San Marco Evangelista

statua, 1741 - 1741

Statua rappresentante S. Marco con il Vangelo nella mano sinistra, in basso a sinistra il leone alato

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA gesso/ modellatura
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le statue dei quattro evangelisti appartengono ad una numerosa serie d'interventi commissionati dal cavalier Giuseppe Cervi per la chiesa di Carignano, la facciata attuale fu fatta erigere dal Cervi quand'era arciprete della chiesa Don Domenico Cortesi (parroco dal 1704 fino al 1741). Un'iscrizione affissa sopra il portale della chiesa dichiara che la facciata attuale venne sicuramente conclusa nel 1741 e così anche le sculture degli evangelisti. L'iscrizione latina celebra il committente, il medico Giuseppe Cervi (nato a Parma nel 1663 e morto a Madrid 1748), nel 1713 fu ammesso nel Collegio medico di Parma e divenne poi professore primario di medicina e protomedico di casa ducale, ottenendo anche lo stato nobiliare per sé e per i discendenti. Nel 1714 la sua vita subì una svolta quando Elisabetta Farnese, nipote del duca di Parma Antonio Farnese ed estimatrice di Cervi, lo volle a Madrid come medico personale; in Spagna ebbe una notorietà straordinaria. Nel 1720 divenne protomedico di Castiglia e membro del protomedicato regio, poi protomedico personale di Filippo V, morì a Madrid il 25 gennaio 1748, accumulò una immensa fortuna valutata, alla sua morte, attorno ai tremilioni e mezzo di piastre. A beneficiare di questa ricchezza fu il fratello Francesco e alla sua morte la nipote di Giuseppe Cervi, la contessa Orsola Cervi, che finanziò la costruzione della facciata con il denaro del Cav. Cervi, fungendo così da tramite tra il medico ed il parroco Don Domenico Cortesi. La contessa Orsola Cervi (1719-1793) scelse di vivere appartata per oltre un ventennio nella villa ora Malenchini di Carignano (villa che nei primi del Settecento era di proprietà di Giuseppe Cervi), sarà proprio Orsola la grande mecenate che nel 1770 chiamò il pittore bolognese Gaetano Gandolfi (1734-1802) a dipingere la pala dell'altar maggiore della chiesa di Carignano, quel "Martirio di San Pietro" che è di certo l'opera pittorica più importante di tutta la chiesa. La contessa è ricordata in una lapide che la celebra come mecenate della chiesa e della villa Malenchini, questa lapide è posta nell'ex ingresso laterale sinistro della chiesa, si trovava sulla colonna destra in "Cornu Evangeli" del presbiterio e menziona che era stata scritta nel 1793, alla morte della contessa, dal conte Antonio Cerati, amico ed ospite per molti anni nella villa di Carignano, che fece un elogio in versi sulle virtù e l'integrità religiosa della nobile dama
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800130655
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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