Sposalizio di Maria Vergine

stampa stampa di traduzione, ca 1820 - ca 1820

Personaggi: Maria Vergine; San Giuseppe. Figure: sacerdote; donne; uomini. Architetture: Tempio. Paesaggi: paesaggio collinare

  • OGGETTO stampa stampa di traduzione
  • MATERIA E TECNICA carta/ bulino/ acquaforte
  • MISURE Altezza: 850 mm
    Larghezza: 520 mm
  • ATTRIBUZIONI Sanzio, Raffaello (1483/ 1520): inventore
    Longhi Giuseppe (1766/ 1831): disegnatore/ incisore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Collegio di S. Bartolomeo (già)
  • INDIRIZZO via dei Servi, 21, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Opera di vasto impegno, sia sul piano tecnico che per le dimensioni, lo " Sposalizio della Vergine" è uno degli esempi più famosi dell'arte di Lon ghi, quello che a dire del Beretta avrebbe dovuto consacrarlo, "maestro de ' più abili maestri". L'incisione riproduce il dipinto di Raffaello giunt o nel 1806 alla Pinacoteca di Brera grazie all'interessamento di Eugenio d i Beauharnais, dopo che il Generale Lechi lo aveva sottratto nel 1788 dall a sua originaria collocazione nella chiesa di San Francesco a Città di Ca s tello (De Vecchi). La stampa era stata concepita a riscontro della "Tra sf igurazione" di Raffaello intagliata da Morghen, maestro celebrato nel c amp o dell'incisione di traduzione. L'esecuzione del rame impegnò Longhi per un decennio. A partire dal 1810 Longhi realizzò il disegno preparator io c he gli costò nove mesi di lavoro e fu poi ceduto a Giovanni Welten di Karl ruhe. Seguì quindi un biennio durante il quale l'artista lavorò a bu lino p er concludere infine l'intaglio, a genere finito, solo nel 1820, in ritard o rispetto a quanto previsto dal manifesto di sottoscrizione. I co sti dell 'impresa furono infatti sostenuti grazie alle quote degli associa ti, un si stema che permetteva di far fronte ai tempi lunghi di preparazio ne della l astra. Della stampa esiste una prova d'artista presso i Musei C ivici di Mo nza nella quale il paesaggio è quasi ultimato e le linee pros pettiche per la costruzione del tempio e le figure sono accennate a puntas ecca (Crespi 1999, p. 155). Beretta cita una prova avanti lettera, a piena inchiostrat ura, prossime alla pittura, mentre altre prove avanti letter a, ma su cart a cina e su carta bianca, sono attestate da Ferrario (1836) e Vallardi (18 43). L'esemplare finito, nel formato in folio grande, otten ne ampi consens i, ma anche qualche critica. In particolare, Ferrario (183 6, p.191) lament ò l'impostazione della prospettiva, della risoluzione dei tagli nei primi piani e l'impari confronto con la resa delle stoffe in Be rvic, senza conta re l'utilizzo generalizzato della puntasecca responsabil e di un "freddo ef fetto" complessivo. A parte tali rilievi il critico no n nega che, osserva ta nei singoli gruppi figurali, la stampa riservi part icolari preziosi e di soprendente bellezza, come le teste del sacerdote, di San Giuseppe, di un seguace sulla destra e di un'ancella sulla sinistr a, e molte delle man i. Elogiativo è invece il giudizio di Beretta (1837, p.) che ribadisce l'a ssoluta fedeltà del maestro all'originale, all'epoca assai deteriorato: al la difficile leggibilità di alcune parte Longhi pot è supplire con la prop ria scienza e approfondita conoscenza dell'opera d i Raffaello.Ammira le fi gure del gruppo centrale, di quella più prossima alla vergine, del pretend ente deluso; nota che come nessuna di quelle sec ondarie manchi comunque di "disegno e dignità" e, nei particolari, come le vesti si avvertano le mem bra sottostanti. Quanto all'ombreggiatura del t empio si riconosce nella sc elta di Longhi il giusto mezzo tra l'originale dipinto e la sua ricostruzi one teorica. Da ultimo condivide con Ferrario l'esigenza di un intaglio p iù largo nei primi piani, ma con l'occhio al l'insieme, sottolinea nel la voro "che corre ben concordato in tutto", l a" costante attenzione alla pur ità" impressa da un unico stile di taglio. La tiratura della stampa, dopo alcune prove mediocri presso Rinaldi a Mi lano, fu condotta presso la sta mperia di Luigi Bardi a Firenze dove Long hi si recò proseguendo poi per Ro ma qui festeggiato dagli artisti amici C anova. Beretta ricorda che nello S posalizio intervennero alcuni collabor atori, in particolare Faustino Ande rloni e Carlo della Rocca, responsabil i il primo del "tempio dell'aria e d el pavimento" e il secondo di alcuni dettagli dei panni. Della stampa furo no tirati più di mille esemplari ris ervati agli associati, riconoscibili p er il numero progressivo apposto in basso, al centro del pavimento. In seg uito Giuseppe Marri ritoccò il ram e per la successiva tiratura che si rico nosce dalle cifre della data di e secuzione dell'originale "MCIIII" impress e sul frontone del tempio sotto il nome del pittore e "pel fondo più larg o fatto rinnovare alla macchina "oltre all'indicazione dell'inventore e l'i ndirizzo dell'incisore con la data 1820
  • TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800437648
  • NUMERO D'INVENTARIO 2336
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2008
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2008
  • ISCRIZIONI in basso entro parte figurata - 51 entro tondino - corsivo -
  • STEMMI in basso al centro - IMPERIALE - Stemma - asburgo - aquila imperiale bicipite spiegata di nero e coronata d'oro sulle due test e,rostrata e membrata dell'ultimo, linguata di rosso, tenente con gli art i gli: a destra, lo scettro e la spada; a sinistra, il globo imperiale. L' ar me è timbrata da corona imperiale e caricata in cuore da scudetto dell a c asa d'Austria. Nelle penne dell'aquila, nella positura montante, figur ano undici scudetti, timbrati dalle rispettive corone reali, principesche e ar ciducali, con gli stemmi dei vari domini asburg
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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