Monte Osaggio (insediamento tracce di insediamento)

Apricale,

Il sito è ubicato lungo una delle dorsali laterali che discendono, con andamento E-NE, dal crinale principale che divide i due grandi bacini idrografici dell'Argentina e del Nervia, sul quale è ubicato Monte Bignone. Il poggio affacciato sulla valle del Merdanzo, si caratterizza per una morfologia a versanti piuttosto scoscesi, in particolare per quanto riguarda i lati N e S. Il versante orientale presenta una sorta di selletta che collega il sito ad un secondo poggio di quota di poco inferiore (515 m slm), attualmente occupato da una fortificazione di incerta datazione ma ipoteticamente riferibile all'età napoleonica o di poco anteriore (guerre franco-austriache?). La visibilità è molto scarsa dal momento che la collina è ricoperta da fitta macchia (erica,ginestra rovi erba alta); l'unico versante indagabile, non senza difficoltà, è quello più scosceso esposto a nord, caratterizzato da piante di alto fusto. Unici segni di attività umana, anche in questo caso di difficile datazione, sono alcuni muretti di fascia edificati a secco, ubicati sul versante orientale e meridionale ed alcuni avanzi di una costruzione, anch'essa caratterizzata da murature a secco, sul limitato pianoro sommitale. Si segnala inoltre la presenza, sul versante orientale, di un notevole lacerto di muro (sempre stessa tecnica ma di ottima fattura), di andamento curvilineo con probabile funzione di contenimento per terrapieno. La ricognizione condotta sul sito, nell'ambito del Progetto Ponente della Soprintedenza Archeologica della Liguria, ha portato al rinvenimento di alcuni frammenti di anforacei romani, alcuni dei quali di produzione tirrenica e qualche frammento di grezza locale, in un caso impeciata. Significativamente, la totalità dei materiali è stata raccolta alla base del ripido pendio sul versante settentrionale (colluvio?). Si nota, infine, la relativa vicinanza del sito con l'importante sito protostorico di Pian del Re, posto sullo stesso crinale ma più ad est, ad una quota superiore; tale densità di emergenze farebbe pensare ipoteticamente all'esistenza di un percorso di crinale secondario, in grado di collegare la Val Nervia con il comprensorio pascolativo di Monte Bignone-Monte Ceppo e da qui con i terminali estivi di transumanza dell'alta Valle Argentina

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