del Palazzo dello Studio bolognese, l'Archiginnasio. Il cuore dello Studio, ridotto ad un mucchio di macerie, non fu seguito dall'incendio cosicchè la mattina successiva, come racconta il soprintendente Alfredo Barbacci (BAPB0202) si poté iniziare la triste opera di ricognizione dei danni. Il giorno successivo al bombardamento, la Soprintendenza ai Monumenti guidata da Alfredo Barbacci e il Genio Civile, erano all'opera per il recupero di tutti i frammenti che si erano salvati al disastro. Fra questi anche i preziosi reperti progettati dal Levanti nel 1637, le edicole, le riquadrature, le nicchie, gli stemmi, le 12 statue dei Grandi Medici, i 20 busti di dottori, la cattedra a baldacchino con gli “Spellati” e la Medicina, parti del soffitto con Apollo e lo Zodiaco che già avevano visto il restauro tra il 1733 e il 1734 degli scultori Ercole Lelli e Silvestro Giannotti. La vera e propria opera di salvaguardia del Teatro Anatomico iniziò il giorno successivo al bombardamento del 29 gennaio, quando, la mattina stessa, il Soprintendente Alfredo Barbacci, l'architetto Vincenzo Gabelli e il Genio Civile, iniziarono il recupero dei superstiti elementi lignei dell'aula, anche se ridotti in frammenti. Veri e propri lavori di ristrutturazione iniziarono solo nel 1950, grazie al Ministero della Pubblica Istruzione e continuarono fino al 1952 sotto la direzione di Barbacci, per poi proseguire sotto la guida di Vincenzo Gabelli e Raffaello Niccoli per concludersi solo nel 1968. Barbacci, e di conseguenza il discepolo Gabelli che continuò l'opera di restauro iniziata dal Soprintendente, esprime la sua posizione in merito alle linee guida della Carta del restauro del Consiglio Superiore per le Antichità e Belle Arti del 1932 e le Istruzioni per il restauro dei monumenti del 1938, che negli anni della ricostruzione, guidavano gli interventi di ripristino e restauro dei monumenti, con queste parole: “se dunque gli edifici monumentali mutilati, con lungo, paziente lavoro si poterono reintegrare, per quelli completamente distrutti, o quasi, nulla si potè, se non rinunziare a ricostruirli, o sostituirli con diversa architettura [...] nella costruzione integrale di parti crollate si dovrà in qualche modo differenziare la parte nuova [...]. In tal modo l'aspetto del monumento, guidicato nel suo insieme, non apparirà diverso dall'originario, mentre l'esame ravvicinato permetterà di distinguere, senza possibilità di equivoco, quanto di autentico e sopravvissuto.” Questa in sintesi l'idea su cui venne impostato il lavoro di ricostruzione dell'antica aula dell'Archiginnasio; tale concetto trovò forma concreta, grazie al lavoro e all'intervento di valenti scultori come Astorre Astorri, Venanzio Baccileri ed Alfonso Bortolotti, supportati, per la parte architettonica, dall'ebanista Ercole Drei. Grazie alle preziose memorie del Soprintendente, e ai documenti di archivio storici che ci raccontano le fasi, i procedimenti e gli intenti storico artistici che hanno guidato l'intero progetto di salvaguardia, possiamo ricostruire la storia e riconoscere i protagonisti di questo importante intervento di restauro. Interessante il documento tratto dagli archivi storici della Soprintendenza (allegato alla scheda 00640992), in cui Vincenzo Gabelli racconta, in una lettera autografa indirizzata come promemoria al Soprintendente, lo stato in cui, nel dicembre 1944, versava il Teatro Anatomico, gli sforzi per poterne salvaguardare più frammenti possibile e i suggerimenti per lo studio dei reperti, messi in opera negli anni Cinquanta, cosi come dimostra la lastra oggetto di studio. La paternità della lastra in esame potrebbe, compatibilmente con il soggetto rappresentato e le caratteristiche tecnico-stilistiche, essere attribuita ad uno dei fotografi che in quegli anni vennero incaricati dalla Soprintendenza di eseguire la documentazione dello stato dei lavori di restauro e di cui si conservano le lastre, proprio nel fondo in esame. Purtroppo non ci sono documentazioni che attestino una responsabilità certa, pertanto è stato scelto un autore anonimo come fautore dello scatto del negativo in esame
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641007
  • NUMERO D'INVENTARIO N_002951
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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