Stella d'Italia

monumento ai caduti a stele,

Il monumento è collocato nella piazza del municipio, isolato. Esso presenta una struttura architettonica piuttosto articolata. Vi è una quinta muraria, poggiante su una base di mattoni, visibile solo al retro del monumento. Il suo centro focale è un'edicola (h. 200 x 120 cm), cui adduce una scalinata di 4 gradini, nella quale è posta una scultura ad altorilievo di un soldato, quasi a grandezza naturale. A destra e a sinistra dell'edicola centrale sono collocati i lapidari con i nomi dei caduti. Nella parte alta vi sono 4 lapidi dalla dimensioni identiche, che riportano i 106 morti nella Grande guerra. Gli spazi vuoti della parte bassa, invece, sono stati letteralmente tappezzati di lapidi di dimensioni diverse le une dalle altre - sono 3 coppie simmetriche di due, 6 in tutto - che riportano i nomi dei 61 caduti nei conflitti dal 1935 al 1945. I morti della guerra 1915-1918 sono in ordine cronologico di decesso. Per ognuno è specificato: anno di nascita, grado, cognome, nome e anno di morte. Per i morti delle guerre 1935-1945, posti in maggior disordine, si specificano i medesimi dati, ma per i dispersi, invece, solo: grado, cognome e nome, anno di nascita. Indi, in corrispondenza dell'edicola, dalla superiore cornice classicheggiante della quinta muraria, si diparte una stele rastremata, nel cui mezzo vi è l'epigrafe dedicatoria e una stella d'Italia in bronzo, che termina in un capitello sormontato da un'aquila bronzea sul cui petto vi è lo stemma di Calvisano. Le lesene laterali della quinta muraria, nella sommità presentano in numeri romani la data dell'inaugurazione, e sono sormontate da urne ad olla con una luce votiva elettrica. La figura del soldato nella nicchia centrale è in posa allegorico-statuaria: regge nella sinistra una bandiera spiegata, e nella destra un pugnale di fantasia a punta in giù. Però la figura è caratterizzata da dettagli piuttosto realistici nell'elmetto Adrian, nelle fasce-mollettiere, negli scarponi, nelle giberne, nella divisa e nelle mostrine. Queste ultime sono quelle tipiche del corpo del Genio (le cosiddette "pipe" di nero e bordate di cremisi), che, applicate a quel tipo specifico di giubba e con quel tipo di giberne, potrebbero identificare realisticamente quel soldato in uno zappatore del Genio

  • OGGETTO monumento ai caduti a stele
  • MATERIA E TECNICA Bronzo
    LATERIZIO
    marmo botticino
  • ATTRIBUZIONI Quaranta F (attribuito): scultore
  • LOCALIZZAZIONE Piazza Caduti
  • INDIRIZZO Piazza Caduti, Calvisano (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il monumento fu inaugurato domenica 8 ottobre 1922. La manifestazione fu molto imponente. L'oratore ufficiale fu l'onorevole Marziale Ducos. Lo scultore, tale Quaranta, era fratello dell'avvocato Giuseppe Quaranta dell'Associazione nazionale combattenti di Calvisano. Al tempo dell'inaugurazione, il monumento "che con la sua gradinata richiama l'immagine di un altare" era circondato di sempreverdi (cfr. cartolina d'epoca anni Venti nella sezione Fonti e documenti di riferimento). In serata, tutta Calvisano fu "illuminata alla Veneziana e si sono svolti magnifici lavori pirotecnici". E' da segnalare che all'epoca la suggestiva chiesa di Santa Maria delle Grazie (detta "delle Bredelle", sec. XIV), presso il cimitero, era già stata adibita a tempio-cenotafio con il dettagliato lapidario dei caduti di Calvisano da un certo don Bonetti; è tutt'oggi esistente come luogo intimistico in memoria dei morti nelle guerre nazionali (sopralluogo del 15.1.2023). Infine, sono da segnalare due incongruenze. Sul monumento è incisa la data I-X-MCMXXII, ma dalle cronache risulta che fu inaugurato il giorno 8 e non l'1. L'oratore Ducos esaltò, il dì della cerimonia, la figura del Fante, la sua vita di stenti e la sua morte; e giustamente, perché queste zone di pianura erano escluse dal reclutamento alpino o in specialità prettamente tecniche: erano il serbatoio della martoriata Fanteria. Però, lo scultore, non ritrasse un fante: dai dettagli già specificati nella descrizione, si tratterebbe di un milite del Genio zappatori, arma tecnica ma che visse i comunque i tormenti delle trincee; anzi, i primi tempi della guerra, quando non c'erano ancora artiglierie pesanti a sufficienza o mancanti ancora le bombarde, erano sovente destinati ad aprire le brecce nei reticolati per le fanterie con pinze trancia-fili e tubi esplosivi. Fonti e bibliografia: La solenne cerimonia di Calvisano per il Monumento ai Caduti, "La Sentinella", 10-10-1922
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303274913
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ISCRIZIONI sulla stele rastremata, nel mezzo - CALVISANO / AI / SUOI PRODI // -
  • STEMMI sommitale, nel petto dell'aquila - civile (?) - Stemma - Stemma del Comune di Calvisano - 1 - blasonatura troncata: nel I di oro all'aquila spiegata coronata di nero; nel II di oro al cane rampante di rosso (i colori nel bronzo non vi sono)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'